Se pensate all’inverno, immediatamente vi verrà in mente un termine molto preciso: freddo. Già nell’antichità, si sapeva che gli alimenti durante i mesi invernali duravano di più. Pensate che nella Mesopotamia del 2000 A.C. si era soliti scavare profondi pozzi e riempirli di neve per infilarvi il cibo da conservare. Non ci volle molto per convogliare queste esperienze nelle prime ghiacciaie, luoghi particolarmente freddi e progenitori dei frigoriferi.
QUESTIONE DI TERMINI
Dire freddo, nel campo della cucina, è tuttavia una semplificazione che da buoni intenditori non ci possiamo permettere, perché di freddo non c’è n’è solo uno. Innanzitutto c’è il “fresco” dato dalla refrigerazione, che è l’intervallo di temperatura presente nel frigorifero, da 0 a 15°C. Serve per conservare il cibo, per qualche giorno, mantenendolo come appena comprato. C’è poi il congelamento con temperature inferiori a -15 °C. Implica una lenta trasformazione dell’acqua presente nel cibo in grossi e lunghi cristalli di ghiaccio, che provocano la rottura di tessuti e pareti cellulari. Il surgelamento, invece, si ottiene a temperature inferiori a -18 °C: in questo caso si formano cristalli di ghiaccio piccoli e numerosi, senza grossi danni agli elementi strutturali del cibo. Se seguite spesso i nostri articoli scientifici, avrete già capito l’utilità di congelare piuttosto che surgelare, o viceversa.
LA SCELTA MIGLIORE
Grossi cristalli di ghiaccio bucano i tessuti, e possiamo sfruttare questo comportamento per intenerire delle carni piuttosto dure: congelatele per qualche giorno, poi scongelatele (qui un metodo veloce per farlo), e vedrete quanto saranno più tenere! Se invece avete a che fare con un alimento deperibile ma dalla struttura debole che volete preservare (come le verdure) dovete surgelarlo. In linea di massima, è il caso dei piatti già pronti (nel senso che li avete già cucinati, sia mai che ne comprate di preconfezionati!), in particolare primi e sfoglie. Quindi, per riassumere: materie prime, specie quelle da intenerire, si congelano; piatti preparati si surgelano. Qui, comunque, trovate una lista completa e aggiornata di cibi insospettabili che si possono congelare. Sia congelamento che surgelamento hanno però un piccolo problema: sono lenti. Per arrivare alle loro temperature siderali, necessitano di parecchie ore, fino a una dozzina a seconda dell’elettrodomestico che utilizzate. Ed è per questo che è nato l’abbattitore.
I VANTAGGI DELL'ABBATTERE
Del tutto simile a congelatori e surgelatori, ha però la capacità di portare un alimento da 0°C a -40 °C in in 3-4 ore. Nello stesso tempo, del resto, è in grado di andare da +9 °C a -18 °C, mentre ha bisogno di al massimo un paio di ore per passare da +90 °C a +3 °C. in quest’ultimo caso di parla di “abbattimento positivo”. Il merito di queste prestazioni va a un particolare sistema di raffreddamento basato su potenti ventole.
Ma qual è il vantaggio di un abbattitore, che nei casi migliori costa circa 1200 euro (tutti meritati, credetemi)? Il principale, è che congela o surgela bloccando immediatamente eventuali agenti patogeni. Ecco perché è meglio “abbattere” il pesce da sushi. E a proposito di sushi, è chiaro che la velocità dell’abbattitore consente di dimezzare (come minimo) il tempo di preparazione dei piatti. Raffreddare un dessert diventa questione di un’ora, solidificare una gelatina di minuti. E come bonus, si fa per dire, altri due vantaggi che i cuochi più smaliziati apprezzeranno di sicuro. Da una parte, un raffreddamento così rapido porta a una minore perdita di peso del prodotto, con un notevole risparmio economico. Dall’altra, tale velocità blocca qualsiasi reazione di degradazione enzimatica, e quindi conserva tutte le caratteristiche organolettiche dell’alimento. Sono certo che la prossima volta che sentirete parlare di freddo, non farete più la stessa faccia.
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