Consulente, brand ambassador, esperta di pubbliche relazioni, responsabile di progetti commerciali e intermediazioni in Italia, Russia, Cina, Medio Oriente. Cristiana Lauro è una donna di rara bellezza e (ancor più rara) simpatia, così schietta e divertente da farti dimenticare di essere una delle più importanti opinion leader del mondo enologico italiano, e ora anche autrice di un libro. Con Delirium Tremens, appunti di una Wine Killer si ride molto: del vino e dei suoi attori, di un mondo enogastronomico chiuso in se stesso, di tutto ciò che (nel bene e nel male) ruota intorno al gastro-mondo.
Incontro con il vino: come, dove, quando?
A 15 anni, per attrazione fatale. Sono nata a Bologna ed è lì che ho imparato a bere e mangiare come un camionista, ma ora vivo a Roma, dove ho coltivato l'interesse fino a trasformarlo nella mia attività professionale.
Il gastro-mondo che racconta non è, spesso, il posto più confortevole dove lavorare. Quali sono i maggiori problemi del settore?
Il fatto che tutti si prendano troppo sul serio, a partire dai cuochi che si credono star e dalla porzione di critica che ha contribuito a creare questo fenomeno. Se si parlasse una lingua più semplice e si abbandonasse il concetto di esclusivo, potrebbero lavorare meglio tutti coloro che sono mossi da autentica passione. Persone che hanno investito tempo (e danaro) in un settore che per il nostro paese dovrebbe essere un fiore all'occhiello. Del resto basta dare un'occhiata alle nostre scuole alberghiere per rendersi conto di quanto il tema non sia trattato sul serio. Stendo un velo pietoso sul trash televisivo dei vari talent show che fanno disastri, anche estetici, a suon di patatine nei sacchetti. Questo gastro-pazzo mondo.
L'esperienza enologica migliore della tua vita, e quella che consigli di fare ai lettori.
La mia esperienza migliore la ricordo dall'Enoteca Pinchiorri a Firenze davanti a una bottiglia di Cros Parantoux di Hanri Jayer, il vino più affascinante della storia della Borgogna, a mio avviso. Ai vostri lettori e lettrici consiglierei una boccia in compagnia della sottoscritta, che due risate in leggerezza le fa volentieri. Mi viene in mente un Brunello di Montalcino Riserva di Poggio di Sotto. O un vecchio Trebbiano di Valentini, se parliamo di grandi bianchi italiani.
Consigli alla donna che "io di vino non me ne intendo, lascio scegliere a lui". Come approcciarsi a un mondo tanto complesso e sfaccettato?
A me piacciono le persone che fanno come gli pare e scelgono secondo un principio personale, edonistico piuttosto che scolastico o codificato da altri. Ripeto: sono per il linguaggio semplice, comprensibile a tutti.
Cos'hanno, in ambito gastrologico ed enologico, le donne più degli uomini (se ritieni ce l'abbiano)?
Noi donne siamo esseri superiori e lo dimostriamo in tutti campi. Scherzi a parte, siamo più disciplinate e metodiche. I maschi spesso si agitano e sono chiassosi - ma sono più bravi a raccontare i casini che fanno.
Un vino per chi è stata appena lasciata, tradita, emotivamente calpestata.
Masseto: buono, ricco, avvolgente, perfetto per le coccole. In alternativa, in caso di portafoglio sgonfio e di forte desiderio di rivincita: Rocco Rosso, il Montepulciano d'Abruzzo di Rocco Siffredi. Non fa tante coccole ma va subito al sodo e scalda parecchio.
Un vino per sedurre.
Es di Gianfranco Fino. Un grande primitivo di Manduria, ad alta gradazione alcolica. Hai il tiro in porta garantito.
Un vino per un'occasione molto, molto speciale.
Per le femmine: se l'occasione è così speciale il vino lo porta lui.
Per i maschi: in caso di Ruchè o di Bianchello del Metauro portate pazienza e mirate al dopo aperitivo. All'Aperidopo.