Giunto ormai alla 65esima edizione, il San Sebastián Film Festival si è fatto conoscere per l'attenzione mostrata nei confronti dei film a tema food - cosa che d'altronde non potrebbe essere altrimenti in una città così devota al piacere edonistico per l'alimentazione (dai bar à pintxos ai numerosi ristoranti stellati).
Dal 23 al 29 settembre, il Culinary Zinema ha richiamato, grazie ad un programma incentrato sul cibo, registi, produttori e chef. Oltre a guardare un film, i visitatori hanno potuto sperimentare le creazioni di chef di fama mondiale basate sulle quelle storie e personalità ritratte dai registi di documentari e grandi registi, come il realizzatore inglese Michael Winterbottom (The Trip to Spain) e la chef basca Elena Arzak del ristorante eponimo che la chef dirige proprio a San Sebastián con suo padre, il leggendario Juan Mari Arzak.
All'interno della selezione, creata in collaborazione con il Festival Internazionale del Cinema di Berlino e organizzata con il supporto del Basque Country Culinary Center, degni di nota i film di varie nazionalità, tra cui il Giappone, Israele e la Germania. E anche se tutti gli chef lavorano anche in Spagna, la loro eredità attinge dall'Italia, Israele, Giappone e perfino dall'Argentina. Fine Dining Lovers ha avuto il piacere di guardare i film e prendere parte alle cene e vi dirà com'è andata e perché dovreste programmare anche voi un'andata nei Paesi Baschi il prossimo anno o iniziare ad informarvi sui film a tema cibo vicino a voi.
MICHELIN STARS - TALES FROM THE KITCHEN
L'evento di apertura del Culinary Zinema ha visto protagonista il pluripremiato documentario sulle stelle Michelin - Tales from the Kitchen, del regista danese Rasmus Dinese, il cui intento era fornire allo spettatore un'immersione completa nonché una riflessione sulla routine quotidiana degli chef stellati e su cosa significa essere inseriti nella prestigiosa guida, "ad oggi la più rilevante della scena gastronomica", ha dichiarato Dinese. Il documentario raccoglie le testimonianze significative di chef come René Redzepi, Martin Berasategui, Guy Savoy e 13 altri chef insigniti della stella Michelin. La cena di inaugurazione invece ha visto insieme all'opera gli chef stellati Elena Arzak e Alain Weissgerber, insieme alla chef colombian Kamilla Seidler. Palcoscenico dell'evento il Basque Culinary Center, luogo deputato a molte delle cene organizzate durante il Culinary Zinema.
THE CAKEMAKER
The Cakemaker, il film proiettato la seconda sera, racconda la storia di un pasticcere tedesco che si innamora di un uomo israeliano sposato. A seguito della morte improvvisa dei suoi cari, lo chef parte per Gerusalemme in cerca di risposte. Nel film, i dolci creati da lui sono una metafora (e anche un contrappunto) della relazione che il regista Ofir Raul Graizer intende sottolineare in questa storia diretta in modo magistrale. La cena, il cui menu è stato ispirato al film, si è tenuta nel ristorante Ni Neu al cospetto degli chef Franco Emanuel Pinilla Alara e Tomas Kalika. "Non è stato facile pensare un menu per l'intera cena, visto che il film è sui dolci. Io e Tomas Kalika abbiamo deciso di cercare l'ispirazione nella cucina kosher israeliana, molto poco conosciuta in terra basca", ha spiegato Alara.
RAMEN HEADS
Ramen Heads è un documentario che ha seguito il lavoro dei migliori chef di ramen giapponesi per 15 mesi e che ha svelato allo spettatore ogni singola tappa di un approccio quasi ossessivo per creare la combinazione perfetta di zuppa e noodles. "Se non sei un ramen head, non riuscirai mai a soddisfare gli altri ramen head", dice lo chef giapponese Osamu Tomita, famoso per essere il re del ramen nel mondo del cibo, nonché personaggio principale del documentario diretto da Kiki Shigeno. "Non penso esista un altro cibo che piaccia di più del ramen", ha dichiarato durante la cena organizzata per la terza sera di Culinary Zinema, in cui ha collaborato con lo chef giapponese Eiko Goto. Oltre alle varie proposte calde, protagonisti della serata i ramen - di tre tipi - preparati dal duo giapponese.
E IL CIBO VA (FOOD ON THE GO)
Ne E il cibo va, il regista e produttore argentino Mercedes Córdoba ricostruisce la diaspora di milioni di italiani emigrati a New York e Buenos Aires (sua città natale) per mostrare come la cucina italiana abbia influenzato le cucine di entrambe le città e oltre. La regista racconta le storie delle famiglie emigrate in America tra il 19esimo e il 20esimo secolo, per dedicarsi poi alle ricette e alle tradizioni culinarie sopravvissute nel tempo - così come i cambiamenti che queste tradizioni hanno subito, uno dei punti migliori del film, che si rivela essere molto divertente, alla maniera italiana. "Parlare di cibo con gli Italiani è sempre deliziosamente problematico. Ognuno ha la propria versione di una ricetta e nessuno cede", afferma Córdoba, Per mostrare come queste ricette siano sopravvisute, lo chef madrileno Andrea Tumbarello ha creato un menu che ha toccato piatti iconici come la pasta e i tartufi, la traduzione migliore di "italiano" nella gastronomia.
PARA NO OBENTO WA SEKAIICHI (DAD'S LUNCH BOX)
Uno sguardo diverso alla cucina giapponese, è arrivato dal regista Masakazu Fukatsu. Il regista ha preso infatti un post reale (condiviso da milioni di persone) twittato da una ragazza giapponese in cui la giovane parla di quanto siano deliziose le bento (il pranzo giapponese) che prepara suo padre per lei. Ed è proprio nel pranzo che il regista esplora la relazione che intercorre tra i genitori e i figli attraverso il cibo. Il regista ha ricreato questa relazione ascoltando i racconti di personaggi realmente esistenti. "Per approcciarmi alla parte affettiva del cibo", come dichiarato dallo chef Matsuo Kowaki, ha reato un menu delicato e gustoso con pezzi di sushi serviti, ovviamente, in una bento box.
CONSTRUCTING ALBERT
Seguendo la routine lavorativa dello chef catalano Albert Adrià, i registi Laura Collado e Jim Loomis hanno creato un documentario che mostra non soltanto la forza creativa dello chef, ma anche la folgorante carriera del giovane Adrià - che ha l'onere di imporre il suo nome in una famiglia molto iconica. Dagli appuntamenti al suo ingegnoso lavoro in cucina, il film cerca di far emergere la personalità dello chef, divenuta una delle più importanti della scena gastronomica attuale. "Negli ultimi quattro anni, abbiamo potuto raccogliere raccogliere molto materiale per questo progetto, dato che la vita di Albert è quasi una settimana della vita di una persona ordinaria", ha scherzato Collado. Per creare un menu degno di questo personaggio, gli chef Rubén Trincado, Dani López e Kxepa Txapartegi hanno messo a punto delle ricette ingegnose, come il pescato del giorno con avocado, daikon, lime e "tocino del cel"servito a mo' di caramella - avvolto in plastica edibile.
THE TRIP TO SPAIN
Il Culinary Zinema purtroppo è giunto al termine e, come film di chiusura, gli organizzatori hanno scelto il nuovo film dell'acclamato regista inglese Michael Winterbottom, partito all'avventura con il duo composto da Steve Coogan e Rob Brydon, stavolta in Spagna. Dai Paesi Baschi all'Andalucia, il gruppo di amici percorre il paese in macchina, mangiando pesce cucinato in parilla, bevendo vino Rioja e sorridendo alla vita, come sempre. Winterbottom ha detto che non sapeva quale sarebbe stata la prossima città che gli attori esploreranno e - ovviamente - assaggeranno. "La Grecia potrebbe essere una destinazione molto interessante", interviene Coogan. Per la cena, gli chef del ristorante in cui Winterbottom ha girato alcune scene, Jorge Maestro ed Enrique Fleischmann, hanno riprodotto le loro ricette più famose, come il Gin-Tonic al limone con crema di limone e polpo grigliato con patate caramellate.