Più stelle e meno sbarre. Con questo claim lunedì 18 maggio otto chef si sono trovati a preparare una cena molto speciale. Per la location e la brigata di cucina: rispettivamente il carcere e i detenuti della Casa di Reclusione Rodolfo Morandi di Saluzzo. L'ultima, in ordine di tempo, di una serie di cene che vedono gli chef mettersi "dall'altra parte" delle sbarre.
Ad organizzarla l'associazione Sapori Reclusi, che fa del cibo il cardine di attività volte a comunicazione - e sostegno - della vita carceraria. Alla giornata hanno partecipato Ugo Alciati (ristorante Guido a Serralunga d'Alba), Enrico Crippa del Piazza Duomo, Nicola Batavia del torinese The Egg, Davide Palluda (Enoteca di Canale), Maurilio Garola de La ciau del Tornavento. Un team piemontese a cui si sono aggiunti Paolo Reina (Antica Trattoria del Gallo), Andrea Ribaldone da Eataly Tokyo e Pino Cuttaia de La Madia di Licata. La giornata è stata articolata in due momenti: la lezione di cucina, scambio di conoscenze ed esperienze ma soprattutto momento di condivisione, e la cena gourmet vera e propria.
Sempre a Saluzzo c'è Pausa Café, una realtà che sarebbe riduttivo definire virtuosa. La cooperativa produce cioccolato e caffè equosolidale, e soprattutto alcune delle migliori birre artigianali italiane. Al suo interno lavorano i detenuti di Saluzzo e della Casa Circondariale Lorusso e Cotugno di Torino. Ma anche fuori dal Piemonte sono in aumento le realtà gastronomiche carcerarie, in cui il cibo diventa strumento di rieducazione, comunicazione, formazione. E reinserimento: un bagaglio di conoscenze che fuori dal carcere può diventare opportunità di lavoro. Diminuendo il rischio di recidiva (normalmente oltre il 70%) fino al 2%.
Metti i ragazzi della Pasticceria Giotto nel carcere di Padova: dal 2005 sfornano colombe e panettoni che hanno fatto incetta di premi. O Dolci Libertà nel carcere di Busto Arstizio, dove i detenuti imparano tutti i segreti di pasticceria e cioccolateria. Spesso sono gli chef in prima persona a mettere la loro esperienza al servizio di queste iniziative. Andrea Berton ha tenuto una lezione sull'uso della carne ai detenuti che, all'interno del carcere di Bollate, lavorano per il catering ABC la Sapienza in Tavola.
E anche Giancarlo Morelli, del Pomiroeu di Seregno, ha partecipato alle Cene Galeotte, un progetto della Casa di Reclusione di Volterra che vede i detenuti coinvolti nella realizzazione di cene d'autore.