È il primo e unico Dry Martini firmato Javier de las Muelas in Italia. E tale rimarrà. Il Dry Martini Sorrento, recente novità della Costiera Sorrentina, a Sant’Agnello, incastonato nel Majestic Palace Hotel, è il paradiso degli amanti del Martini Cocktail. Attraverso la guida di Lucio D’Orsi, food & beverage manager dell’hotel, nonché direttore dello stesso, il Dry Martini ha fatto parlare di sé lungo tutto quest’anno. Ne è la prova il premio recentissimo del Gambero Rosso, che l’ha incoronato miglior bar d’albergo per la Campania.
Foto Giulia Rossano, courtesy Dry Martini Sorrento
In carta – una carta a parte, per dirla tutta, consultabile solo in loco - è possibile scegliere tra un centinaio di diversi Martini Cocktail, un lavoro di ricerca durato anni la cui summa sta racchiusa proprio in quelle pagine. Oltre ai classici Martini, siano essi con oliva, cipollina in agrodolce, dry, wet o con i soli olii essenziali di limone, dentro ci si può scorgere anche qualche stranezza ben riuscita: un esempio ne è il Martini Cocktail Wasabi, i cui sentori e sapori di zenzero, wasabi e limone concorrono in un gioco palatale di alti e bassi capaci alla fine di equilibrare in maniera differente un grande classico immortale della mixology.
Ma non di solo Martini Cocktail vive Dry Martini Sorrento. Certamente è la parte più caratteristica, quella per cui qualcuno direbbe “vale il viaggio”, ma non è affatto tutto.
Tra gli strumenti più interessanti del cocktail bar c’è anche una drink list basata sulle arti, perpetua. Un concetto di menu che si svilupperà nell’arco di tre anni toccando, due volte l’anno circa un diverso mondo artistico. “Drypedia è un cocktail menu con un filo conduttore pensato per svolgersi ed evolversi sul lungo periodo,” spiega Lucio D’Orsi.
Foto Giulia Rossano, courtesy Dry Martini Sorrento
Quindi oggi si parla di Dry Martini nella sua veste meno classica, più inaspettata. In quella cornice (che chiuderà a breve per la fine della stagione) fatta di una terrazza mozzafiato, si schiude un menu azzeccato per la decisione di svolgerlo sul lungo raggio lasciando i clienti e gli avventori un poco sospesi, in attesa della prossima arte.
Il racconto parte dalla più riconoscibile delle arti: la letteratura. Attraverso una copertina dove sono presenti tutte e sette le arti in bianco e nero, tranne quella interessata, a colori, si parte per un viaggio nel bicchiere e non solo. Il drink Baudelaire è un richiamo al poeta maledetto di origine francese: qui i richiami sono al periodo più che alla sua scrittura e quindi troveremo una pipa come contenitore, il giallo come dell’oppio di cui abusava e l’assenzio, spirito preferito di quel periodo in quel di Parigi.
Baudelaire (foto Giulia Rossano, courtesy Dry Martini Sorrento)
Un percorso che fa avanti e indietro nella storia della letteratura italiana, ma anche fuori dalle mura nazionali. Dante non poteva che essere presente, in una veste rosso scura e una foglia d’alloro come garnish. E poi Luigi Pirandello, Gabriel Garcia Marquez, ma anche tante scrittrici. La contemporaneità in senso stretto è rappresentata dal drink dedicato allo scrittore di Novecento, Alessandro Baricco: una coppa di simil acciaio (in realtà è vetro soffiato riempito di mercurio assolutamente commestibile) racchiude un cocktail sormontato da una bolla tutta da scoppiare al cui interno sono pronti a esplodere aromi di frutti rossi e pompelmo. Oltre a essere, secondo i dati dello stesso Lucio D’Orsi, il drink più richiesto quest’anno, rappresenta come abbiamo detto la contemporaneità nel richiamo a un artista vivente ma anche nella tecnica. La bolla è ricreata infatti grazie alla “Flavour Blaster Cocktail Gun” ideata dal bartender Simone Caporale.
A seguire questa prima Drypedia su base letteraria sarà la copertina della musica, la più semplice eppure più complessa delle arti. “C’è un filo logico che corre nella scelta cronologica delle arti svelate dalla nostra nuova Drypedia,” dice ancora Lucio D’Orsi.
E mentre il bar manager di Dry Martini -che tra le altre cose è citato anche nella nuova opera dello chef Ferran Adrià nella sezione sulla mixology - sarà impegnato tra le aule dell’università Federico II di Napoli, dove insegna al master in Food&Beverage (ruolo che aveva ricoperto anche alla Citta del Gusto di Napoli del Gambero Rosso), non possiamo fare altro che dire arrivederci al cocktail bar. Un arrivederci all’anno che verrà, alle cose che cambieranno e alla musica, prima di saltare alla nuova avventura, a passo di danza.