Abbiamo passato anni a sentirci ripetere che le verdure vanno consumate crude, perché solo così preservano le loro caratteristiche nutrizionali. E così eccoci, per anni e anni, a ingozzarci d’insalata, pomodori, carote, sedano, assicurandoci che non sfiorassero una padella. Ebbene, oggi sfateremo il grande mito della cucina secondo cui è meglio consumare crude le verdure.
Il mito di consumare la verdura cruda nasce dal fatto che una cottura eccessiva tende a diminuire il contenuto di alcune vitamine, come quelle di classe B e C. Il classico esempio è quello dei broccoli: questo favoloso vegetale è ricco in sulforaphane, molecola con proprietà antitumorali la cui azione viene però neutralizzata da una bollitura troppo lunga.
Per contro, ci sono verdure che addirittura sono più efficaci se cotte. Sul banco degli imputati ce ne sono, tra le altre, due molto a cuore ai crudisti: le carote e i pomodori. I pomodori cotti aumentano di circa il 35% il loro contenuto in lycopene, un potentissimo antiossidante e antitumorale. Il calore, infatti, aiuta a rompere le pareti cellulari rilasciando la preziosa sostanza. Allo stesso modo, è meglio cuocere le carote per preservare il potere dei carotenoidi, un altro tipo di antiossidanti molto utili per la nostra salute.
È importante anche “come” si cucinano le verdure. La frittura, per esempio, utilizza altissime temperature e mina le proprietà nutritive di buona parte dei cibi. Per chi è attento ai valori nutrizionali, meglio la cottura al vapore o una bollitura veloce, in acqua abbondante.
Approfitto delle ultime righe per sfatare un mito nel mito: le verdure crude sono più digeribili, perché preservano i propri enzimi, limitando l’utilizzo di quelli del nostro corpo. Ovviamente non è vero, anzi, il calore aiuta a rompere le pareti cellulari rendendo buona parte delle verdure cotte addirittura più digeribili di quelle crude.