Una coppia bene assortita quella dei Fratelli Costardi: da una parte la passione del salato, quella portata avanti da Christian il fratello maggiore, e dall'altro l'amore per il freddo e per i dolci di Manuel. Insieme hanno dato un nuovo volto al ristorante Cinzia, ristorante stellato di famiglia, che in carta offre piatti innovativi nella presentazione e nel gusto. In primis il risotto, diventato vero e proprio simbolo dei Costardi Bros, soprattutto quello servito nella lattina Campbell, lattina che, dicono i Costardi in questa intervista, rende il piatto ancora più buono.
Perché questo rapporto privilegiato con il risotto?
I Costardi Bros. nascono proprio da un chicco di riso; veniamo da un territorio di risi e ci sembrava doveroso puntare su questo tipo di piatti. Poi consideriamo il risotto il piatto più importante e rappresentativo della cucina italiana, più della pasta e della pizza che ormai si mangiano in tutto il mondo. Il risotto è invece rimasto italiano. Noi lo decliniamo in circa 25 modi diversi, in piatti tutti rigorosamente fatti al momento.
E come nasce l'idea di servirlo in lattina stile Campbell Soup?
L'idea nasce circa 2 anni fa in occasione della mostra dedicata ad Andy Warhol a Vercelli: volevamo fare un omaggio a questo grande artista. Eravamo poi a cena con il fotografo e designer Bob Noto, e lui si è offerto volontario di disegnare l'etichetta per la lattina. La cosa è nata certamente a livello estetico, poi lavorandoci abbiamo capito anche il valore aggiunto che la lattina conferisce al risotto, soprattutto al risotto al pomodoro: la forma è cilindrica e alta consente ai profumi di arrivare direttamente al naso, mantiene al tempo stesso la temperatura ottimale per essere mangiato caldo, ma non troppo, e non si raffredda come spesso capita nei piatti normali. Poi la forma lo fa diventare immediatamente
Foto FB / Costardi Bros
Avete anche una qualità di riso tutta vostra..
Si, lo usiamo il nostro riso da 3 anni a questa parte, ovviamente non lo conltiviamo perché non è il nostro lavoro, ma selezioniamo i chicchi migliori e stiamo attenti al momento della lavorazione affinchè non venga troppo raffinato. Così si mantiene il sapore e tutta la personalità del riso.
Cosa significa essere fratelli in cucina?
Manuel: Christian è la parte salata del ristorante e io la dolce. Mi sono appassionato subito alla pasticceria, alla metodica, alla bilancia anche perché io odio cuocere, miri trovo molto nel mondo della pasticceria che è un mondo freddo. Poi in cucina ovviamente lavoriamo in due e ci fondiamo perfettamente: in molti piatti salati c'è una mia contaminazione dolce e nei miei dolci c'è una contaminazione salata di Christian, e questo aiuta a creare dei piatti molto divertenti. Il nostro rapporto in cucina è fantastico, non litighiamo quasi mai, d'altronde abbiamo due caratteri diversi e nove anni di differenza.
Il risotto è il vostro piatto salato per eccellenza; ce n'è uno dolce che vi rappresenta?
Nutella funghi e tartufo: un piatto dolce che rappresenta il nostro modo di lavorare, nato in una notte di gioco con i nostri amici.
Qual è il futuro della cucina italiana? C'è un modo di esportare il made in Italy?
I giapponesi a Identità Golose 2014 hanno tenuto un seminario sui loro prodotti per gli chef italiani; dopo la presentazione degli ingredienti ci hanno chiesto di inserirne uno in una ricetta italiana. Abbiamo avuto modo così di conoscere meglio alcuni prodotti nipponici, usandoli praticamente in cucina. Questo sarebbe un modo bello per esportare il made in Italy all'estero; la chiave è muoversi come nazione, organizzare dei seminari per gli chef e presentare dei prodotti italiani. Solo avendo coscienza di un grande prodotto italiano si ha voglia di usarlo. In questo modo si sconfigge il prodotto "tarocco".
Un ristorante che consigliate?
Un ristorante che colpisce sempre per il modo che ha fare cucina è il Combal. Zero di Davide Scabin. Un altro ristorante che pensiamo stia facendo un grande lavoro e il D'O di Davide Oldani, con ingredienti a volte poveri, ma piatti eccezionali. Poi d'estate ci piace andare alla Croce Bianca a mangiare la Polenta concia d’Oropa.