L'emergenza Coronavirus ha inevitabilmente cambiato il nostro rapporto con gli spazi e con la natura. Il lockdown ci ha costretti a casa per due mesi e, nonostante sia iniziata la cosiddetta "fase 2", sappiamo che il tempo che trascorreremo tra le mura domestiche continuerà a essere significativo. Come ripensare il foraging e il legame con Madre Natura?
Non sempre (e non tutti) abbiamo la possibilità di muoverci e andare per boschi a raccogliere prodotti spontanei, ma di sicuro possiamo riscoprire in maniera molto semplice la natura con ciò che ci circonda. Ed ecco il garden foraging, una sorta di "foraging domestico", che possiamo praticare nel giardino di casa o sul terrazzo.
A spiegarci tutto su questo tipo di attività è Valeria Margherita Mosca, fondatrice di Wood*Ing Lab, laboratorio di ricerca e sperimentazione sull’impiego del cibo selvatico.
Che cos'è il garden foraging? La parola a Valeria Margherita Mosca

"Ho chiamato così, Garden Foraging, la rubrica che ho inventato sulla mia pagina Instagram per questo periodo, perché - anche se ora la quarantena è terminata - siamo comunque tutti obbligati a vivere di più il nostro spazio di casa".
Ecco allora un modo per provare un'esperienza a stretto contatto con la natura, in base a ciò che ci offrono gli ambienti domestici. "Le piante che vi crescono sono utili per la nostra alimentazione, perché ricche di vitamine, ma possono rappresentare anche una risorsa per abbassare il food cost della nostra spesa quotidiana", prosegue l'esperta.
E aggiunge: "Il garden foraging, così come il foraging, ci permette di sentire di più le esigenze dell'ambiente e di ciò che si insinua nelle nostre vite quotidiane, e non solo nei luoghi più selvaggi, perché si entra in sintonia con la natura".
Dal giardino di casa al vaso sul balcone: ecco quali piante e erbe commestibili raccogliere
Qui di seguito una panoramica degli ingredienti più comuni che si trovano in giardino o sui balconi, tra le "erbacce" che crescono spontaneamente nei vasi: prodotti spontanei che possono essere impiegati per facili ricette casalinghe (le trovate sul profilo di Valeria Margherita Mosca, nella raccolta "Easy Recipes").
Chi ha un giardino è fortunato, perché con la primavera può approfittare degli alberi rigogliosi e delle loro foglie giovani. "In questo momento le foglie degli alberi possono essere consumate proprio perché appena aperte, e non coriacee: dalle latifoglie alle conifere", spiega Mosca.
Qualche esempio? "Si possono raccogliere e mangiare le foglie di betulla, che ora hanno un sapore più nocciolato, quelle di tiglio, più succose e vegetali, ma anche ricche di mucillagini, oppure le foglie di faggio, dal gusto più acido. Tutte sono perfette per ottenere un'ottima insalata", racconta la forager.
Per quanto riguarda le conifere, invece, da non perdere le preziose gemme di abete: "Hanno 8 volte più vitamina C del limone, sono balsamiche e citriche: un gusto ottimo cui corrisponde una composizione organolettica interessante", precisa.
Anche tra quelle che comunemente identifichiamo come "erbacce" si possono trovare potenziali ingredienti per i nostri piatti: piante infestanti, che crescono spontaneamente in giardino, ma anche nei vasi delle piante. A partire dall'acetosella: "Di questa pianta si consumano sia le foglie sia i fiori, che contengono acido salico: senza esagerare con la quantità, si possono aggiungere nell’insalata al posto dell'aceto, oppure si possono usare come salsa per pulire il palato dopo aver mangiato cibi grassi, ed è ottimo pure il gelato", spiega Mosca.
E ancora, nei vasi che avete sul balcone di casa potreste trovare il tarassaco, di cui è possibile consumare tutta la pianta, dalla radice al fiore, secondo i nobili principi della cucina anti-spreco. "Il suo utilizzo intero è molto poetico", commenta l'esperta. E ci regala la ricetta della bruschetta di tarassaco: "Si prende la pianta e si lava bene, si chiude nel cartoccio con olio e sale, si mette nel forno caldo per 10 minuti. Trascorso questo tempo, il tarassaco rimane succoso e condito, si toglie dal forno e si serve sul pane, precedentemente abbrustolito con aglio. Il risultato è strepitoso".
Una delle erbe più comuni da trovare, poi, è la piantaggine. Oltre a essere ricca della rara vitamina K, dal potere coagulante - "attenzione a usarla se avete problemi di coagulazione del sangue", raccomanda l'esperta -, ha un retrogusto di fungo porcino fresco. "Un tempo era usata come surrogato dei funghi, quindi è adattissima per fare un risotto, una zuppa, oppure si può usare cruda in un’insalata".
Sempre nei vasi, poi, cresce facilmente il centocchio (conosciuto anche col nome di Stellaria Media), perfetto da consumare in un'insalata fresca, oppure per estrarne il succo per i centrifugati. "Si usano le foglie, gli steli e il fiorellino bianco", precisa Mosca. "E tra poco spunta pure la portulaca, una pianta semigrassa che ha foglie succose, dal sapore molto minerale, ottime sia crude sia saltate in padella, o conservate sottaceto".
Sognate di mangiare un fiore, in pieno mood primaverile? Nessun problema, oltre ai commestibili petali di acetosella e di tarassaco, nei vasi e nei giardini domestici trovate molto frequentemente e in abbondanza anche la parietalia, "una pianta super invasiva che va consumata cotta, perfetta come farcia di torte salate e frittate, o per le zuppe", spiega la forager. E la natura rivive nel piatto.