Lunedì 6 marzo Bruxelles ha ospitato la prima edizione di Gastronotrends. La giornata, ideata e organizzata dalla Guida Michelin e S.Pellegrino, aveva l'ovviettivo di riunire un gruppo di chef stellati da tutta Europa per discutere del futuro della cucina.
"L'idea era andare più lontano delle guide e dei servizi come BookATable" ha spiegato Nicolas Beaumont, CEO del Michelin Travel Partner, che può vantarsi di aver riunito poco meno di 190 chef per una giornata di workshop resso l'EGG Brussels. "Questo progetto è nato da due anni e stasera possiamo dire che il bilancio è positivo" ha aggiunto Stefano Agostini, presidente e CEO SanPellegrino. "L'atmosfera era d'interesse e studio, gli chef hanno mostrato grande entusiasmo e passione... era quello che ci auguravamo".
Gli chef consapevoli delle problematiche ambientali
Per animare questa giornata, quattro esperti da campi molto differenti si sono occupati di quattro diversi topic: L'esperienza del cliente, La digitalizzazione, Lo choc delle culture e La durabilità. Gli chef sono poi stati invitati a riflettere e scambiarsi opinioni su ogni tema per un'ora.
"Gli chef sono sempre più consapevoli della loro responsabilità di educatori nei confronti dei clienti" assicura Maxime de Rostolan, coordinatore del progetto Fermes d'avenir "Sta a loro spiegare perché non si possono mangiare fragole tutto l'anno, o perché è preferibile utilizzare prodotti locali e di stagione per ridurre l'impatto sull'ambiente - e avere sapori migliori".
Gli chef si avvicinano sempre più alla tecnologia
Tuttavia questo ritorno alla natura non impedisce agli chef di evolvere e di guardare verso il futuro, , Emmanuel Vivier, cofondatore dell'HUB Institute, ha constatato che circa il 50% degli chef presenti a Gastronotrends utilizza i social per comunicare con i propri clienti.
"Anche se può spaventare, bisogna interessarsi a questo genere di cose perché i clienti sono sempre più connessi" sottolinea l'esperto "Il mondo cambia e al giorno d'oggi non essere su Facebook, Twitter o Instagram è un po' come rifiutare il dialogo. Possiamo essere seccati dalle persone che postano le foto di tutto quello che mangiano sui social, ma sono le stesse persone che fanno pubblicità agli chef del resto del mondo".
L'esperienza è importante quanto il prodotto
Infine Hervé de Gouvion St-Cyr, direttore di Luxury Attitude, ha messo in difficoltà gli chef ponendo loro una semplice domanda: "Se domani non aveste più una cucina, che esperienza proporreste ai vostri clienti?".
Con un po 'di provocazione, l'esperto voleva in realtà dimostrare agli chef stellati che il servizio e l'atmosfera contano quanto quello che si ha nel piatto. "Con il tempo, i clienti dimenticano i fatti reali, quello che hanno mangiato o bevuto, ma restano i momenti. Il modo in cui i camerieri li hanno trattati, il tempo che gli chef hanno loro dedicato per spiegare i piatti... tutte queste cose hanno la loro importanza in un ristorante".
In questo senso, Hervé de Gouvion St-Cyr ha suggerito agli chef di spingersi più in là con la creatività e l'innovazione per offrire esperienze inedite. "I clienti vogliono sentirsi coinvolti. Possiamo ad esempio proporre loro di raccogliere le proprie verdure, se il ristorante ha un orto, o ancora di portarli nelle cucine affinché vedano l'energia e il rigore della brigata di un ristorante stellato" suggerisce l'esperto.
Ora gli chef hanno nuovi spunti di riflessione per provare a migliorare l'esperienza dei loro clienti. E, perché no, di cui discutere alla prossima edizione di Gastronotrends.