L'Andalusia, la parte meridionale della Spagna, ha ancora tante tradizioni legate ai secoli di occupazione islamica, e la sua cucina non fa eccezione. Come molti dei migliori piatti al mondo, il gazpacho andaluso è semplice, ma si presta a moltissime varianti o reinterpretazioni della ricetta originale.
Il gazpacho è una zuppa fredda fatta di pomodoro, cipolle, aglio, olio d'oliva, acqua, sale, cetriolo, pepe nero e pane raffermo. Per rendere tutto una deliziosa zuppa basta frullare gli ingredienti e poi aggiungere acqua e sale e miscelare.
Se siete dei puristi potete ridurre a purea gli ingredienti insieme con un mortaio, ma un un frullatore a immersione farà il suo dovere egregiamente.
Il gazpacho può essere persino più gustoso se ha un degno accompagnamento: prosciutto a dadini, uova soda, mandorle, arance, menta e molto altro. Questo piatto si chiama salmorejo e si serve nella zona di Cordoba.
Gazpacho o salmorejo: qual è la differenza?
Come detto, sia gazpacho che salmorejo sono piatti tradizionali dell'Andalusia, entrambi sono zuppe fredde preparate con pomodoro e aglio quindi perfette per una cena estiva. Ma attenzione, tra gazpacho e salmorejo c'è una bella differenza: la presenza o meno del pane e altri ingredienti non vegetali che rendono un piatto più sostanzioso dell'altro.
Se il gazpacho è un semplice frullato di pomodori e altre verdure, dalla consistenza quindi più acquosa, il salmorejo viene percepito come un pasto vero e proprio grazie all'aggiunta di pezzi di pane duro, prosciutto crudo a dadini o un uovo sodo sbriciolato.
Per queste ragioni il gazpacho viene solitamente servito in bicchiere come antipasto o drink, a volte bevuto con la cannuccia. Il salmorejo, al contrario, ha la consistenza di un puré e viene mangiato con il cucchiaio.
Oltre queste due varianti esiste anche l'Ajoblanco, una versione con mandorle e aglio bianco popolare a Malaga e a Granada.
Le origini del gazpacho
Le origini del gazpacho sono oscure, a partire dal suo nome. Sembra una parola araba, e certamente potrebbe esserlo. In ebraico "Gazaz" vuol dire "rompere in piccoli pezzettini", riferimento abbastanza preciso, così come la parola latina "Caspa" che vuol dire "piccoli pezzi".
L'etimologia dei nomi dei piatti o dei cibi, come sapete, non è una scienza esatta. Ancora: i romani si portavano in guerra sempre pane, aglio e aceto per preparare il pasto mentre marciavano, e ovviamente all'epoca non c'erano i pomodori, che sarebbero arrivati solo con la scoperta delle Americhe, così come i peperoni, cetrioli, tutti ingredienti chiave del Gazpacho e che entreranno nelle ricette nel 16simo secolo.
Il gazpacho resta uno dei piatti tradizionali spagnoli più facili da preparare, ed è davvero difficile da sbagliare.
Anche se lontane dalla ricetta originale andalusa, tra le varianti del gazpacho più amate negli ultimi anni ci sono quelle senza pomodoro o quelle a base di frutta: da provare, per esempio, il gazpacho di anguria o la ricetta del gazpacho senza nichel al melone, il gazpacho arricchito con basilico o addirittura il gazpacho di avocado; ingredienti che rendono questo piatto ancora più fresco e perfetto per aprire una cena estiva, che siate in Spagna o meno.