Gianluca Monni è uno dei dieci finalisti italiani di S.Pellegrino Young Chef 2015.
Nato e cresciuto in Sardegna, lo chef ha frequentato la Scuola Internazionale di Cucina ALMA ed è poi arrivato in Alto Adige, dove ora lavora allo Zum Löwen di Tesimo, in provincia di Bolzano, come pasticcere e chef entremetier.
Abbiamo parlato con Gianluca della finale italiana che si terrà il 20 giugno a Milano, e del suo piatto - Under Ground - che sintetizza la sua filosofia in cucina.
1. Perché ha deciso di partecipare?
Per imparare. Il nostro è un lavoro manuale che rischia di cadere nella ripetizione, senza dare nuovi stimoli. Spero che questa competizione mi porti a conoscere nuove persone, nuove tecniche, nuovi progetti, perfezionandomi ma anche capendo quali sono i miei limiti. E poi certo, vorrei divertirmi!
2. Cosa ha voluto esprimere con il suo piatto?
Ho preso spunto dalla realtà contadina italiana di qualche decennio fa, sia nella mia Sardegna che in Alto Adige. L'inverno quassù in montagna è un periodo duro, e si va sottoterra per trovare qualcosa da mangiare, come le radici. Ma sempre sottoterra avvengono molte cotture "ancestrali", come quella del porceddu. È tutto ruotato intorno all'idea, metaforica e non, di "underground".
3. Dovrebbe vincere lei perché…
Per tutto il pensiero e il lavoro che ci sono stati dietro la creazione del mio piatto.
4. Quali sono i suoi sogni lavorativi?
Sicuramente un mi ristorante. Penso a un locale affollato e chiassoso, con un bancone colorato, dove si respira un'atmosfera serena di condivisione, ma in cui ci siano anche contenuti. Certo, non mi dispiacerebbe se fosse vista mare ...
5. Cosa pensa le porterà il concorso?
Spero non una figuraccia! Scherzi a parte, spero che mi porti contatti e occasioni nuove.
6. Il giudice che teme di più?
Tutti. Voi non sareste spaventati?
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