AGGIORNAMENTO: Posticipata la Grand Finale di S.Pellegrino Young Chef
Mentre si scalda l'atmosfera per la quarta edizione di S.Pellegrino Young Chef, la competizione internazionale che eleggerà il miglior giovane chef under 30 del mondo, è arrivato il momento di annunciare la prestigiosa formazione di top chef che costituiranno la giuria per l'edizione 2020.
Saranno Enrico Bartolini, Mauro Colagreco, Andreas Caminada, Clare Smyth, Pim Techamuanvivit, Manu Buffara e Gavin Kaysen, veri e propri "giganti" della gastronomia globale, i Sette Saggi cui verrà affidato il compito di selezionare e incoronare il miglior giovane chef al mondo in occasione della Grand Finale di S.Pellegrino Young Chef che si terrà a Milano.
A questo punto della competizione sono 12 i giovani finalisti mondiali rimasti in gara a sfidarsi per il titolo, selezionati tra migliaia di candidati che hanno partecipato a una serie di intense finali regionali disputate in tutto il mondo. A rappresentare l'Italia sarà Alessandro Bergamo, finalista per la Region Italia e Sud Est Europa.
I 12 young chef finalisti voleranno a Milano da tutto il mondo con i propri mentor al loro fianco: si sfideranno in cucina preparando i propri signature dish in una competizione durissima, di fronte a un pubblico proveniente da tutto il mondo e, naturalmente, ai Sette Saggi.
Il conto alla rovescia per la Grand Finale è ormai iniziato: i 12 finalisti stanno lavorando duramente in tutto il mondo, collaborando con i propri Mentor, perfezionando il signature dish e le proprie abilità di presentazione, pronti a stupire i Sette Saggi, per affrontare al meglio un'esperienza che potrebbe cambiare la loro vita.
Nell'attesa di vedere all'opera gli young chef finalisti, ecco qualche informazione in più su ciascuno dei Sette Saggi.
Enrico Bartolini
Enrico Bartolini può essere considerato uno dei più raffinati talenti gastronomici italiani. Attualmente ha nove stelle Michelin nei suoi ristoranti, e ha conquistato tre stelle per il suo Enrico Bartolini al MUDEC di Milano nella Guida Michelin 2020.
L’abile chef ha lasciato il segno all'estero nelle cucine di Paolo Petrini a Parigi e Mark Page a Londra, prima di tornare in Italia dove ha lavorato sotto la guida di Massimiliano Alajmo. Con il suo primo ristorante, Le Robinie, nell'Oltrepò Pavese, si è guadagnato la prima stella Michelin a soli 29 anni.
Bartolini occupa un posto di rilievo nel movimento dell'eccellenza gastronomica, fondendo ricerca e sperimentazione con la ricca e dinamica cultura italiana.
Mauro Colagreco
Il famoso chef italo-argentino attualmente è al vertice della gastronomia con il suo ristorante Mirazur in Francia, con tre stelle Michelin e il titolo di Miglior ristorante del mondo nella lista dei World’s 50 Best Restaurants 2019.
Conosciuto per la sua cucina senza confini, lo "chef dell'anno", sfoggia prodotti locali e a chilometro zero nel menu innovativo del suo ristorante in Costa Azzurra, immerso in un rigoglioso giardino mediterraneo e circondato da splendide viste sul mare.
Inizia la sua carriera presso la scuola alberghiera Gato Dumas di Buenos Aires, prima di recarsi in Francia nei primi anni 2000 e di essere preso sotto l'ala di grandi chef francesi quali Alain Passard all'Arpège e Alain Ducasse all'Hotel Plaza Athénée, ma l'eclettico portfolio di progetti di Colagreco ora abbraccia il mondo intero, dalla brasserie GrandCœur di Parigi al Florie's al Four Seasons Hotel, Palm Beach, alla catena di hamburgerie, Carne, in Argentina.
Andreas Caminada
Lo chef Andreas Caminada mostra la cucina svizzera contemporanea nel suo ristorante tre stelle Michelin Schloss Schauenstein, all'interno di uno storico castello del tredicesimo secolo. Situato nella sua città natale nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera, il ristorante vanta una posizione geografica privilegiata, che consente allo chef di reperire gli ingredienti direttamente dal cristallino Lago di Lucerna o dalle innevate Alpi Svizzere.
La longevità e la costanza del ristorante di caratura mondiale testimoniano l'impegno dello chef per raggiungere la perfezione. Oltre a questo indirizzo di punta, il suo portfolio vanta spazi vocati al casual dining in località di lusso come St. Moritz.
La sua dedizione e il suo impegno per la professione culinaria emergono nelle attività della sua fondazione, Fundaziun Uccelin, un gruppo che supporta e spinge i giovani chef e il personale di servizio a migliorare le proprie carriere con ulteriore apprendimento, apprendistati e finanziamenti per le attività culinarie.
Nel 2019, lo chef Caminada ha ricevuto il premio per il Miglior ristorante sostenibile al mondo nell'ambito dei World's 50 Best Restaurants, grazie al suo approccio ambientale e sociale allo Schloss Schauenstein.
Clare Smyth
La chef, di origini irlandesi, è stata nominata la Migliore chef donna al mondo nell’ambito dei World’s 50 Best Restaurants 2018. Ha collezionato un’impeccabile serie di riconoscimenti e di esperienze lavorative ed è attualmente considerata una delle chef più entusiasmanti di Londra.
Mentre scalava le classifiche e lavorava sotto la guida di Gordon Ramsay, Smyth è diventata la prima e unica chef donna britannica a ottenere il massimo riconoscimento delle tre stelle Michelin per il suo lavoro al Ristorante Gordon Ramsay.
Nell'agosto 2017 ha aperto il ristorante Core a Notting Hill, che è stato rapidamente premiato con due stelle Michelin. Come chef, leader e mentor per le future star, Smyth è diventata un punto di riferimento del panorama culinario di Londra.
Pim Techamuanvivit
Un tempo dirigente della Silicon Valley, poi food blogger, Pim Techamuanvivit ha aperto il suo primo ristorante Kin Khao a San Francisco. Quasi immediatamente ha ottenuto una stella Michelin nel 2015 e si è guadagnata un grande seguito per la sua autentica cucina tailandese.
Da allora, la chef autodidatta è stata catapultata sulla scena culinaria internazionale e ha assunto la guida come executive chef in uno dei migliori ristoranti thailandesi del mondo, Nahm (Miglior ristorante in Asia 2014 e una stella Michelin dal 2017). Qui, persegue i principi culinari di lunga data del ristorante e, allo stesso tempo, conferisce ai piatti il suo tocco stilistico.
Manu Buffara
Manu Buffara è l'ultima chef brasiliana "da tenere d’occhio", che sta riuscendo a inserire la sua città natale di Curitiba sulle mappe culinarie. La giovane chef, che ha trascorso diversi periodi di lavoro in ristoranti come Noma e Alinea, ha attirato l'attenzione internazionale per il suo ristorante Manu, vincendo il Miele One to Watch Award nell’ambito dei Latin America's 50 Best Restaurants 2018.
Con la sua voce crescente, la chef è una fautrice del cambiamento, si sta concentrando su temi quali la riduzione dei rifiuti, l’alimentazione migliore e l'ambiente, sia nella sua città natale sia sulla scena gastronomica mondiale. È una chef altamente creativa ed emotiva, con un forte legame con la società e la cultura: una connessione che emerge nelle sue creazioni culinarie.
Gavin Kaysen
Gavin Kaysen è il proprietario del ristorante Spoon and Stable a Minneapolis ed è uno dei pochissimi chef degli Stati Uniti ad aver rappresentato il proprio Paese al concorso culinario biennale Bocuse d’Or a Lione, in Francia. Nel 2015, il team USA ha vinto per la prima volta la medaglia d’argento con Kaysen come head coach e, nel 2017, ha conquistato l'oro.
Kaysen è ora il Presidente del Team USA e sarà il leader della squadra che rappresenterà il Paese al Bocuse d'Or 2021. Aperto, coinvolgente e sempre pronto a condividere le sue conoscenze, Kaysen ha un occhio attento ai dettagli e anni di esperienza in tutto quello che serve per cucinare ad alti livelli sotto la pressione e il calore delle luci.