La Guida Michelin 2020 è stata presentata la scorsa settimana e - come di consueto - ha fatto parlare di sé per le numerose novità, a partire dal nuovo 3 stelle Michelin, Enrico Bartolini. Con lui, il numero degli chef tristellati italiani sale a 11.
Come sempre, c'è chi la stella la prende e chi la perde. A fronte di 13 stelle perse, la 65ma edizione della Rossa ha sancito l'ingresso nel firmamento Michelin di 30 new entry, per un un totale di 328 ristoranti stellati, mentre sono 35 i ristoranti 2 stelle Michelin, di cui 2 new entry.
Tra le nuove stelle Michelin c'è anche Karime Lopez, chef di origini messicane di Gucci Osteria di Massimo Bottura a Firenze. "Ho provato le stesse emozioni di quando vent'anni fa abbiamo preso la prima stella Michelin", ci ha detto Bottura poco dopo la cerimonia. "Karime è un'espressione della nostra famiglia, l'abbiamo voluta fortemente in Italia, abbiamo vissuto un anno e mezzo incredibile".
Le sue peculiarità? "Karime vive la quotidianità in modo serio, sorride poco e lavora molto, ha talento e ha una potenzialità enorme. Cerco di lasciarla esprimere e vedrete cosa regalerà nel tempo: questa è una cosa molto importante; i suoi sono piatti ironici, ma parlano profondamente di prodotto del territorio", ci ha risposto Bottura.

Ma quanti sono i giovani chef neo stellati italiani?
Gli chef neo stellati under 35 sono in totale 15, di cui 13 chef 1 stella Michelin e 2 chef 2 stelle Michelin, Donato Ascani di Glam Enrico Bartolini a Venezia e Michelangelo Mammoliti de La Madernassa a Guarene (Cuneo), rispettivamente classe 1987 e 1985.
Noi ci avevamo visto lungo, perché recentemente avevamo intervistato, tra i Talenti del Gusto, alcuni dei giovani neo stellati della Guida Michelin 2020. A partire proprio da Michelangelo Mammoliti, chef neo bistellato de La Madernassa a Guarene, a dal suo sommelier Alessandro Tupputi. "Due stelle sono una bella responsabilità, ma cercherò di lavorare al meglio per mantenere questo livello e contornarmi di persone che la pensano come me tutti i giorni", ci ha detto Mammoliti poco dopo la premiazione.
Guida Michelin 2020 | I giovani neo stellati italiani
Ma ci avevamo visto lungo anche con S.Pellegrino Young Chef. Ricorderete, infatti, Paolo Griffa, finalista italiano dell'edizione 2015. Il giovane chef ventottenne oggi è alla guida del Petit Royal di Courmayeur e ha conquistato la sua prima stella stella Michelin. "Si tratta di un riconoscimento importantissimo, perché è la prima volta che è 'per me' la stella: è mia e della mia squadra, abbiamo lottato tanto per ottenerla ed è incredibile, perché finché non sali sul palco non ci credi... è bellissimo", ha commentato a caldo.
"Cercavamo decisamente questo riconoscimento, stavamo lavorando proprio in questa direzione. Lo dedico alla proprietà, che ha scommesso su un giovane, ha creduto tantissimo in me, correndo un rischio, alla mia squadra, alla mia famiglia, e a Bob Noto che non c'è più ma che ha sempre creduto in me", ha aggiunto Griffa.

Tra i giovani neo stellati, tanti under 35 in Lombardia: da Cristian Fagone del ristorante Impronte di Bergamo, classe 1988, a Aldo Ritrovato, del ristiorante IT Milano di Gennaro Esposito, classe 1985; da Alessandro Proietti Refrigeri, classe 1988, di Villa Naj a Stradella, che vi avevamo segnalato tra i ristoranti da non perdere nell'Oltrepò, a Davide Puleio, trentenne di origini romane, in cucina a L'Alchimia a Milano, che ha conquistato anche il Premio speciale giovane chef Michelin 2020, stregando gli ispettori con il suo Merluzzo in macchia, con i profumi della macchia mediterranea, definito uno dei migliori piatti dell'anno.
"All'inizio rimani senza parole, poi realizzi e capisci che è un riconoscimento che viene dato all'azienda, all'impegno di tutti, alla squadra, al patron Alberto Tasinato. Tutta la gavetta fatta è valsa a qualcosa, per essere degno di questo riconoscimento", ci ha detto a caldo Puleio. "Dedico questa stella a mia sorella Giulia e ad Alessandro Narducci, che sono venuti mancare un anno fa", ci ha raccontato.
Rimanendo al nord, ecco una stella anche a Mathias Bachmann di Apostelstube a Bressanone, in provincia di Bolzano, classe 1987, ma anche una nuova stella nelle Langhe, a Bruno Melati del Fre di Monforte d'Alba, classe 1986, che ha da poco preso il posto del coetaneo Paolo Meneguz. In Toscana, invece, l'ambito astro è stato conquistato da Nicola Gronchi, classe 1984, chef de Il Parco di Villa Grey di Forte dei Marmi (chiuso per lavori da novembre).

Al sud? La Campania vede due nuovi giovani stellati: il ventiseienne Adriano Dentoni Litta de La Tuga di Ischia e Luigi Lionetti, classe 1984, del Monzù di Capri, a Punta Tragara, uno dei ristoranti che vi avevamo segnalato nel nostro tour gourmet dell'isola azzurra. "Un'emozione che ancora faccio fatica a realizzare: abbiamo lavorato tanto per fare stare bene i clienti, che è la cosa più importante", ha commentato Lionetti, da dodici anni nella brigata del Monzù e da sei anni chef. Una nuova stella under 35 brilla anche su Napoli, conquistata da 33enne Domenico Candela del George Restaurant, spazio gourmet aperto l'anno scorso all'interno del Grand Hotel Parker’s.
E ancora, Pietro Penna, 35 anni, è il neo stellato del Casamatta di Manduria, in provincia di Taranto, mentre Giuseppe Raciti, classe 1985, è lo chef neo stellato dello Zash di Riposto, ai piedi dell'Etna, che ricorderete tra i quattro finalisti italiani del Bocuse d'Or, nel 2017.
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