Anche la persona più dotata di immaginazione faticherebbe a visualizzare 55 mila porzioni di cous cous, servite tutte insieme nella stessa occasione: è quello che accade ogni anno a San Vito lo Capo, piccolo paese sulla costa nord occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani, che da 18 anni ospita la più importante manifestazione dedicata a questo piatto.
Il cous cous è una preparazione diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, a base di semola di grano duro cotta al vapore, insaporita con spezie e accompagnata da carne (di solito pollo, agnello, montone) o pesce e verdure (carote, rape, ecc.) lessate in un brodo più o meno piccante.
La fortuna e la popolarità di questo piatto è dovuta proprio alla sua capacità di diventare neutro, di accompagnarsi a un'infinità di ingredienti e spezie, di diventare portavoce di molte culture sino a rappresentare uno dei piatti in assoluto più "contaminati".
Per rendersene conto basta andare alla scoperta dei piatti presentati dai paesi in gara al Cous Cous Fest: siete pronti per lasciare San Vito lo Capo e viaggiare intorno al mondo alla scoperta di 8 diverse varianti di cous cous?
ITALIA
L'Italia, vincitrice della manifestazione a parimerito con le Mauritius, ha presentato “Oro Rosso”: un cous cous aromatizzato con pepe di Timut e mandorle sminuzzate, accompagnato da una falda di ricciola, un gambero crudo e maionese ricavata dalle teste dello dolcissimo gambero "Rosso di Mazara del Vallo", altro vanto gastronomico della Sicilia. A prepararlo sono stati lo chef di San Vito Lo Capo Rocco Pace e il lombardo Stefano De Gregorio.
MAURITIUS
Alle Isole Mauritius il cous cous diventa un’entrée che accompagna gamberi al curry e lemongrass, cotto e servito in un contenitore di vetro e chiuso ermeticamente. La ricetta porta la firma dello chef Vinod Sookar.
USA
La versione degli Stati Uniti, rappresentati da Sara Kramer e Pamela Yung, è vegetariana e contiene solo un derivato animale, il latticello. Le due chef hanno osato coraggiosamente abbinare un prodotto caseario a un sapore acido come le cipolline all'aceto: abbinamento un po’ azzardato che nel piatto ha funzionato bene.
MAROCCO
Il cous cous del Marocco, della chef marocchina ma italiana d’adozione Suede Barouz, rappresenta al meglio l'incontro tra i due Paesi: “Mi sono ispirata alle vostre lasagne", ha commentato la chef spiegando il suo piatto formato da strati di verdure tagliate a julienne e saltate in padella e alternate a strati di semola insaporiti con spezie e pezzi morbidi di carne. In Marocco, paese dove il cous cous rappresenta un piatto molto tradizionale, si può trovare anche del pesce in salsa agrodolce con uvetta e cipolle.
FRANCIA
La Francia ha proposto una preparazione complessa e articolata con tre tipi diversi di carne: manzo, vitello e agnello. In totale sono più di una quarantina gli ingredienti usati per il piatto, perfetto esempio della grandeur della cucina francese: a firmarlo lo chef Jean-Roch Audion, patron del ristorante Edgard a Saint-Laurent du Var, in Costa Azzurra.
TUNISIA
In Tunisia il cous cous è di solito un piatto rosso, preparato con pesce e calamari. Lo chef tunisino Fethi Kahlaoui si distacca dalla tradizione e lo propone con ceci e fette di calamari ripieni di gamberetti, spinaci e harissa, una salsa a base di peperoncino, aglio e olio d'oliva.
BRASILE
Madre bahiana e padre carioca, lo chef Cristopher Cabicieri di Rio de Janeiro è il patron di "Zuza" e scende in campo per il Brasile. Per il cous Cous fest ha scelto una versione essenziale e minimalista di cous cous con polpo prima cotto e poi passato alla griglia. A insaporire la semola mista a broccoletti, una salsa al vino rosso e aceto balsamico: risultato vincente.
ISRAELE
A rappresentare Israele è Boaz Cohen: il suo cous cous insaporito con prezzemolo, lavanda e limone è abbinato a ceci e pollo sfilacciato con le mani e a una salsa a base di albicocche secche.