Possono esserci in mezzo migliaia di chilometri, decine di anni e percorsi di vita dalle tortuosità imprevedibili, ma la Sicilia è una terra che lega con un filo di quelli che non si spezzano. Non si è spezzato quello di Rino Duca, che dalla sua Palermo è andato via molto tempo fa, approdando in un'Emilia che ci ha messo poco a diventare sua seconda casa, ma non gli ha mai fatto dimenticare la prima.

Prima educatore per studi (e vocazione), poi chef senza formazione ufficiale (ma per indubbia passione): Rino Duca è un cuoco atipico, una delle voci più originali nella bassa emiliana, terra che con pazienza sta dissodando da un suolo gastronomicamente un po' arido, rendendo Ravarino - 6000 abitanti in provincia di Modena - una meta da gourmand grazie all'Osteria Grano di Pepe.

Non fatevi fuorviare dal nome Osteria: non lo è nel design netto e pulito, dall'atmosfera scura ma avvolgente, e non lo è nel menu, una serie di rivisitazioni intelligenti della tradizione siculo-emiliana intervallate da qualche ben riuscito colpo da maestro. Il ristorante nasce nel 2008 ma, complice uno stage al Piazza Duomo d'Alba di Crippa, gli ultimi tre anni sono stati quelli della svolta.

Immagine: Alban Rassatti

Immagine: Alban Rassatti

Immagine: Alain Rassatti
Già dall'antipasto si inizia a muovere i primi passi in Sicilia, i passi delicati delle Panelle rivisitate o della Melanzana alla parmigiana. Forte anche l'influenza di Crippa, nei piatti in cui lo chef distilla i sapori del suo orto, coltivato con pazienza e una dedizione che sconfina nel viscerale. Se sul versante secondi prevale una voracità intensa e piscivora - un piatto su tutti, il Tonno al ricordo di Palermo - la portata indimenticabile, quella in cui non sempre si ha la fortuna di inciampare, sono però gli straordinari Spaghetti al nero di seppia con essenza di mandarino.

Immagine: Paolo Terzi
Da raccontare anche il piatto Cronaca di un’estate: un cuoppo, fatto con carta riso di commestibile, su cui lo chef ha stampato con nero di seppia l'articolo che annuncia la morte di Rocco Chinnici il 29 luglio 1983 a Palermo, mentre il ripieno - sarde, verdure, seppie - ricorda la spesa fatta ai mercati rionali della sua città natale. Un piatto che riesce a essere ricordo personale, sobria commemorazione e sostanza della tradizione senza mai oltrepassare la linea della retorica.

Immagine: Alban Rassatti
Nei dolci si ritorna in Sicilia per una cassatina "drappeggiata" o un cannolo. Perché la cucina siciliana è, essenzialmente, godimento, e nemmeno questo va scordato mai.
Ben calibrate le proposte degustazione: cinque portate a 50 euro, sette a 65 euro, dieci a 80 euro (abbinamento vini: 3 calici a 25 euro, 6 a 45). Servizio in sala di una preparazione e una gradevolezza rare.
Cosa Il Grano di Pepe
Dove Via Roma 178/A, Ravarino (MO)
Info 059 905529