Il duo gastronomico costituito da Francesco Sposito, chef di Taverna Estia (due stelle Michelin) a Brusciano (Napoli), e Salvatore Salvo, al timone della Pizzeria Salvo a Napoli (Tre Spicchi del Gambero Rosso, 9º nella classifica 50 Top Pizza Italia 2024) è il protagonista del secondo appuntamento al The Sanpellegrino Table in occasione della terza e ultima giornata di Identità Golose 2025: nel corso della ventesima edizione del congresso internazionale di cucina d'autore, tre coppie al giorno, costituite rispettivamente da uno chef e un pizzaiolo, hanno animato lo stand, proponendo due creazioni in degustazione, ideate e realizzate a quattro mani.
Vuoi conoscere meglio i due protagonisti dell’ottavo appuntamento in programma? Scopri di più in questa inedita intervista doppia!
Quale pizza ordina quando esce a cena?
Sposito: la Margherita.
Salvo: sempre la Margherita, non può mai mancare.
Qual è invece il piatto-comfort food che si cucina più volentieri a casa?
Sposito: un tòrtano, il classico casatiello napoletano.
Salvo: il pesce, perché è pratico, veloce e gustoso (e consente anche di aprire delle buone bottiglie).
Tre parole per descrivere le vostre creazioni nell'ambito di The Sanpellegrino Table.
Sposito: condivisione, stagionalità e memoria.
Salvo: Vesuvio, confronto e casa.
Cosa vorrebbe prendere in prestito dall’altro per un giorno?
Sposito: la sua altezza!
Salvo: la sua tecnica, è stato lo chef campano che ho conosciuto prima di tutti... Ha una visione gastronomica molto vicina alla mia, mi sono ritrovato subito nella sua idea di cucina, fatta di tecnica, ma anche di territorio e ricordi di casa.
Quali ingredienti porterebbe su un’isola deserta?
Sposito: l’ingegno.
Salvo: pane e salame!
L’ingrediente che non ha mai usato e che vorrebbe usare.
Sposito: la carne d’asino.
Salvo: le spezie come topping sulla pizza.
C’è un ingrediente che per lei “va su tutto” come il nero?
Sposito: l’olio extravergine d’oliva.
Salvo: il pomodoro, ma anche l’olio extravergine d’oliva di qualità.
Qual è l’ingrediente più sopravvalutato della storia?
Sposito: il caviale.
Salvo: l’ananas sulla pizza.
Il miglior piatto/pizza che ha mai assaggiato nella sua vita?
Sposito: il Pollo cotto nel fieno o la Millefoglie di Alain Passard.
Salvo: difficile scegliere, quando hai un’educazione familiare al buon cibo. Ne ho assaggiati tanti di piatti incredibili... Recentemente ho provato il padellino con la parmigiana di Salvatore Lioniello: eccezionale. Indimenticabile anche la pizza bianca con la mortazza di Roscioli.
Ananas sulla pizza, sì o no? E perché?
Sposito: assolutamente no! Se lo fa Gino Sorbillo è una provocazione che accetto, perché fa parlare del mondo pizza, ma dal punto vista dei sapori, non incontra i miei gusti. Preferisco il limone sulla pizza, magari abbinato alle alici di Cetara e al pecorino dei Monti Lattari.
Salvo: assolutamente no! Non ho preconcetti, tanto che sulla pizza io ho usato sia la pera sia la melannurca, ma da campano ho la consapevolezza di vivere in una terra ricca dal punto di vista agricolo, quindi penso che non abbia senso usare un frutto esotico non coltivato in Italia. I kiwi, per esempio, vengono coltivati anche a Benevento, quindi per me ha senso usarli, anche sulla pizza. L’importante è non allontanarsi dal territorio, che è uno stimolo continuo.
Quale personaggio famoso le piacerebbe vedere seduto nel suo ristorante?
Sposito: Al Pacino.
Salvo: Robert De Niro, un attore che frequenta molto Napoli.
Un trend per il 2025: un ingrediente o piatto must da preparare per colpire i nostri ospiti.
Sposito: piatti di sostanza e di grande godimento.
Salvo: stupire con i piatti semplici della tradizione.
Quale ricetta a sua firma ha deciso di condividere con la community di Fine Dining Lovers?
Sposito: Ve lo svelerò presto!
Salvo: Pizza, provoale e pepe