L'Unione Europea ha recentemente riconosciuto alla Pitina di Pordenone, già presidio Slow Food e piatto tipico della tradizione friulana, il marchio IGP.
Sale così a 296 il numero di prodotti italiani entrati nel registro di qualità della UE che raccoglie un totale di 1425 prodotti alimentari a indicazione geografica protetta (IGP, appunto).
L'Italia vanta quindi il record di essere il paese con il numero più alto di iscritti al DOOR Database of Origin & Registration.
Ma cos'è esattamente la Pitina di Pordenone? Conosciamola meglio.
Pitina di Pordenone | Cos'è
Un post condiviso da Chef Adriano Ribeiro (@chefadriano.ribeiro) in data: Mar 18, 2018 at 8:24 PDT
La Pitina è una grossa polpetta di carne ovicaprile e di selvaggina ungulata.
Ha la forma di una pagnotta e viene conservata attraverso un particolare processo di affumicatura ed uno strato di farina di mais che ricopre totalmente l'esterno.
Taglia al coltetto, la Pitina appare come un salame a grana grossa.
Pitina di Pordenone | Dove si produce
Per esere "quella vera", la Pitina può essere prodotta soltanto nei comuni di Andreis, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale, Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto.
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