Dissetarsi in futuro sarà una faccenda sempre più curiosa, se è vero che il 2017 sancirà il successo di molte bevande insolite al limite della chicca introvabile. No, non saranno ahimè elisir di eterna giovinezza e non ci renderanno invincibili, ma saranno salutari e almeno per lo spazio di una bevuta potremo sentirci come le star: Beyoncé ad esempio pare sia una fan accanita delle "plant waters", nello specifico dell'acqua di cocomero. Il che ci porta al trend numero uno…
Plant waters: saranno sempre più ricercate
Sapevate che un giorno avreste potuto bere l'acqua di acero? Sì? Ok, in effetti è dalla scorsa primavera che se ne parla. Ma se vi dicessimo che potreste bere l'acqua di betulla o di fichi d'India? Già. Volendo ci disseteremo - o ci coccoleremo quando ci coglierà vaghezza di bere "strano" - con la linfa delle piante! Chiamatele però "plant waters". Novità assoluta? Sì e no. Dal tormentone "acqua di cocco" ne è passata... di acqua sotto i ponti (un paio di lustri), ma proprio quando pensavamo che il trend avesse detto tutto quello che aveva da dire, l'incessante richiesta di bevande con un quid ha prima lanciato l'acqua d'acero poi la linfa di betulla e quindi la "cactus water".
A onor del vero era da un po' che se ne parlava, ma non abbastanza perché si potesse discorrere di trend certi con volumi d'affari promettenti. La linfa di betulla, tipica delle latitudini "alte" dell'emisfero boreale (dalla Bielorussia alla Svezia, dalla Romania all'Estonia passando per Inghilterra e Scozia, per intenderci), è quasi unica nel suo genere dal punto di vista della reperibilità: si raccoglie solamente fra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, quando la linfa degli alberi riprende a circolare vivacemente. In più si è meritata l'etichetta di "superfood": stracarica di antiossidanti, aminoacidi, sali minerali e xilitolo, pare sia in grado di prevenire e curare non pochi malanni e inestetismi, dall'artrite all'odiatissima cellulite passando per le carie dentali. Il sapore? Se vi dicessimo che sa di acqua di fonte poco o punto dolce con un accenno di pino più... una boccata di aria fresca?
Più decisa e appagante sarebbe invece la "cactus water", o acqua di fichi d'India, che potrebbe dare una decisa spallata tanto all'acqua di cocco quanto al succo di aloe vera. La cactus water è in realtà un mix di concentrato ed estratto di fichi d'India più acqua e aromi naturali. Insomma, non linfa bensì qualcosa di più. Un po' come l'acqua di cocomero, che con la "cactus water" condivide molti plus salutari (per saperne di più leggete qui e qui) oltre a un roseo futuro, se dobbiamo credere alle previsioni degli analisti come Julian Melletin, della New Nutrition Business, secondo cui le plant waters in generale daranno vita da qui al 2025 a un giro d'affari di 4 miliardi di dollari.
Nel 2017, la pressione sarà "alta" ma buona
Se l'acqua di cocomero non è acqua, allora cos'è? Succo, polpa e buccia (esatto: buccia) di anguria centrifugate più uno "zic" di limone. Rigorosamente non pastorizzati bensì lavorati con l'alta pressione, perché succhi, concentrati ed estratti - ma anche caffè e tè freddi - saranno sempre più preparati con l'HPP ("High Pressure Processing"), per mantenere inalterate le proprietà nutrizionali degli ingredienti. Unico neo: non essendo pastorizzate, queste bevande hanno vita breve. Da bersi a stretto giro d'acquisto, come il latte fresco insomma.
Caffè, tè e infusi. Sempre più integrali
I tè, i caffè e gli infusi in generale si affideranno a lavorazioni più rispettose delle loro qualità organolettiche originarie. Foglie intere quindi e non estratti per i tè freddi del futuro, che ora mettono al bando anche l'aggiunta di zuccheri perché quel che veramente conterà sarà il sapore del tè come natura consegna. Stesso discorso per il caffè: fatevi da parte polveri o liofilizzati, benvenuti chicchi poco o punto torrefatti da macinare al momento per un sapore più "materico".
Beviamoci il pranzo
Il tempo è tiranno e spesso conciliare l'ora del pasto con gli impegni quotidiani è impresa titanica. Ecco perché cresceranno gli "snack drink". State già andando con la memoria ai beveroni sazia-fame-combatti-peso degli anni Ottanta? Ricredetevi. I nuovi "pasti bevibili" sono buoni, fanno bene e vantano molte chicche oggi sull'onda del fine dining: semi di lino, quinoa, chia o grano saraceno andranno a braccetto con succhi, centrifugati ed estratti di frutta, legumi o verdura per un pieno di fibre, vitamine e sali minerali.
Gli altri trend ci dicono che...
Dopo anni di performance incerte e altalenanti, anche per le bevande speziate pare sia arrivato il momento favorevole: piacciono sempre di più i mix di succhi o soft drink con pepe di cayenna, peperoncino, wasabi o zenzero. Andranno forte anche il matcha freddo - vendibile però solo in tetrapack o lattina poiché pare che la luce alteri le qualità del noto tè verde giapponese - così come le bevande di proteine vegetali (spirulina, lenticchie, riso, soya, canapa) che rispondono a crescenti esigenze dietetiche e a precisi stili di vita (veganesimo & C.) ma anche a una sempre più decisa attenzione per la sostenibilità ambientale.
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