Castelluccio è una località a 28 chilometri da Norcia, Umbria. Ci si arriva da una strada panoramica nell'altopiano, uno dei più vasti del Centro Italia. Siamo nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, a 1.452 metri. Ma a cosa deve la sua fama il paesino? A una varietà di lenticchie tra le più saporite e pregiate, tanto da meritarsi il bollino IGP.
CASTELLUCCIO: LE ORIGINI
Le lenticchie, famiglia delle Papilionacee, sono ricche di fibre, sali minerali, vitamine. L'Onu, che ha decretato il 2016 anno internazionale dei legumi, vuole rivalutarle. Fin dall'antichità, vengono chiamate "carne dei poveri" (25% di proteine). Studi su reperti fossili ci dicono che in Asia sono coltivate fin dal 7000 a.C., nella regione che oggi corrisponde alla Siria: da lì si diffusero in tutto il Mediterraneo.
LE CARATTERISTICHE DISTINTIVE
La lenticchia (lens culinario) più è preziosa, più è minuscola: come quella di Castelluccio. La buccia sottile e tenera ne consente la cottura senza ammollo - un vantaggio, visto chedovrebbe durare almeno 4 ore. La lenticchia di Castelluccio è il miraggio dei salutisti: proteine, vitamine, fibre e sali minerali la rendono ottima per chi necessita di una dieta ricca di ferro, potassio e fosforo, ma povera di grassi.
COME SI PRODUCE LA LENTICCHIA DI CASTELLUCCIO DI NORCIA
La lenticchia si accontenta di terreni carsici non troppo fertili. La quantità prodotta all’anno è limitata, il che la rende un prodotto di nicchia. A quasi 1500 metri, il clima è freddo: la lenticchia di Castelluccio, che non è attaccata dal tonchio (insetto le cui larve si nutrono dei legumi), non ha bisogno di essere trattata per la conservazione.

I contadini della zona sono precursori dell’agricoltura biologica: ogni anno, nello stesso terreno, alternano coltivazioni di lenticchie con quelle di frumento e pascolo, senza utilizzare fertilizzanti chimici. Gli inverni di Castellucio sono rigidi. Appena le nevi si sciolgono, dopo la prima luna nuova di primavera, iniziano i lavori di aratura per la semina. I contadini più anziani, ai primi di maggio, praticano riti propiziatori contro fuoco, tempeste, siccità, cavallette. Piantano in ogni campo una piccola croce fatta con ramoscelli d'ulivo, poi gettano sul terreno carboni benedetti e gocce di acqua santa. In giugno, i terreni sbocciano e i turisti godono della famosa fioritura di Castelluccio. Il raccolto è a luglio, agosto è dedicato alla trebbiatura e a settembre le lenticchie sono portate in Cooperativa per essere confezionate e distribuite. come cucinare le lenticchie di Castelluccio
COME CUOCERE LE LENTICCHIE DI CASTELLUCCIO
Le lenticchie si consumano sempre cotte, si possono frullare e trasformare in crema, aggiungere a un'insalata, in umido con aggiunta di un po' di pomodoro, sotto forma di sformato o di zuppa. I vegani con le lenticchie ci fanno anche gli hamburger.

Sapevate perché è consuetudine mangiarle durante la cena dell’ultimo dell’anno come buon auspicio (specialmente dal punto di vista economico) per propiziare un futuro prosperoso? L'usanza deriva dalla tradizione dell'antica Roma di regalare una “scarsella” (piccola borsa di pelle per contenere denari) riempita di lenticchie, con l’augurio che possano trasformarsi in monete. Ma gli chef stellati italiani hanno ormai preso l'abitudine di inserirle in menu non solo a Capodanno, fino a renderla protagonista dell'alta cucina. Massimo Bottura ha creato piatti straordinari come i Ravioli di cotechino e lenticchie in salsa al fagiolo o la Gelatina di cotechino e lenticchie fritte, oppure la Crema di lenticchie, aria e chips di gamberi.
COME ABBINARE LE LENTICCHIE
La lenticchia ama l’aglio, il rosmarino, il cotechino e i crostacei. L'alto contenuto di proteine, responsabili di una salivazione accentuata, richiede un vino con un buon grado alcolico o una moderata astringenza: anche i rossi con modesto contenuto di tannini sono adatti.
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