Non capita tutti i giorni di essere invitati a pranzo alla presenza di sette dei più grandi chef italiani, 13 stelle Michelin in tutto, anni di esperienza, ciascuno con il proprio ristorante e ciascuno all’opera per cucinare una delle sette portate di un menu speciale.
The Lunch of a Lifetime, l'evento che la squadra di Identità Golose ha organizzato qualche giorno fa da Harrods a Londra, ha davvero mantenuto le promesse. Un pranzo preparato da Carlo Cracco, Gennaro Esposito, Massimo Bottura, Enrico e Roberto Cerea, Davide Scabin e Luciano Monosilio – l’elite del fine dining italiano, una squadra gastronomica tostissima proveniente da diverse zone del Paese.

Nell'imponente sala del Georgian Restaurant di Harrods, centinaia di ospiti – chef, giornalisti e fortunati membri del pubblico – hanno preso posto impazienti di assaporare un simile banchetto italiano. Dopo tutto, un pranzo aperto dalle Uova in camicia allo zafferano con zucchine di Carlo Cracco cinque portate prima che Massimo Bottura portasse in tavola la sua creazione – un succulento, colorato e giocoso Vitello Psichedelico cotto alla perfezione, è senza dubbio speciale.
Anche per gli chef è stato qualcosa di particolare. Avevano l’aria di chi vive un giorno importante, di quelli che decretano un cambiamento ormai avvenuto, di cui tutti loro sono stati protagonisti e che hanno incoraggiato per molto tempo.

"Molte persone vengono in Italia per il cibo e dobbiamo partire dalla qualità e dalla bellezza dei nostri ingredienti e dai nostri sapori unici. È importante esserne fieri e esprimere questo orgoglio", ha dichiarato Massimo Bottura durante il pranzo. "Ho la sensazione che l’Italia mostrerà molto presto quanto sa essere forte. Abbiamo un tale potere, una tale energia e un potenzale così grande... Anche l’etica e l’estetica sono pronte, abbiamo solo bisogno di una forza istituzionale che ci tenga insieme".
Bottura è ottimista e si sente parte di un forte movimento di trasformazione della cucina italiana, qualcosa che a suo dire ha dispiegato la sua forza negli ultimi 15 anni attraverso un grande rispetto del territorio e la costruzione di un brillante network di condivisione dei saperi tra chef, produttori e fornitori in tutto il Paese.
Lo chef dell’Osteria Francescana di Modena è ottimista ma avverte: "L’Italia è sempre stata troppo propensa a crogiolarsi nel ricordo del passato, ma per proiettarsi nel futuro bisogna analizzare il passato in modo critico, prendere il meglio di ciò che è stato e portarlo avanti – questo è il punto... Chi idealizza troppo il passato è finito”.

Davide Scabin, che ha invitato gli ospiti a mescolare la propria pasta in recipienti su misura, ha detto: “Per la cucina italiana questo è il miglior momento di sempre, emergere è difficile ma per noi è un periodo eccezionale. È paradossale perché conosciamo la profondità della crisi economica, ma stiamo lavorando molto bene.
Non c’è mai stato un periodo così positivo per la cucina italiana. Gli chef che stanno facendo un ottimo lavoro sono davvero molti. Sono felice di vivere questo momento positivo per l’Italia”.
Tra i talenti italiani emergenti, anche la generazione più giovane ha trovato espressione attraverso la Carbonara di Luciano Monosilio, famosa nel mondo. Lo chef, che ha 29 anni, è un esempio di una generazione che ha imparato osservando questi ultimi 15 anni di sviluppo della scena gastronomica italiana e ha potuto giovarsi direttamente di quella condivisione di saperi di cui parlava Massimo Bottura.
"Noi abbiamo alcuni degli chef migliori del mondo, possiamo imparare tantissimo da loro... Tutti conoscono le tecniche, ma gli italiani in questo momento stanno mettendo sul piatto idee grandiose, abbiamo a disposizione ingredienti eccezionali e la nostra mentalità si è fatta più aperta passo dopo passo. È una ruota: prima c’è stata la Spagna, poi la Francia, nei prossimi 5 o 6 anni il nostro Paese è destinato a essere molto importante nel mondo della gastronomia".

Per alcuni questa giornata è stata un’occasione per assaggiare l’Insalatina di baccalà con le sue trippe e spuma di patate affumicate, un antipasto di Enrico e Roberto Cerea, il Trancio di pesce bianco scottato, variazione di clorofille e battuto di erbe aromatiche di Gennaro Esposito e uno sconfinato buffet di dessert che copriva l’intera lughezza della sala.
Per altri, specialmente per gli chef, è stata un’occasione per mostrare al mondo cosa bolle in pentola dietro le porte delle cucine italiane. Un’occasione per spiegare che molto presto quelle porte si apriranno all’improvviso rivelando una nuova cucina italiana, più energica, più raffinata e più forte.
Nei prossimi anni, ha dichiarato Bottura, sia gli chef sia il pubblico ricominceranno “a innamorarsi della cucina italiana”. E se lo dice lo chef del ristorante numero tre dei World's 50 Best Restaurants Awards 2013 sponsorizzati da S.Pellegrino e Acqua Panna, c'è da credergli.