"Arricchisce mente e anima, dona sicurezza e stabilità". Con queste parole Leatrice Eiseman, direttore esecutivo di Pantone Color, ha spiegato perché il Marsala fosse stato scelto come colore del 2015. Una sfumatura calda e raffinata, "che incarna il piacere di un pasto appagante". E il paragone gastronomico non è casuale, come non è casuale l'omonimia tra la tonalità e il vino liquoroso che a sua volta prende il nome dalla città siciliana, chiamata così dall'arabo Mars-Allah, porto di Allah.

Il Marsala è una DOC siciliana (la prima DOC italiana, nata nel 1963) della provincia di Trapani, per la cui esistenza dobbiamo ringraziare un mercante inglese: nel 1773 John Woodhouse, di passaggio in Sicilia, fu molto colpito dai vini della zona invecchiati in botti di rovere, tanto da decidere di trasferirsi e iniziarne la produzione e la commercializzazione utilizzando il metodo soleras, già conosciuto all'epoca per il Porto e lo Sherry, che mescola vini di annate diverse. Esistono diverse tipologie di Marsala: tutte hanno in comune la forte alcolicità (durante la fermentazione viene aggiunto alcol vinico per aumentarne la gradazione), l'affinamento in botte (anche oltre i dieci anni) e, ovviamente, il colore.

Il Marsala è il protagonista di uno dei più apprezzati dolci italiani, lo zabaione. I tuorli d'uovo e lo zucchero, infatti, vengono normalmente arricchiti con Marsala secco, anche se non mancano le varianti con vini similari come Malaga o Moscato.

Altre due accoppiate vincenti con il Marsala sono salate. Da una parte il Pollo al Marsala, dove le scaloppine sono insaporite dal vino, e dall'altra le carote, che ben si sposano con il vino siciliano. Come in questa ricetta di Mauricio Zillo del Rebelot, Confit di carote novelle di Ispica con riduzione di Marsala e burro alle acciughe.
E a proposito di omonimie, non possiamo concludere senza consigliarvi di andare da Marsala 18, deliziosa enoteca a Imola.