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Il must è il ritorno alla semplicità, in cucina come a tavola: abbandonate dunque il servizio di posate d’argento della nonna, la complicata serie di piatti e sottopiatti cinesi e abbracciate una rivoluzione silente fatta di gesti più primordiali.
Mangiare direttamente dal piatto di portata, aiutarsi con dei movimenti apparentemente più rustici ma che nascondono gesti invece molto naturali.
La designer voleva trovare un modo di rimodellare l’esperienza degustativa favorendo il rapporto diretto con quello che si mangia, e si è rivolta alle forma della natura, a contenitori naturali insomma.
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