Se il Festivàl di Sanremo 2022 fosse una lunga tavola della domenica, di quelle all’italiana in cui si servono portate fumanti e, perché no, anche qualche avanzo (perché ormai si sa, in cucina così come nella canzone italiana non si butta via niente), quali sarebbero ingredienti e ricette?
La tavola di Sanremo, sempre pantagruelica e varia come la nostra dieta mediterranea, include tutti e ognuno bussa coi piedi (cioè porta qualcosa come il galateo impone. Segnatevelo per il prossimo invito a cena che riceverete). C’è la nonna che non può fare a meno della tradizione con le lasagne al ragù, la nuova fidanzata (americana) del cugino che ha preparato le fettuccine Alfredo (sempre colpa di Alfredo, come cantava uno degli invitati di qualche anno fa), lo zio che ha fatto il corso di alta cucina e vuole sferificare a tutti i costi.
Pittoresca, gustosa e con qualche perdonabile difetto di impiattamento, la settimana del Festival di Sanremo ha sempre il magico potere di farci sedere vicini, uno accanto all’altro senza mascherine e senza distanza di sicurezza. Ci dimentichiamo della pandemia per 5 giorni (che ne abbiamo tutti un gran bisogno), ci sediamo a tavola, mettiamo il tovagliolo sulle gambe e siamo pronti per assaggiare (e giudicare).
Ecco le pagelle food del Festival di Sanremo 2022 secondo Fine Dining Lovers!
Sanremo 2022: le pagelle (food)
Achille Lauro – Voto 6
Lauro ci abituati in questi ultimi anni a impiattamenti indimenticabili, di quelli che lasciano a bocca aperta ma che hanno un contenuto che poi non convince fino in fondo. Nella sua prima performance ci ha ricordato una tartare. Perché? La risposta è semplice. È arrivato per primo, ma soprattutto si è presentato nudo e crudo.
Aka7even – Voto 5+
La cucina è molto simile alla musica, forse perché sono entrambe due forme d’arte. Chi è dunque appassionato di musica sa che ci sono pezzi, melodie e cantanti sopravvalutati. Piacciono, e anche tanto, ma se li si analizza attentamente non si capiscono i reali motivi che li abbiamo portati in cima all’Olimpo dell’arte musicale. Nella cucina accade più o meno la stessa cosa, è il caso delle patate viola che hanno letteralmente spopolato qualche tempo fa. Così abbiamo visto chips di patate viola, purè di patate viola, patate viola di patate viola. Ma cos’hanno queste patate viola che le patate normali non hanno? Aka7even, non ti abbiamo capito benissimo, scusaci!
Ana Mena – Voto 4
Un saggio direbbe “ne devi mangiare ancora di pastasciutta”. La giovane Ana Mena, regina delle hit estive degli ultimi anni che ricorda un mash-up tra Jennifer Lopez e Ariana Grande, si presenta alla cena della prima serata con la pizza con l’ananas. Tutti i commensali si guardano sbigottiti tra loro, ma non hanno cuore di dire alla piccolina che no, sulla tavola della domenica la pizza con l’ananas non si porta. Qualcuno assaggia e cerca di filosofare su quanto questo abbinamento possa in fondo avere un senso, ma no, lo sappiamo tutti che… no!
Dargen D’Amico – Voto 6 e mezzo
Sarà l’outfit o sarà che in fondo senza troppi guizzi è stata portata a casa, ma l’esibizione di Dargen ci ha ricordato il classico piatto di prosciutto e melone che prima o poi arriva sulle tavole estive. Parlando di abbinamenti, prosciutto e melone non si vogliono particolarmente bene e non si spiega come mai questo binomio sia così fortunato, ma se una cosa funziona c’è poco da domandarsi.
Ditonellapiaga e Donatella Rettore – Voto 8 meno
Che la cucina, come l’amore, sia questione di chimica non dobbiamo di certo sottolinearlo. Il genio di Ferran Adrià, nei primi anni di questo secolo, ha raccontato e insegnato al mondo la cucina molecolare. Una cucina nata da esperimenti, calcoli precisi e ingredienti che mai prima erano entrati in un menu. La cucina molecolare ci ha restituito piatti visivamente prodigiosi, sensazioni stupefacenti, sapori che ingannavano il cervello dando vita a esperienze gastronomiche uniche, divertenti e indimenticabili. Ditonellapiaga e Donatella Rettore ci sono sembrate tutto questo.
Elisa – Voto 7
Saremo molto brevi sulla pagella di Elisa che torna a Sanremo dopo 21 anni. Ci sono cose che non stancano mai, le meringhe sono una di queste. Delicate, candide, dolci.
Emma – Voto 7
Ci sono ricette che sono più buone il giorno dopo. Si tratta di piatti simbolo della cucina italiana, piatti che non si fanno scalfire da niente. Non li tocca la cucina turistica, il freezer, una scelta di ingredienti di bassa qualità, niente! Quei piatti sono buoni e basta, forse perché sono rassicuranti e sanno di casa, ci ricordano le domeniche a casa della nonna, le sbucciature sulle ginocchia che miracolosamente guarivano con un bacio di mammà. Emma è questo: certezza, sicurezza, calore (sulla mia pelle, come cantava qualche anno fa). Diamo ad Emma la lasagna, congelata a Natale nelle vaschette di alluminio che con una passata in forno e pure più buona.
(Ci teniamo a precisare che il voto è stato gonfiato di mezzo punto per la presenza di una freschissima stella Michielin).
Fabrizio Moro - Voto 5
Per ottenere una perfetta bistecca, oltre alla qualità della carne, serve una tecnica di cottura fondamentale ma estremamente sottovalutata nelle cucine di casa. Questa tecnica è tenuta viva dalla celebre reazione di Maillard. Attraverso questa reazione chimica, il calore della griglia a contatto con la carne fredda, permette la caramellizzazione degli zuccheri che sciogliendosi sigillano la carne proteggendone il cuore e regalano la famosa crosticina croccante che solo a pensarci aumenta la salivazione. Tranquilli, è tutto normale. C’è un tema importante però. Per ottenere la reazione di Maillard non bisogna avere fretta di girare la bistecca altrimenti la magia non avviene. Moro era partito bene nelle sue precedenti presenze al Festivàl, ma ha poi avuto troppa fretta di tornare su quel palco, ci è sembrato poco pronto.
Gianni Morandi – Voto 7 e mezzo
Tra gli addetti al settore della ristorazione, si dice che chi ordina una tagliata è perché non sa scegliere. Che sia vero o meno questo non lo sapremo mai, ma Gianni Morandi è un po’ come una tagliata di manzo cotta bene (non bruciata eh!). Succulenta e saporita, la tagliata è una certezza, proprio come il nostro Gianni nazionale che nonostante l’emozione non sbaglia una nota!
Giovanni Truppi – Voto 7 e mezzo
Truppi è senza fronzoli. Passionale, vero e sincero come la macchia di sugo all’amatriciana sulla canotta (la scelta dell’esempio è studiata). Si tratta di uno dei cantautori italiani più validi in questo momento, è di sostanza non di impiattamento. Per questo ci ha ricordato gli arrosticini abruzzesi, quelli veri, di pecora, cotti sulla brace.
Giusy Ferreri – 6 politico
Torniamo dalle vacanze e il frigorifero è vuoto. Ci dirigiamo verso la dispensa e troviamo svariati pacchi di pasta iniziati e un barattolo di fagioli. La fame è tanta e con quei pochi ingredienti riusciamo ad imbastire un pranzo scarno ma al tempo stesso dignitoso. La Ferreri ci ha ricordato una pasta e fagioli (attenzione, in barattolo) che per essere una ricetta improvvisata non è venuta poi così male.
Highsnob e Hu – Voto 6 (di incoraggiamento)
Non esiste più ristorante che non abbia in carta almeno una portata a base di quinto quarto. Cos’è il quinto quarto? La carne delle bestie da macello si divide in quattro principali parti, da queste si ricavano tutti i tagli definiti nobili. Tutte le parti che non rientrano in questi tagli rientrano nel gruppo del quinto quarto. Stiamo dunque parlando di interiora che, se lavorate con tecnica, rispetto e abbinamenti intelligenti, originano piatti deliziosi. Nelle cucine stellate queste parti sono rientrate da poco poiché prima non erano considerate all’altezza. Highsnob e Hu sono ingredienti preziosi, devono solo essere sapientemente valorizzati.
Irama – Voto 4 e mezzo
La cucina contemporanea deve moltissimo alla cucina del passato. Un passato che nella maggior parte dei casi era povero e si cibava di avanzi, scarti e di quello che c’era senza generare mai alcuno spreco alimentare. La crepinette è un bocconcino (una polpetta, un involtino) avvolto da rete di intestino di maiale o agnello. Oltre a tenere insieme gli ingredienti, questa retina regala un intenso sapore alla pietanza. È lo scrigno che protegge e insaporisce il tesoro. Questa tecnica era usata dai contadini e dagli allevatori in passato e da qualche anno è tornata in voga anche nelle cucine stellate. Irama, dal ripieno gustoso, ha commesso un solo errore: quello di usare una rete sintetica!
Iva Zanicchi – Voto 6
Per Zanicchi, calcare il palco dell’Ariston non è di certo una novità. La cantante è visibilmente emozionata, ma completamente a suo agio. Canta e stona con estrema tranquillità e si becca anche la prima (e rara) standing ovation del teatro. Avevamo tutti voglia di questa performance, ma quando poi abbiamo finito ci siamo accorti che era un po’ pesante e ci siamo ripromessi di non ordinarla più. Ma sappiamo benissimo che prima o poi ci ritornerà la voglia e cadremo ancora nello stesso inganno. Cos’altro se non la cassoeula?
La Rappresentante di Lista – Voto 8
Difficile attribuire un solo piatto a questo gruppo che in soli due anni è passato dalle orecchie di una piccola nicchia alle playlist pop. Lo stile come sempre è tanto, la tecnica è raffinata e l’impiattamento è gentile e studiato, contemporaneo ma con quel tocco di passato a cui noi italiani siamo sempre molto legati. Per questo ci sembra giusto dare al duo non solo un piatto, ma un’intera degustazione di 7 portate di un ristorante 1 stella Michelin.
Le Vibrazioni – Voto 4 e mezzo
Negli anni ’80 c’era un ingrediente che nella cucina italiana spopolava. Antipasti, primi, secondi e addirittura dolci venivano conditi con questo liquido grasso. Il risultato? I sapori di verdure, carne, pesce (eccetera eccetera) venivano coperti, ma nessuno se ne curava più di tanto perché l’unico gusto che si cercava era quello dell’ingrediente in questione. Per chi negli anni ’80 non c’era ancora (beato lui), stiamo parlando della panna, considerata oggi la morte della cucina. Cameriere, una porzione di tagliatelle alla panna con salmone e una bella sprezzemolata al tavolo de Le Vibrazioni, grazie.
Mahmood e Blanco – Voto 8 e mezzo
Se fossero ingredienti sarebbero caviale, ostriche, tartufo bianco di Alba. Se fossero un gusto sarebbero acidità. Quell’acidità necessaria a bilanciare abbinamenti, quel sentore che i gourmand (perdonate il termine un po’ obsoleto, avremmo forse dovuto scrivere foodie) cercano per dare i brividi al palato.
Massimo Ranieri – Voto 6 meno meno
Imponente come un filetto alla Wellington, il cantante dell’indimenticabile Perdere l’amore, ci ha fatto perdere anche un po’ le coordinate. Le aspettative erano altissime perché la voce del mostro sacro è sempre stata impeccabile. L’abbiamo percepito un po’ sottotono, come se la crosta si fosse un po’ ammollata o non fosse cotta bene. Riconosciamo l’impegno per la preparazione di uno dei piatti più complessi tra i classiconi, ma ci è mancata un po’ di croccantezza nella pasta sfoglia. Peccato!
Matteo Romano – Voto 6 meno meno
Il gelato alla fragola, che se continua ad essere presente nelle gelaterie significa che qualcuno lo prende, no? Forse più adatto a palati infantili, ma comunque apprezzabile.
Michele Bravi – Voto 4
Per quanto Bravi sia assolutamente allineatissimo con il tormentone del Fantasanremo (ha preso 110 punti in una manciata di minuti sul palco dell’Ariston), ci ha un po’ delusi nella sua esibizione. Perché la vita a Sanremo è così, un poké fatto male diventa una banale insalata di riso.
Noemi – Voto 6/7
Non ho paura, continua a ripetere la voce inconfondibile di Noemi nel suo pezzo presentato in gara quest’anno. Ci ricorda la pasta in bianco, che su due piedi sembra una non ricetta, ma ricordiamoci sempre che la giusta miscela tra acqua di cottura e un grasso (che sia olio o che sia burro), con un bel movimento energico e l’aggiunta di una spolverata di Parmigiano Reggiano, magari 40 mesi, restituisce un piatto che non ha paura neanche di uno chef stellato (o quasi).
Rkomi – Voto 6
Una manciata di pomodorini dolci dolci rosolati in olio con due spicchi d’aglio, qualche fogliolina di timo, tonno (preferibilmente fresco) e una grattugiata di scorza di limone a sgrassare. Ok, è vero, qui c’era solo il tonno in scatola, ma la pasta al tonno ha salvato innumerevoli pasti di noi tutti.
Sangiovanni – Voto 5
La scorsa estate il giovane vincitore morale di uno dei più famosi show talent italiani, ha spopolato dalla costa alle montagne con la sua Malibù. Giovane e fresco, Sangiovanni si merita di essere un carpaccio, perfetto per l’estate. Qualche scaglia di Parmigiano, una manciata di rucola ben condita e, perché no, qualche cappero di Pantelleria a dare la giusta sapidità. C’è un problema però, il giovane è giovane (appunto), competitivo e inesperto. Che il Fantasanremo sia quest’anno più sfidante del Festivàl stesso lo abbiamo ormai capito, ma caro Sangiovanni, tocca essere leali anche nei giochi. Per questo motivo spremiamo tanto succo di limone sul carpaccio e lo lasciamo riposare per un paio d’ore in frigorifero prima di servire. Un erroraccio da non fare!
Tananai – Voto 5/6
La cottura al microonde, se usata con criterio, è di grande aiuto nella cucina e nella sua versione più prestigiosa. Questo elettrodomestico, usato impropriamente nel 98% dei casi, genera piatti dal dubbio sapore e da consistenze che non sono più consistenze. Bisogna studiarlo molto bene e magari ascoltare i consigli dei più esperti. Tananai, fa ancora parte di quel 98%, ma siamo certi che con un po’ di esercizio potrà fare un’ottima polvere di prosciutto crudo. È solo questione di tempo!
Yuman – Voto 5 e mezzo
Uno dei giovani in gara, che quest’anno non prevede la distinzione con i big. Voce gradevole e melodia dolce, come una panna cotta. Non si capisce bene il motivo, ma piace un po’ a tutti.