Buongiorno Parigi, buonanotte Roma.
Questo era il viaggio sul Palatino, ti addormentavi col Colosseo alle spalle dopo una mangiata in osteria e ti svegliavi davanti a Notre Dame, pronto per un pain au chocolat.
È con l'incontro tra due delle tradizioni culinarie più importanti al mondo che nasce un locale a dimensione di viaggio, dove i piatti si ispirano alla Francia, ma la materia prima ha radici ben piantate sul territorio italiano: Palatino Bistrot.

Elegante nell'arredo e spartano nelle mura, i soffitti a volta con la pietra a vista, questo bistrot francese richiama tanto i caffè ad angolo parigini quanto le nostre trattorie.
Un nuovo, interessante, punto di riferimento per il mangiare bene a Roma a tutti i livelli, dalla crêpes alla pasta, senza dimenticare la scelta accurata dei vini.
Palatino Bistrot - il menu

Foto: Andrea Strafile
Ecco il momento dell'acquolina in bocca: cosa si gusta da queste parti?
Le crêpes Galettes sono un orgoglio della Bretagna. Fatte con grano saraceno biologico, vengono proposte nella versione classica con prosciutto cotto, uovo di quaglia e emmental (12 euro) o con formaggio di capra, miele e noci (12 euro). Ma ci sono anche un'alternativa vegetariana e una di mare, con cozze, vongole e ombrina.
Tra gli antipasti non poteva mancare, ovviamente il fois gras, racchiuso tra pain d'épices e accompagnato da pere pochés al vin brûlé. I sapori sono nettissimi, con un ottimo fois gras che pervade prepotente il palato per poi cedere il posto al sapore e profumo della cannella. Davvero niente male (16 euro).
Se crêpes e antipasti sono appannaggio d'oltralpe, i primi piatti sono, invece, l'esternazione della nostra cucina: pappardelle, tonnarelli, risotto, spaghetti e rigatoni alla base di un matrimonio tra condimenti all'italiana e prodotti francesi, o viceversa.

Gli spaghettoni al bergamotto con mazzancolle di Mazara, cannolicchi e piment d'espelette sono delicati e armonici (16 euro), e la semplicità porta il nome delle pappardelle, servite con crema di cardi, pioppini e burro di nocciola.
Nessun dubbio, però, che i secondi siano il regno preferito dello chef Rocco Cavadini.
La sua spalla di maiale con puré di patate alla noce moscata, chutney di mele e sauce Bordelaise (16 euro) è un secondo bello da vedere, pieno di colori, che finalmente mette da parte il minimalismo imperante negli impiattamenti. Il sapore della carne, cotta a bassa temperatura, si accompagna volentieri a tutti gli ingredienti, dal puré alle carote abbrustolite che ci fanno pensare a quelle di Alain Passard all'Arpége. Un piatto divertente, sensibile e ben riuscito, equilibratissimo nei sapori e nelle consistenze.

Alla fine rimane il dessert, quel Mont Blanc, crème montée e marrons glacés, dove la violetta è la nota più violenta (il che è molto poetico), mentre la meringa si dissolve appena entra in bocca, come una nuvola.

La cosa più sorprendente è scoprire che lo chef Rocco Cavadini ha 23 anni. Ventitré.
La formazione francese nella scuola di Bocuse e una gavetta nella cucina di Massimo Bottura devono essere serviti a qualcosa, perché tecnica e estro gli permettono di esprimere un'idea di cucina molto personale: a volte delicata, spesso sorprendentemente decisa.
Quel treno di una notte oggi c'è ancora, ma se non avete tempo e volete un piccolo viaggio che vi porti dalla bellezza di Coppedè all'odore della Senna, incamminarsi verso Palatino Bistrot non sarà affatto una cattiva idea.
Cosa Palatino Bistrot
Dove Via Tirso, 46/48 Roma
Tel. 0669327106
FB Facebook.com/palatinobistrot