Parte oggi 21 novembre la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, la manifestazione che fino a domenica 27 esporterà la qualità della gastronomia italiana all’estero, grazie a migliaia di eventi fra cui showcooking, mostre, incontri e degustazioni.
Perché una manifestazione di questo tipo è così importante? Semplice, perché per la prima volta si cerca di fare sistema, coordinando una serie di eventi fuori dall'Italia, eventi che parlano il linguaggio della qualità e dell'artigianalità applicate all'alta cucina.
Settimana della Cucina Italiana. Iniziamo a fare sistema?
La prima edizione del 2016 sarà solo l’inizio di un appuntamento annuale che parlerà sì di tradizione, ma soprattutto di eccellenza, promuovendo il Made in Italy e gli itinerari gastronomici, ma anche internazionalizzando la cucina italiana ed esportandola nel mondo attraverso il lavoro dei giovani cuochi. Non si era davvero mai vista un’Italia così, che coopera tutta insieme, senza rivalità o differenze regionali come fanno da tempo i cugini francesi e spagnoli.
Il governo finalmente prende atto del tesoro che ha fra le mani - e non potrebbe fare altrimenti, visti i numeri. Nel 2015 l’export agroalimentare è cresciuto del 7,4% dall’anno precedente con introiti pari a 36,85 miliardi di euro, e i ristoranti stellati sono ufficialmente il motore di un turismo enogastronomico di fascia medio-alta.
Per promuovere il settore il Governo allora ha deciso di attuare un piano di internazionalizzazione investendo 70 milioni di euro solo per l’agroalimentare. E fra queste iniziative anche l’istituzione di una settimana dove per la prima volta tutti i progetti di promozione e comunicazione si svolgono nello stesso momento sui mercati internazionali.
I protagonisti della Settimana della Cucina Italiana
Ma per spiegare meglio questo evento che si svolgerà in 105 paesi, e che conta più di 1300 eventi, è importante capire chi sono i soggetti coinvolti e soprattutto i protagonisti.
La Settimana della Cucina Italiana si basa su un protocollo d’intesa per la valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità. Questo è solo l’inizio di un percorso iniziato nell'estate 2015 chiamato Food Act, che trova le sue radici nelle tematiche sviluppate durante Expo Milano 2015 e iscritte nella Carta di Milano.
Cos’è il Food Act
Il Food Act è un patto fra le istituzioni e il mondo della cucina di qualità. La cucina in questa sede viene rappresentata dai più importanti chef italiani: Carlo Cracco, Niko Romito, Cristina Bowerman, Moreno Cedroni, Davide Oldani, e molti altri esponenti dell’alta cucina in qualità di Ambasciatori del Gusto, che partecipando a questo incontro si sono fatti promotori della qualità italiana a tavola, cercando di combattere in questo modo l'integrità della produzione agricola e artigianale nostrana.
Nel mondo, infatti, non è una novità che i prodotti tipici italiani vengano imitati e spacciati illegalmente come italiani, dalla Mortadella con pollo e tacchino al Parmigiano Reggiano che non ha mai visto neanche in cartolina l’Emilia Romagna. Il danno è di immagine, certo, ma soprattutto economico perché questo giro d’affari ci porta via 50 miliardi di euro all’anno.
Il Food Act è stato sottoscritto dal Ministero degli Affari Esteri Paolo Gentiloni e da Maurizio Martina (Ministro delle Politiche Agricole) insieme a Stefania Giannini (Ministro dell’Istruzioni). Non un semplice documento senza valore: il patto è un vero progetto con il quale il governo si è impegnato a tutelare chef e produttori.
Firmando il Food Act gli chef hanno approvato un piano che si è concretizzato fra le altre cose anche nella Settimana della Cucina Italiana, che come primo step ha deciso di dedicarsi all’educazione e a alla promozione della gastronomia italica in 6 paesi: Stati Uniti, Giappone, Repubblica Popolare Cinese, Emirati Arabi, Brasile e Russia, insomma, i paesi che più hanno fame d’Italia e che sono maggiormente disposti a farsi ammaliare dall’autentico gusto italiano.
Chi sono gli Ambasciatori del Gusto
Foto: geishagourmet.com
A firmare il Food Act c'era lo Stato insieme ai migliori chef d'Italia, in qualità di rappresentanti dell’eccellenza gastronomica. Motore infatti di questo patto col governo è stata l’Associazione degli Ambasciatori del Gusto, presieduta dalla chef stellata Cristina Bowerman, con Carlo Petrini come presidente onorario. Un’associazione senza scopo di lucro, così come la loro partecipazione agli eventi della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, tutti assolutamente a titolo gratuito. A far parte dell’Associazione ristoratori, cuochi, pizzaioli, sommelier, personale di sala, gelatieri e pasticceri: insomma, la ristorazione a tutto tondo per rendere più semplice un lavoro di coordinazione in realtà molto complesso e sfaccettato.
Ma cosa vuol dire essere Ambasciatori del Gusto? Lo spiega il presidente Cristina Bowerman: ”Grazie alla recente esperienza di Expo Milano 2015 il significato di Ambasciatori ha incontrato il nostro mondo, richiamandoci a un’ambiziosa missione: divulgare in Italia e nel mondo l’identità, la storia, la sensibilità del nostro Paese attraverso la nostra passione e il nostro lavoro.”
Durante la Settimana della Cucina Italiana nel Mondo 26 membri dell’Associazione andranno in giro per il mondo a fare da portavoci del gusto nostrano: Cristina Bowerman sarà con i Fratelli Costardi in Cile, mentre Viviana Varese cucinerà all’ambasciata italiana a Nuova Delhi. Corrado Assenza sarà a Stoccolma in Svezia, Marco Sacco ad Hong Kong in Cina, Rosario Di Donna farà uno showcooking a Shanghai mentre Sandro e Maurizio Serva saranno a Bucarest in Romania.
Ma la Settimana della Cucina Italiana è solo la prima di una lunga serie di iniziative, come la stessa Bowerman racconta a Fine Dining Lovers: “Abbiamo tanta carne al fuoco, progetti relativi all'educazione, soprattutto negli alberghieri dove da poco ci sono stati importanti cambiamenti. Ci piacerebbe partecipare allo sviluppo dei nuovi programmi e adottare ciascuno di noi un istituto. Vorremmo chiacchierare col corpo docente e fare magari una lezione al mese, tutto gratuitamente”.
E per l’anno prossimo? Cristina Bowerman spera che gli Ambasciatori del Gusto possano dare un contributo maggiore alla Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, rendendola ancora più grande e internazionale.