“Qualche anno fa, il giorno di San Valentino, un cliente si presentò a pranzo con l’amante, e a cena con la moglie. Sì, per la serata aveva prenotato lei, a sua insaputa, il ristorante dove festeggiare la ricorrenza. La nostra reazione? È stato fortunato, l’ho accolto io e gli ho detto Buona sera signor Rossi, come se nulla fosse. Il nostro lavoro è importante per questi aspetti. Ora ridiamo, ricordando questo aneddoto, ma sono temi e fatti delicati: se sbaglia, un maître può rovinare due o tre famiglie”. Così racconta Alessandro Pipero, uno dei maître più famosi d’Italia, non solo per il ristorante stellato a Roma che porta il suo nome, e di cui è patron, ma anche per l’inconfondibile stile con cui dirige le danze in sala. Un personaggio che ha fatto della “piperitudine” un credo: ironico e disincantato, ma allo stesso tempo elegante ed empatico, quando il gioco si fa serio e bisogna creare l’atmosfera giusta.
Qualcuno di voi lo ricorderà come maître della trasmissione tv Primo Appuntamento, in onda su Real Time. Il destino, talvolta, è un oracolo: la nuova (e attuale) sede del suo ristorante, Pipero Roma, è stata inaugurata esattamente quattro anni fa, il 14 febbraio 2017, proprio il giorno degli innamorati. Chi meglio di lui, dunque, può dare qualche consiglio su come comportarsi a tavola in occasione di un (primo) intimo tête-à-tête o di un romantico rendez-vous per San Valentino?
Ecco che cosa ha raccontato Alessandro Pipero a Fine Dining Lovers.
Ci sono altri aneddoti legati alla festa degli innamorati che vuoi condividere con noi?
Sì, un bel ricordo. Lo scorso anno, il 14 febbraio, venne a cena una coppia, lui e lei, avranno avuto circa 60 anni, entrambi al secondo matrimonio. Hanno deciso di festeggiare San Valentino da noi, ma non sono gli unici in famiglia ad avere avuto la stessa idea. Dopo mezz’ora, infatti, entra al ristorante una coppia di ragazzi innamorati, si frequentavano da pochissimo: erano i rispettivi figli che, senza saperlo, avevano prenotato nello stesso ristorante dei genitori. Non si erano ancora presentati a vicenda: hanno scoperto così, proprio nella mia sala, parentele e legami in essere. È stato un bel momento.
Quali sono gli errori da non commettere a tavola al primo appuntamento?
Non bisogna essere invadenti, il maître non deve mai prendere possesso del tavolo, ma lasciare massima libertà. Inoltre, quando uno dei due ospiti è timido, il maître lo deve appoggiare… Tutto il resto, è chimica: chi sa fare questo lavoro, ha i suoi sentori, per me l’intelligenza è capire le persone. E noi per deformazione professionale capiamo di cosa parlano tutti i tavoli, se c’è intimità tra i due commensali, se parlano o restano muti.
Un maître può aiutare una coppia in difficoltà al primo rendez-vous, o in generale a un appuntamento romantico?
Certamente. Il perfetto maître deve essere molto naturale, simpatico, spigliato, e mettere a proprio agio la coppia. In genere, nel 90 per cento dei casi, in una coppia al primo appuntamento uno è timido e l’altro no: il maître deve aiutare quello timido, gli deve dare l’assist, come si direbbe in gergo calcistico. Magari, approfittando di momento in cui il partner si alza e va in bagno, deve intervenire e chiedere “Tutto ok? Come sta andando la serata?”. Con il nostro lavoro abbiamo una grande responsabilità: possiamo cambiare le sorti della serata di una coppia. Perché, se già al ristorante funziona, con molta probabilità ci sarà un lieto fine. Se invece va male, i due potrebbero anche litigare.
Si avvicina San Valentino: quali errori non commettere a cena, come creare atmosfera anche a casa?
Il consiglio che voglio dare a chi sta preparando una cena romantica a casa è questo: quando una persona bluffa, lo si percepisce immediatamente; cercate quindi di lasciare emergere al massimo la vostra identità, siate autentici e fedeli a voi stessi anche nell’allestire la tavola. Certo, un po’ di seduzione e ci deve essere: per esempio, prestate attenzione ai colori preferiti del partner e utilizzateli, ma fate tutto con estrema naturalezza, e non da parvenu.
Lume di candela sì o no: cosa può rendere speciale e romantico il mood a un primo appuntamento (intesa di coppia a parte)?
Per me il lume di candela è un po’ come il cibo afrodisiaco: non sono completamente d’accordo, nel senso che l’effetto dipende sempre dalla persona con cui vai a cena. Ci deve essere un po’ di chimica, a prescindere da dove sei - nella pizzeria di quartiere o in un ristorante fine dining: si può essere romantici in pizzeria e completamente noiosi da Pipero, e viceversa… Naturalmente, noi ce la mettiamo tutta per far stare bene una coppia: il lume di candela può anche essere carino, ma deve essere a favore dell’intimità, nel senso che tutto deve risultare estremamente naturale. Insomma, non deve essere una scorciatoia, ma deve ampliare la sensualità del ristorante o della tavola a casa.
Dopo la tua esperienza al programma Primo Appuntamento, la tua visione è cambiata, ci sono degli episodi che ti hanno stupito?
Avevo dei pregiudizi: se po’ cercà l’amore in televisione? Poi, invece, ho capito che una persona che ti piace e che stimi la puoi trovare davvero ovunque, anche in tv e al ristorante: significa che l’amore non ha confini, e questo vale per tutto.
Ma ci sono delle dinamiche che si ripetono al ristorante, nelle coppie al primo appuntamento, o negli anni è cambiato qualcosa?
Certo, al primo appuntamento noto sempre delle costanti: oltre al fatto che al 90 per cento c’è sempre un timido, secondo me ultimamente gli uomini non sanno corteggiare. Eppure, oggi i social hanno cambiato tutto, una coppia dovrebbe essere facilitata: prima del primo appuntamento sai già dove l’altro è stato in vacanza, per esempio, e questo può essere argomento di conversazione, uno stimolo che agevola. Prima era più difficile: faccio questo lavoro da oltre 30 anni, ricordo ancora quando, per sedurre, si lasciava al banco un foglietto con la propria dichiarazione.