“Quello delle donne coinvolte nella produzione della birra è un numero che tende ad aumentare negli anni e, in generale, notiamo un interesse crescente nei confronti del mondo brassicolo”, racconta Federica Felice, vicepresidente dell’associazione Donne della Birra, rete che riunisce 137 appassionate e professioniste del settore, di cui 40 produttrici. Una realtà che da quest’anno è stata aperta anche agli uomini, “che per i motivi più svariati vogliono sostenere un mondo brassicolo al femminile”, precisa Felice. Le donne sono sempre più numerose nei birrifici. “Fino a non molto tempo fa, era diverso: andava tutto in capo agli uomini. Oggi, invece, ci sono tante donne che diventano figure di riferimento dei birrifici. Basta dare un’occhiata alle aule di formazione: ci sono molte più donne sia ai corsi di beer sommelier sia nei corsi per birrai”, spiega Felice. Ecco allora responsabili di produzione e di comunicazione di micro birrifici artigianali, ma anche birraie e titolari di attività brassicole: tutte accomunate dall’expertise e dalla passione per il luppolo.
Quali sono le professioniste della birra da conoscere in Italia? Scopritelo qui di seguito.
Birraie e non solo: 10 professioniste della birra che devi conoscere in Italia
Giulia Bonacina, Birrificio DuLac, Galbiate (Lecco)
Foto courtesy Le Donne della Birra
Si ispira al territorio lacustre la produzione brassicola del Birrificio DuLac di Galbiate, in provincia di Lecco. Alla regia c’è Giulia Bonacina, poco più che trentenne, che nel 2014 ha sposato la causa del luppolo, quando il suo compagno ha avviato l’attività assieme alla famiglia. “Cerchiamo il più possibile di trovare un legame tra le nostre birre e la terra dove viviamo, lasciando emergere l’anima del lago”, racconta. Giulia ha abbracciato questo mondo dopo una laurea in marketing e pubblicità. All’inizio ha seguito da vicino le prime fasi dell'azienda, poi, in pochi mesi, ha deciso di unirsi completamente all’attività. In azienda si occupa soprattutto della comunicazione e dell’organizzazione degli eventi, ma le sue idee non si fermano alla scrivania, anzi contribuiscono ad apportare un tocco in più alle creature luppolate di casa. Tra le birre da non perdere, ecco La Murusa, “la fidanzata” in dialetto lecchese: una Red Italian Grape Ale che rappresenta l’incontro del mondo del vino con quello della birra, preparata con uve brianzole di Syrah.
Elisa Lavagnino, Taverna del Vara, Torza (La Spezia)
Foto courtesy Le Donne della Birra
Dopo un periodo trascorso all’estero come ricercatrice in ingegneria e nuove tecnologie, Elisa Lavagnino decide di tornare a casa a Torza, in Val di Vara, nell'entroterra spezzino, spinta dalla volontà di recuperare le proprie radici. Decide di creare una nuova attività all’interno dell’azienda agricola di famiglia, I Paloffi, dove una volta il nonno produceva vino e spuma. Ma scommette sul luppolo. Nasce così la Taverna del Vara, di cui è titolare e birraia. Elisa punta tutto sul nesso con l’agricoltura: da un lato si dedica a una selezione accurata degli ingredienti locali, capaci di raccontare il territorio circostante, come il grano bianco originario di Suvero, l’orzo di Torza o il coriandolo genovese, dall’altro ha avviato la coltivazione del luppolo, con un’azienda agricola dedicata. Dal 2021 produce anche birre certificate biologiche, fiore all’occhiello dell’azienda assieme alle birre Iga, preparate con il mosto di vino. Le etichette riprendono i nomi dei paesi della valle, ma anche degli ingredienti utilizzati nel brassaggio. Oggi Taverna del Vara fa parte del Biodistretto Val di Vara – La Valle del Biologico, di Cia agricoltura, di Unionbirrai e AIAB.
Silvia Amadei, Agrilab, Campagnano di Roma (Roma)
Foto agrilabcampagnano.it
È una trentenne che vanta un’approfondita conoscenza del mondo brassicolo Silvia Amadei, alla regia del birrificio agricolo Agrilab di Campagnano di Roma. Silvia ha studiato molto prima di dedicarsi alla sua attività: dopo aver fondato l’omonima azienda agricola, inizialmente dedita solo alla fattoria didattica e all'attività di agriturismo per eventi, nel 2014 inizia a produrre birra. Muove i primi passi come beer firm, appoggiandosi agli impianti dell’Hilltop Brewery, poco distante dal suo Agrilab. Poi, nel 2016, l’azienda si dota di impianti propri e avvia una rivoluzione tecnologica, accompagnata dalla creazione di un luppoleto, che consente a Silvia di usare, per la preparazione delle birre, i fiori che autoproduce, di diverse varietà e di alta qualità (dagli americani Columbus e Cascade all’inglese Yeoman). L’obiettivo finale? L’autoproduzione delle materie prime, tanto che nel 2019 avvia pure la coltivazione di orzo distico da birra, un ingrediente che oggi è alla base di tutte le birre agricole di Agrilab.
Francesca Lara, Birrificio Lara, Tertenia (Nuoro)
Foto courtesy Le Donne della Birra
Francesca Lara ha un feeling di lungo corso con il luppolo. Nel 2009 ha aperto a Tertenia (Nuoro) il Birrificio Lara, di cui è titolare e birraia, dopo aver trascorso dieci anni di vita alle prese con l'homebrewing, la birrificazione casalinga. Come nasce la sua passione? Dall’amore per la panificazione e l’interesse verso il mondo dei lieviti: una passione che diventa professione, tanto che nell’attività brassicola coinvolge, in un secondo momento, anche il marito Gianni Piroddi. Tutta la bellezza dell’isola mediterranea si riflette nella produzione del micro birrificio, che produce birra cruda, integra, non pastorizzata e non filtrata. Francesca punta tutto su ingredienti e sentori sardi, a partire dal grano Senatore Cappelli. Fiore all’occhiello della sua attività, infatti, sono le quattro birre di frumento, Le quattro sorelle, tutte con caratteristiche, gusti e personalità diverse. “Una linea ispirata alla mia famiglia, ossia a me e alle mie tre sorelle”, spiega la birraia.
Gemma Cruciani, Birrificio La Dama, Bedizzole (Brescia)
Foto courtesy Le Donne della Birra
Laureata in Scienze e Tecnologie Alimentari, Gemma Cruciani del Birrificio La Dama di Bedizzole (Brescia) è super attiva sul fronte gastronomico e birraio. La sua storia? Dopo l’università, inizia la consulenza per il settore Horeca e per le aziende agroalimentari di piccole e medie dimensioni, nel settore HACCP, in particolare nelle certificazioni volontarie. Frequenta un master sulle tecniche di analisi sensoriali degli alimenti e diventa Panel leader. Quindi approfondisce gli studi e la sua preparazione, ottenendo i tre livelli AIS (Associazione Italiana Sommelier) e diventando docente ONAS (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Salumi) e ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino). Oggi riveste anche il ruolo di Responsabile controllo qualità in piccole aziende alimentari che non sono dotate di figure interne per questi compiti. “Mi sono avvicinata alla birra da qualche anno, inizialmente per hobby, poi facendolo diventare un vero e proprio lavoro”, racconta. La passione per le creature luppolate? Le viene trasmessa dall’amico storico Davide Cormaci (attualmente birraio de La Dama), assieme a suo fratello Roberto, che la segue dal punto di vista tecnico, sin dall’apertura della società come beer firm. “Tre anni fa, la decisione di andare avanti, di creare un nostro birrificio. Abbiamo quindi cercato dei soci che credessero nel nostro progetto e, gettando il cuore oltre agli ostacoli, abbiamo messo in piedi il Birrificio La Dama”, ricorda. Tra le attività, svolgono corsi di formazione e cene didattiche, visite guidate in birrificio e degustazioni con abbinamenti studiati.
Raimonda Dushku e Serena Crosina, Birra Impavida, Arco (Trento)
Non poteva scegliere un nome migliore di Impavida per il suo birrificio artigianale Raimonda Dushku. Un aggettivo che descrive bene la sua personalità e il suo carattere, ma anche quello della sua socia Serena Crosina, residente in Americana, coinvolta nella fondazione di questa realtà brassicola ad Arco, in Trentino. Per la realizzazione del birrificio, tra le montagne, è stato recuperato e riconvertito un vecchio spazio industriale dallo studio milanese Genuizzi Banal. Tutto il resto è storia recente: nel bel mezzo di una pandemia, è nata un’attività che in poco tempo è diventata un vero e proprio punto di riferimento per la produzione di birra artigianale. Un luogo di ritrovo per tutti i birrofili della zona, ma anche per chi vuole passare del tempo in compagnia, nella Tap Room. Il birrificio, presente a Terra Madre Salone del Gusto di Torino 2022, è giovane ma ha dimostrato di avere un grande carattere (buon nome non mente) e di riuscire a coinvolgere molti appassionati. Raimonda ha creato uno spazio aperto a degustazioni, a visite guidate e a tutti quelli che manifestano curiosità verso il mondo del luppolo.
Elisabetta Fois, Hop us Est! Birrificio Artigiano, Carbonia (Nuoro)
Foto courtesy Le Donne della Birra
"La passione per la birra mi accompagna da quando frequentavo l'università e praticavo l’homebrewing, assieme ad altri colleghi", ricorda Elisabetta Fois. La sua attività, l'Hop us Est! Birrificio Artigiano si trova a Carbonia, in Sardegna, la regione dove si beve più birra in Italia. Si appassiona al luppolo e ai suoi derivati non solo dal punto di vista degustativo, da fruitrice, ma anche dal punto di vista professionale, affascinata dal fermento che c'è attorno al mondo brassicolo artigianale. Decide così di farne una professione, dopo aver conseguito la Laurea in Ingegneria Chimica e il dottorato in Ingegneria Industriale - due attività che la portano a viaggiare in giro per l'Italia, ma anche all'estero. Del suo peregrinare le è rimasta nel cuore una meta preferita, la Francia, dove risiede parte della sua famiglia. Nelle ricette spumeggianti proposte dal suo birrificio cerca sempre di valorizzare gli ingredienti del territorio, nella convinzione che gli abbinamenti debbano rappresentare al meglio l'anima di un'area geografica.
Giovanna Merloni, Ibeer, Fabriano (Ancona)
Foto courtesy Ibeer
Giovanna Merloni, imprenditrice innamorata della birra e del suo ciclo produttivo e birraia, formatasi nella scuola di specializzazione Doemens Akademie di Monaco di Baviera e detentrice del titolo di Miglior Biersommelier d’Italia vinto nel 2019, nel 2015 ha fondato il birrificio Ibeer sulle colline marchigiane, nei pressi di Fabriano. Giovanna segue quotidianamente il lavoro in produzione: dalla coltivazione dell’orzo nei sei ettari che circondano il birrificio fino al confezionamento delle sue birre che continuano a riscuotere successi internazionali. Ibeer, infatti, è un birrificio ancora giovane ma a oggi, grazie alle tantissime medaglie vinte nei più importanti concorsi birrari internazionali, è uno dei birrifici artigianali più premiati d’Italia. Giovanna ha anche deciso di allargare il business aprendo dei locali a marchio dove le birre Ibeer sono abbinate a una proposta ristorativa di qualità. A maggio ha inaugurato Spirito Agricolo birra e cucina, in centro a Rimini, un locale dove le birre vengono proposte in abbinamento in un menu che gioca tra l’offerta tradizionale e il fast food, rivisitato in chiave “agricola”. Ha aperto il secondo Spirito Agricolo birra e cucina proprio ieri, a Gallarate, in provincia di Varese.
Luana Meola, Birra Perugia, Perugia
Foto courtesy Luana Meola
È stata definita “la regina della birra” Luana Meola, tra i soci fondatori della pluripremiata Birra Perugia. Di origini campane, cresce nel ricordo del vigneto del nonno a Capaccio. Diventa sommelier Ais e, dopo il conseguimento della laurea e di un master, si appassiona alla birra, tra una degustazione e l’altra. Decide di investire del tempo per approfondire le sue conoscenze in campo brassicolo, sfruttando una borsa di studio della Regione Umbria. Così, trasferita a Perugia, frequenta un corso a tema, in tecnologie birrarie. Ed è in questo contesto che incontra Antonio Boco, critico enologico che aveva rilevato il marchio di Birra Perugia, storica realtà locale fondata nel 1875. Nel 2013 decidono di far tornare in vita il celebre brand cittadino, con l’arrivo del maestro birraio Luca Maestrini. Tra i must della produzione brassicola di Birra Perugia c’è la famosa Calibro 7, che ha dato fama al birrificio. Ma le più recenti soddisfazioni risalgono al 14 settembre, quando all’European Beer Star 2022 Birra Perugia ha conquistato ben sei medaglie: tre ori (per la Golden Ale, per l’Insolita e per la ILA), due argenti (per la Golden Jazz e per la Suburbia) e un bronzo (per l’American Red Ale).
Alice Badiali, Low Land Brewery, Suzzara (Mantova)
Foto courtesy Le Donne della Birra
Si chiama Low Land Brewery il beer firm emergente che Alice Badiali ha fondato a Suzzara, in provincia di Mantova, assieme a Nicola Soldani. Un’attività che nasce dalla passione condivisa per la birra artigianale, in particolare per i sorsi intensi e complessi delle creature brassicole provenienti dal Belgio, ma anche per la purezza e la linearità delle “bionde” tedesche. Low Land Brewery nasce dopo una lunga esperienza di homebrewing, e dopo una parentesi formativa in una piccola realtà birraia. “Il nome della nostra attività richiama il forte legame che abbiamo con il nostro territorio, la bassa mantovana”, racconta Alice. “Vogliamo valorizzare i prodotti tipici della zona, spinti da una grande curiosità e dalla voglia di sperimentare”.