È senza dubbio una delle nuove aperture più attese all’ombra della Madonnina. Portrait Milano, inaugurato ufficialmente ieri, è il nuovo hotel della Lungarno Collection di proprietà della famiglia Ferragamo. Uno spazio speciale, che si candida a diventare un luogo iconico del capoluogo meneghino, dove porta l’allure di un brand già presente a Firenze e a Roma. Si trova in pieno centro, nell’ex Seminario Arcivescovile, che torna a nuova vita dopo un restyling conservativo curato dall’architetto Michele De Lucchi e dal suo studio Amdl Circle. Si estende su una superficie di 2800 metri quadrati e restituisce alla città una piazza inedita - la Piazza del Quadrilatero attorno cui si sviluppa - che collega via Sant’Andrea 10 a corso Venezia 11: un’area “segreta” che oggi torna a vivere con hotel, negozi e uno spazio dedicato al benessere. Portrait Milano conta 73 camere, di cui 20 suite, ma è anche teatro di cucina e mixology d’autore, affidate rispettivamente al giovane executive chef Alberto Quadrio e al bar manager Andrea Maugeri. Ecco allora una proposta casual dining e un bar italiano, Ten Eleven, 10_11, e un ristorante gastronomico, che aprirà a febbraio 2023. Scoprite qui di seguito com’è il nuovo 10_11, “Ten Eleven”, all’interno di Portait Milano.
10_11, “Ten Eleven”, Portrait Milano: la location e il bar
Varcato il meraviglioso portale barocco di Francesco Maria Richini, si ammira la maestosa piazza e si scopre un mondo raffinato, dove il senso di casa accompagna ogni tipo di esperienza, con una visione allo stesso tempo contemporanea e internazionale.
Si respira la storia, accolti e circondati da un’eleganza senza tempo. Il vero lusso oggi è far sentire a casa le persone ed è quanto riesce a fare il Ten Eleven, bar e casual dining di Portrait Milano. Mood salottiero, affaccio luminoso sul giardino e sulla Piazza del Quadrilatero, connette strategicamente via Sant’Andrea 10, una strada intima a raccolta, con la più movimentata corso Venezia 11 (da qui il nome 10_11), collegando il “dentro” con il “fuori” e viceversa. Un luogo che vuole diventare un elegante crocevia, ma anche un nuovo punto di riferimento cittadino, dalla colazione alla cena, passando per il pranzo e per l’aperitivo. Gli arredi sono stati curati dall’architetto Michele Bonan e raccontano il made in Italy attraverso il lavoro degli artigiani italiani. Spirito internazionale e savoir faire nostrano trovano dimora tra candidi e confortevoli divani, ampie finestre affacciate sul verde e poltroncine.
Dietro il bancone del bar c’è Andrea Maugeri, bar manager che ha curato la drink list con il supporto di Mattia Pastori, mixology expert fondatore di Nonsolococktails. Protagonista dello spazio lounge è proprio il bancone lungo più di 9 metri. Lo spazio è pensato per accogliere gli ospiti in ogni momento della giornata: dall’aperitivo, per riscoprire i classici dimenticati del rito milanese per eccellenza, all’all day drinking, con tre tipologie di signature cocktail: Ancestrali, ispirati al luogo che ospita Portrait Milano, l’ex Seminario Arcivescovile, con erbe e spezie, che seguono l’evoluzione della liquoristica italiana; Senza pensieri, ossia drink studiati per il benessere della mente e del corpo, alcool free e con poche calorie; Dimenticati, ovvero grandi classici della mixology, reinterpretati in chiave personale. Ecco allora drink come l’Ambrogino, con rabarbaro, bitter e vaniglia, o la Giostra d’alcool, con bitter, vino fortificato, cedro e crusta di formaggio e cioccolato.
10_11, “Ten Eleven”, Portrait Milano: il menu del ristorante casual dining
Il lato gastronomico di Portrait Milano porta la firma del giovane e talentuoso chef Alberto Quadrio, scelto per capitanare il nuovo progetto, supportato dalla squadra e dall’esperienza di Identità Golose e dal coach Andrea Ribaldone. Piemontese di Gattinara, classe 1990, Quadrio riesce a coniugare la passione e l’amore per la tradizione di casa, e per i sapori autentici e genuini, con una visione contemporanea e internazionale. Il suo è un approccio figlio di diverse esperienze che lo hanno visto impegnato in brigate importanti, al fianco di Gualtiero Marchesi a Il Marchesino, di Yoshihiro Narisawa a Tokyo, di Oriol Castro a Barcellona, di Rasmus Kofoed al Geranium di Copenaghen, ma anche di Pietro Leemann al Joia, di Norbert Niederkofler al St. Hubertus e di Alain Ducasse a Parigi. Sino ad approdare alla regia di Cucine Nervi, a Gattinara, nel 2020, dove ha conquistato pubblico e critica.
Ecco allora la cura di ogni dettaglio e la sensibilità agli sprechi, la ricerca di piccoli artigiani e produttori d’eccellenza: tutto finalizzato a restituire al palato una coccola, un momento di piacere che possa riportare idealmente sul sofà, ma con classe e garbo. La proposta del casual dining riflette appieno questa filosofia. “In tavola trovate la mia idea di italianità e di famiglia, ossia quello che mi piacerebbe mangiare ogni giorno, come se fosse una festa”, racconta lo chef.
Nel cestino, il pane e i crackers di Davide Longoni, guru della panificazione meneghina, accompagnano l’attesa, mentre nel piatto sfila un girotondo di antipasti che omaggiano la cultura gastronomica piemontese e quella milanese: si va dal Vitello tonnato autentico “come nonna mi ha insegnato”, spiega Quadrio, ai Mondeghili (tipiche polpette di vitello milanesi, preparati con sfilacciato e non con trito) guarnite con salsa allo zafferano, dal Salmone marinato all’aneto con composta di mele agli Involtini di verza, ceci e uvetta.
Tra i primi, ecco un signature come La mia idea di pasta in bianco, che viene mantecata al tavolo dallo chef. “La semplicità del ricordo che ci accompagna sin da bambini”, commenta, presentando un piatto semplice e total white, “una pasta al burro senza burro”, che come molti suoi piatti si ispira agli Achrome di Piero Manzoni. Il condimento viene realizzato con tutte le parti del Parmigiano, minimizzando gli sprechi. Ancora, classici come il Filetto di manzo in crosta, accompagnato da Zucca al forno, fonduta di Taleggio, anacardi tostati e nocciole, Patate cotte intere ripiene di sedano rapa e nocciole.
Si conclude in bellezza, con un carrello dei dolci di Cesare Murzilli, pastry chef romano con alle spalle studi universitari in medicina, che ha deciso di seguire la sua passione per il mondo del dolce (e il palato ringrazia). Ha collezionato diverse esperienze importanti al fianco di grandi maestri: da Denis Dianin al campione del mondo di pasticceria Emmanuele Forcone, a Fabrizio Fiorani, con cui ha collaborato per l’apertura dell’Hotel W, nella capitale. Prende per la gola con creazioni golose e impeccabili allo stesso tempo: dall’incredibile mini Babà con crema e lampone alla Crostata di mele con crumble di semi di papavero, dal Tiramisù alla Milanese all’Amor Polenta, a base di farina di mais, dalla torta Elvezia alla Torta 100% nocciola. Si esce con la voglia di tornare il giorno dopo, per provare i dolci della colazione, nell'attesa che inauguri il ristorante fine dining. Per quello, l'appuntamento è a febbraio 2023.
Tutte le foto courtesy Portrait Milano