Tanti sacrifici ed altrettante incertezza hanno accompagnato non solo i produttori di vino ma anche chi realizza le materie prime poi impiegate nelle cucine, in questo primo semestre del 2020. Il lockdown causato dalla diffusione del Covid-19 ha colpito certamente la ristorazione ma di conseguenza anche le aziende e le realtà artigianali che producono l'autentico Made in Italy.
Quali sono state le maggior difficoltà? E come ci si è preparati alla ripartenza? I momenti critici possono essere uno spunto per cogliere delle occasioni? A queste ed altre domande ci ha risposto chi nel Paese produce pasta, olio, riso, salumi e formaggi. Ancora prodotti nostrani unici ed apprezzati nel mondo come l'aceto balsamico di Modena, il tartufo e tanto altro.
Alberto Zampino, Pastificio Gentile

Alberto Zampino, CEO di Pastificio Gentile, spiega come la sua pasta di Gragnano, pur tornando nei ristoranti e nelle botteghe, continuerà ad essere proposta online.
«Siamo reduci da mesi che hanno inevitabilmente segnato tutti nel profondo, ora è arrivato il momento di riprogettare e alimentare nuovi entusiasmi. Per quel che riguarda il Pastificio Gentile abbiamo avuto la grande opportunità di non fermarci durante il lockdown, modificando ovviamente i processi di lavoro e potenziando l’e-commerce. È proprio da qui che idealmente ripartiamo, da un canale di vendita in cui abbiamo sempre creduto, ma su cui non avevamo avuto l’opportunità di concentrarci. Mentre la nostra pasta di Gragnano torna ad essere usata nei ristoranti e a essere venduta nelle botteghe con la riapertura, noi continueremo ad alimentare la vendita diretta online.»
Gabriele Conte, gliAironi
Constata come la chiusura totale abbia influito su un consumo di riso nostrano Gabriele Conte, co-owner de gliAironi, che si prepara ad un anno strategico come quello che verrà.
«Dopo un'iniziale momento di preoccupazione per le incertezze del mercato, possiamo dire che il lockdown ha premiato il mercato del riso di qualità. Durante le settimane di permanenza in casa gli italiani sembra abbiano riscoperto le eccellenze del territorio: tra queste c'è proprio il riso, che ha fatto registrare +74.000 tonnellate vendute dai produttori agricoli nel trimestre febbraio-aprile rispetto allo stesso periodo nello scorso anno. Per noi dunque si tratta di un momento strategico: il mercato ha oggi la possibilità di dimostrare il valore di una tradizione agricola fortemente legata al territorio del Nord Italia. L'anno che verrà potrà essere cruciale per il nostro prodotto, che si appresta ad affrontare il mercato con un riso di altissimo livello: le condizioni climatiche di quest'anno stanno promettendo raccolti molto buoni, e abbiamo tutti i motivi di sperare in una resa eccezionale.»
Micaela Santoro, Salumificio Santoro

Un messaggio positivo quello di Micaela Santoro, fondatrice insieme alla sua famiglia del Salumificio Santoro e responsabile amministrazione, che ha riscontrato affatto e richiesta di prodotto italiano di qualità anche nei giorni di lockdown.
«Mi piace associare il periodo che abbiamo vissuto ad una corsa in Formula 1, in cui tutti stavamo correndo al massimo della velocità con le nostre aziende, i clienti ristoratori e l'Italia intera, in un periodo davvero fiorente di crescita. All'improvviso è entrata la Safety Car e abbiamo rallentato, ci siamo avvicinati e piano siamo andati avanti, tutti insieme fino alla ripartenza: adesso è il momento di accelerare. Non ci siamo mai fermati, abbiamo ricevuto un'ondata di stima e affetto da parte dei clienti che hanno acquistato dal nostro shop online, desiderando anche a casa i nostri salumi. Abbiamo trovato il modo migliore per tutelare i nostri dipendenti che sono la nostra forza, viviamo in una regione, la Puglia, che dal primo giorno di riapertura ha visto grande attenzione da parte dei visitatori, a differenza degli altri anni per la maggior parte nazionali. Il nostro motto è stato "insieme faremo andare tutto bene" e ci crediamo profondamente.»
Cristiano Savini, Savini Tartufi

Cristiano Savini, CEO di Savini Tartufi, sottolinea l'importanza di fare cultura del tartufo anche attraverso internet. Medium che utilizza anche per la vendita, mentre per i ristoranti diventa fondamentale la ridistribuzione del personale, almeno provvisoriamente.
«Momento ancora incerto per pensare di tracciare una rotta definitiva. Adesso le nostre energie sono rivolte alla formazione dello staff, sia in azienda che nei locali, ove stiamo cercando di capire come procedere. Essendo collocati in città differenti, dobbiamo analizzarli punto per punto. Per quanto concerne Tartufotto, ad esempio, questa estate sposteremo temporaneamente business e personale a Fidenza Village, col progetto legato al nostro Truck-Bistrot. In azienda stiamo utilizzando il canale web sia per supportare l’e-shop, da sempre punto di forza di Savini Tartufi. Un modo per continuare a far cultura sul mondo del tartufo, sia dal punto di vista della natura del prodotto sia sulla natura tecnica. Con le medesime modalità presenteremo le novità di quest'anno. Solitamente sono le fiere di settore ad accogliere il prodotto. Il 2020 è differente. Ci adeguiamo al cambiamento e cerchiamo di sfruttare al massimo tutti i nuovi strumenti che abbiamo a disposizione per raccontare l'azienda, i nostri prodotti e le storie che li contraddistinguono. Una novità che è piaciuta molto è la Truffle Experience Live, l’esperienza portata a casa proprio attraverso il web.»
Marco Bonaldo, Galateo&Friends

Marco Bonaldo, fondatore e titolare di Galateo&Friends, evidenzia come il suo olio extravergine d'oliva e gli altri prodotti, abbiano risentito della chiusura dei ristoranti fine dining e degli hotel. Tra le iniziative intraprese un dialogo più diretto con i clienti.
«Abbiamo vissuto questi ultimi mesi in sospeso, con una situazione di grande incertezza. Lavorando prevalentemente con il comparto food service, ci siamo trovati ad affrontare i problemi causati dai lunghi lockdown a catena nei vari Paesi. Inoltre l'olio Galateo&Friends si posiziona nella fascia super premium e ha accusato più di altre realtà i disagi per le chiusure dei grandi ristoranti stellati e hotel di lusso. Abbiamo cercato dunque di approfittare del momento per interagire in maniera più incisiva con i nostri clienti, potenziando la comunicazione. Abbiamo migliorato anche il nostro sito e-commerce già esistente e aiutato a organizzare i siti di vendita online di chi ci distribuisce. Abbiamo anche realizzato alcuni video dedicati all'olio e partecipato a webinar.»
Paola Goppion, Goppion Caffè

Il ritorno dei clienti nei bar e nei locali come primo timido passo verso la normalità. Questo emerge dalle parole di Paola Goppion, responsabile marketing dell'attività di famiglia Goppion Caffè.
«Chiudere un bar significa chiudere la socialità di paesi, città, dell’insieme dei rapporti e della comunità. La chiusura di tutte le attività - e quindi la limitazione della nostra libertà - è stata una cosa che, per fortuna, non avevamo mai vissuto. Per molti di noi ora è ancora difficile superare la barriera della libertà "condizionata" dalle norme. Ma ce la faremo. Per rimettere in contatto i baristi con i loro clienti dei loro abbiamo pubblicato nei canali social le loro storie e i loro ritratti al lavoro. Vederli, per molti di noi, significa ritornare alla vita di poco fa, in un tempo normale, quando loro con "Il solito?" davano inizio alla giornata di molti. E oggi stanno tornando a dirlo di persona...»
Claudio Stefani Giusti, Acetaia Giusti

Per Claudio Stefani Giusti, amministratore delegato di Acetaia Giusti, la conversione "forzata" all'online dei mesi passati ha dato risultati che si riveleranno fruttuosi nel tempo.
«Durante questa emergenza la digitalizzazione di tante nostre attività si è trasformata da una necessità ad un'opportunità. Da e-commerce, web marketing e social media marketing in generale, al cambio di modalità di “incontro” con i clienti e agenti internazionali. Ancora alla creazione di tour virtuali nel nostro museo e nelle antiche acetaie. Queste ed altre iniziative, anche sulla comunicazione interna, hanno portato a un risultato che durerà nel tempo e si rivelerà utile per il futuro.»
Riccardo Felicetti, Pastificio Felicetti

Dopo ritmi e sforzi notevoli di lavoro, seguiti da un progressivo ritorno alla normalità, Riccardo Felicetti, CEO del Pastificio Felicetti di Predazzo, riflesse su come il web aiuti a risparmiare tempo in alcune occasioni.
«Nel periodo della quarantena la mole di lavoro è aumentata considerevolmente ma con essa anche le complicazioni. Abbiamo lavorato per due mesi con stati d’animo contrastanti, senza che fossero certezze sul fronte delle forniture o delle spedizioni. La filiera si è però assestata dopo le prime settimane e abbiamo potuto affrontare, con metodi più consolidati, quanto stava accadendo in Italia e progressivamente anche in parecchi Paesi esteri. Ho scoperto almeno cinque nuove piattaforme per fare meeting online e sono arrivato alla conclusione che a volte non serve fare due giorni di viaggio per un incontro di un'ora con fornitori o clienti.»
Chiara Bardini, Agrimontana

Vuole porre l'attenzione sull'aspetto green - sia del prodotto che della confezione - come una precisa scelta Chiara Bardini, AD di Agrimontana, che realizza confetture e tanto altro.
«È stato certamente un periodo particolare, in cui abbiamo sentito l'esigenza di dover porre ancora più attenzione ai nostri valori: la stagionalità, il territorio e la natura. Ne sono un esempio le confetture di fragola Mara des Bois e di pesca Pêche des Vignes, oppure, per la pasticceria, la mela candita taglio artigianale della varietà Annurca IGP. Abbiamo inoltre lavorato per crescere in sostenibilità, attraverso l’introduzione di packaging green. Da sempre siamo consapevoli che operare nel rispetto della natura e dei suoi tempi è sinonimo di eccellenza.»
Gianluca Pasini, Molino Pasini

Foto Stefania Giorgi
Scoperta e riscoperta come bene rifugio, la farina ha visto aumentare esponenzialmente il consumo dei privati. Una grande richiesta confermata da Gianluca Pasini, amministratore di Molino Pasini.
«La farina è stata senza dubbio tra i beni rifugio del periodo di quarantena e noi non abbiamo mai smesso di essere operativi: le nostre consegne non si sono mai fermate, grazie a una grande organizzazione e a una forte motivazione di tutto il personale, a cui dobbiamo davvero fare i complimenti per il coraggio e la determinazione. La ripartenza dell’Italia è stata quindi per noi l’occasione di ritrovare i clienti inattivi durante il lockdown, a cui abbiamo cercato di stare sempre vicini con numerose attività formative e una comunicazione sempre più personalizzata.»
Sergio Giovannini, Ars Italica

Spinge e auspica un ritorno quanto più rapido possibile verso la convivialità Segio Giovannini, presidente di Italian Caviar, che nel cuore del Parco del Ticino produce il caviale 100% italiano Ars Italica.
«Oggi siamo focalizzati sul ritorno alla normalità, un termine paradossalmente così banale ma che stiamo riconquistando con grandissimo impegno un giorno alla volta. Vogliamo riappropriarci di quella convivialità unica che contraddistingue particolarmente gli amanti del caviale. Ci è mancato molto il contatto diretto con loro, il nostro desiderio è che sogni e meravigliose sensazioni ritornino protagonisti indiscussi della quotidianità anche grazie ad un’eccellenza alimentare italiana. Ennesima dimostrazione del Made in Italy amato da tutto il mondo.»
Elisa Pozzi, Zipo Azienda Agricola

Pronta ad accogliere grandi e piccoli che vogliono cimentarsi con la caseificazione, oltre a produrre i suoi formaggi artigianali, Elisa Pozzi, titolare di Zipo Azienda Agricola.
«In questi mesi di "confinamento" non abbiamo mai smesso completamente di lavorare: gli animali andavano nutriti e munti. Inoltre abbiamo collaborato tanto con piattaforme online che prevedevano la consegna a domicilio. Questo blocco di affluenza in cascina ci ha permesso di rallentare e di pensare a come potevamo migliorare, incrementare le visite ed i laboratori. Non vediamo l’ora di accogliere nuovamente adulti e bambini curiosi di cimentarsi nell’arte della caseificazione ed amanti della natura che si vogliono godere la pace del nostro territorio.»
Luca Baccarelli, Roccafiore

Porta l'attenzione sull'importanza di non svendere il prodotto Luca Baccarelli, che con Roccafiore produce vino ma anche olio.
«In un momento così complicato per mercato c'è il rischio che qualcuno arrivi addirittura a svendere ciò che produce per rimanere a galla ma questo danneggia l'intero settore. Ciò che viene proposto sottocosto, al fine di scongiurare le rimanenze, faticherà a riconquistare la corretta collazione sul mercato. Noi abbiamo optato per manovre come gli sconti che applichiamo al cliente anche su quantitativi limitati. Il futuro preoccupa ma non possiamo assolutamente mollare. Cerchiamo di guardare avanti con forza e fiducia. È però indispensabile che la filiera si rimoduli, rieduchi, a partire dal cliente.»
Pasquale Polito, Forno Brisa

Pasquale Polito, AD del bolognese Forno Brisa, spera che questo momento del tutto inaspettato abbia lasciato una lezione: una voglia di cambiamento, nella direzione di un approccio più green.
«Nella vita di tutti noi ci sono momenti difficili che ci portano e ripensare le cose che nel quotidiano non vediamo presi da mille impegni. In questo momento di fermo collettivo ho avuto diverse sensazioni, ma la prima è stata che siamo un popolo con un grande senso civico. Le persone hanno cambiato i propri comportamenti in pochi giorni. Non è una cosa da poco: significa che cambiare si può, così come modificare alcuni piccoli comportamenti. Per salvaguardare il pianeta è innanzitutto necessario avere il coraggio di farlo: se all'inizio del 2020 siamo stati in grado di modificare le nostre abitudini da un giorno all'altro, forzandoci in casa e rinunciando all'abbraccio degli amici, oggi non ci può pesare l'abbandono di certe dinamiche a favore di un approccio più green. Noi nei mesi passati ci siamo dedicati anche al miglioramento dei processi produttivi e delle modalità di ospitalità attraverso la formazione, tutta in modalità smartworking. Ci siamo poi interrogati su quali fossero i canali di business alternativi e abbiamo accelerato lo sviluppo dello shop online. Ancora la sperimentazione: abbiamo dedicato tempo ai progetti in cantiere come la produzione interna di cioccolato, la realizzazione della roastery, la redazione di un libro. Le aperture di negozi sono comprensibilmente slittate di qualche mese.»
Regina Carrai, La Via del Tè

Flessibilità e capacità di adattarsi al cambiamento sono alcuni dei principi a cui fa affidamento Regina Carrai, responsabile marketing e tra i soci de La Via del Tè, che a Firenze realizza tè e tisane artigianali.
«È stato fondamentale non farsi prendere dallo sconforto ma reagire con la massima positività e flessibilità. Certo, c’è la speranza che tutto si risolva quanto prima, ma con la consapevolezza che ogni crisi possa essere un’occasione che ci spinga a cambiare, a cercare nuovi mercati, nuovi modi di comunicare il prodotto ed a programmare nuovi progetti. Per questo, oltre a potenziare il nostro e-commerce e a fornire strumenti di formazione on-line ai nostri clienti, continuiamo a puntare sui negozi monomarca e confermiamo l’apertura della seconda boutique a Milano nel 2021. Stiamo anche cercando una location su Roma.»
Cristina Muzzarelli, Pastificio Bolognese

Cristina Muzzarelli, che con le sorelle Laura ed Elena porta avanti a Torino la tradizione di famiglia del Pastificio Bolognese da oltre settant'anni, hanno saputo reinventarsi nell'immediato e guardare avanti con la consegna a domicilio della pasta fresca.
«Sebbene le abitudini e la quotidianità stiano lentamente ritornando alla normalità, è indubbio che qualcosa è cambiato sia fuori che dentro di noi. Il timore e la percezione di un pericolo che non vediamo ci ha posto di fronte a nuove necessità. Ed è per questo motivo che, nonostante il punto vendita di via San Secondo sia normalmente aperto al pubblico, abbiamo mantenuto operativa la consegna a domicilio, potenziandola e ampliandola per porci al servizio dei nostri clienti con estrema cautela e senso civico, oltre che lavorando sul servizio di e-commerce. La nostra famiglia ha sempre dovuto ridisegnare le prospettive in relazione alle difficoltà e ai repentini cambiamenti ma con lo spirito positivo, la forte responsabilità e la perseveranza che ci contraddistingue da diversi decenni. Anche questa volta faremo in modo di mettere al primo posto il nostro cliente.»
Marcello Muntoni, Bolmea - Gelato di Sardegna

Un momento di stop come occasione per lavorare sulla propria produzione ed ampliare la gamma di prodotti. La testimonianza di Marcello Muntoni, tra i fondatore dell'artigianale Bolmea - Gelato di Sardegna.
«La nostra realtà è giovane e in questi anni è cresciuta rapidamente, radicandosi sempre più nel territorio. Una grande motivazione e la forte passione per ciò che facciamo sono stati elementi fondamentali durante il periodo di lockdown. Nonostante le incertezze, non ci siamo persi d’animo ed abbiamo deciso, con spirito resiliente, di impegnarci ancora di più: abbiamo investito e completato la nostra produzione, con la realizzazione di una nuova e più ampia gamma di prodotti.»
Fabio Ditto, Kbirr

Nuovi prodotti, un locale, lo shop online e partnership. Tanti i progetti della ripartenza per Fabio Ditto, patron del birrificio artigianale Kbirr.
«Per adattarci alle nuove esigenze di mercato abbiamo lanciato il nostro shop online. Grazie alla consulenza del mastro birraio Achille Certezza ho inoltre creato una linea premium a marchio Kbirr. Per diversificare il più possibile l’offerta ho infine realizzato la Casa di Kbirr, locale con una proposta strettamente partenopea, dal ragù alla genovese, serviti in tegamini di alluminio monoporzione. Credo molto alla rete e alla collaborazione tra colleghi, per questo ho attivato numerose partneship che guardano al futuro, come quella con Associazione Verace Pizza Napoletana. Ho creato una birra solo per loro: la Golden Ale Pullicenhell.»
Valentina Arzilli, La Perla di Torino

Anche per Valentina Arzilli, responsabile marketing de La Perla di Torino, la capacità di adattamento e di comprensione dei cambiamenti giocherà un ruolo essenziale per le attività.
«Siamo molto orgogliosi del nostro lavoro e dei risultati raggiunti in questo particolare periodo. Abbiamo dimostrato di essere capaci di reagire in modo rapido al cambiamento e di rispondere con efficienza ai bisogni della nostra clientela, mettendo in campo nuovi servizi come il delivery e il personal shopper in videocall. Ciò che continuerà a fare la differenza anche nei mesi a venire sarà proprio la capacità di riorganizzarsi in tempi brevi e al contempo mantenere alti standard di qualità. Fondamentale è essere sempre attivi e lavorare sulle novità, infatti abbiamo appena realizzato il nuovo catalogo, con il quale lanceremo nuovi prodotti e pack rinnovati nella forma e nel design.»
Giuseppe Collesi, Fabbrica della Birra Tenute Collesi

Non dimentica di evidenziare l'importanza della comunicazione, anche in momenti di difficoltà, Giuseppe Collesi, presidente della marchigiana Fabbrica della Birra Tenute Collesi, che produce anche un gin pluripremiato, che ora riparte con una buona quantità di ordini.
«Per noi ripartire significa valorizzare e mettere in pratica ciò che abbiamo imparato dalla crisi: quindi per prima cosa, per quanto ci riguarda, mantenere una strategia multicanale. Durante il lockdown ci ha salvato l’essere presenti già da tempo su mercati diversi: Horeca e negozi specializzati innanzitutto ma anche estero e e-commerce. Il tutto supportato da un'adeguata comunicazione su più livelli. Grazie a questa logica stiamo già vedendo ripartire gli ordini con un ritmo quasi normale.»