A scuola ci insegnano a riconoscere il valore dei classici e la loro lezione moderna e sempreverde. In ambito gastronomico vale la medesima regola: ciò che siamo oggi lo dobbiamo a ciò che siamo stati. L'evoluzione degli ultimi anni è figlia di luoghi che sono diventati veri e propri templi della gastronomia, con piatti che hanno fatto la storia dell'arte culinaria. Il San Domenico di Imola, longevo due stelle Michelin, è uno di questi.
Fondato nel 1970 da Gianluigi Morini, nel 1975 ha conquistato la sua prima stella Michelin, mentre nel 1977 ha guadagnato una seconda stella, che non ha mai perso sino ai giorni nostri.
L'idea di Morini? Dare a tutti la possibilità di conoscere la grande cucina delle case nobiliari italiane: un approccio rivoluzionario, capace di stravolgere la visione dell'epoca, e di abbattere il concetto di ristorazione come mera alternativa al modello domestico. Un approccio moderno, ma anche un'intuizione che nel tempo ha reso il San Domenico una mecca per tutti gli appassionati di fine dining, frequentato da chef e personaggi famosi.
Per raggiungere il suo intento, Morini chiamò a supervisionare la cucina una figura leggendaria, Nino Bergese, tra i più quotati cuochi dell'aristocrazia, che riuscì a trasmettere il suo sapere allo chef Valentino Marcattilii. Cuoco appassionato che ha dedicato l'esistenza allo storico ristorante, e che a sua volta ha trovato nel nipote Massimiliano Mascia, oggi alla guida della cucina, un valido erede.
Quest'anno lo storico ristorante festeggia i suoi primi 50 anni e, per l'occasione, propone un menu ad hoc, con i piatti cult che sono diventati i classici del San Domenico, contribuendo ad aggiungere importanti tessere nella storia della gastronomia italiana. Piatti che rappresentano la memoria di questo luogo e che Valentino Marcattilii racconta assieme al giornalista Mauro Bassini nel volume Il San Domenico la mia vita (Minerva Edizioni). Il libro, con la prefazione di Massimo Bottura, ripercorre i cinquant'anni del San Domenico con un racconto intenso e appassionato.
Oggi il San Domenico è un luogo dove si tocca con mano la storia e la cultura della ristorazione, ma che allo stesso tempo è incredibilmente capace di trasmettere il calore di casa, grazie al servizio discreto e impeccabile di Natale Marcattilii, al fianco del fratello sin dall'inizio di questa avventura gourmet.
Un'avventura che è diventata patrimonio di tutti, sia per gli chef che sono passati per la cucina del San Domenico sia per gli ospiti che si sono seduti ai suoi tavoli. Perché - come scrive Bottura nel libro - "Il valore si misura non solo per quello che un ristorante riesce a fare, ma anche per quanto costruisce al di fuori del suo perimetro".
I piatti cult del menu per i 50 anni del San Domenico di Imola
Il menu per i 50 anni del San Domenico di Imola ripercorre la storia di questo iconico indirizzo con piatti da assaggiare almeno una volta nella vita. Classici dall'animo contemporaneo, che rappresentano una lezione di cucina e di modernità, memorie di ieri e di oggi. Il menu sarà disponibile per tutto il 2020.
Si comincia con l'aperitivo nella suggestiva cantina e con I Divertimenti, un girotondo di assaggi che vede protagonisti sapori regionali e non solo: si va dai magnifici e golosissimi tortellini fritti alla spuma di patate affumicate e caviale, dall'indimenticabile toast mignon (uno dei migliori toast che possiate assaggiare, preparato con un mix di formaggi studiato dallo chef), all'arrostino di coniglio al rosmarino con crema e insalatina di funghi dell’Appenino Tosco-Romagnolo.
Il sipario si apre con il Pasticcio di fegato d'oca in terrina, con tartufo bianco e brioche tostata, un piatto senza tempo, dal sapore avvolgente e prezioso.
E ancora, Scampi e Caviale con emulsione di patata, un abbinamento dal fascino intramontabile, una coccola per il palato.
Si prosegue con lo storico (e imitatissimo) Uovo in raviolo "San Domenico" con burro di malga, Parmigiano dolce e tartufo di stagione, un piatto iconico famoso in tutto il globo. Figlio di un equilibrio perfetto tra temperatura di cottura e spessore dell'impasto.
E ancora, il Controfiletto di vitello "Nino Bergese" con crema di latte al guanciale affumicato, un altro grande piatto dal gusto classico e perfettamente equilibrato.
Il sipario sul menu per i 50 anni del San Domenico si chiude con la golosa Torta Fiorentina “Nino Bergese” in salsa profiterole e sorbetto di pere Williams.