Silvia e Federico Stefini sono i due fratelli che dal 2009 si occupano di 1701 Franciacorta: una cantina in provincia di Brescia, a Cazzago San Martino, dove si affinano vini pregiati, e anche un progetto in cui le tecniche della coltivazione biologica e biodinamica sono la logica conseguenza di una filosofia che vede nella terra una risorsa da rispettare e arricchire. In una delle più antiche proprietà vitivinicole dell'area (Conti Bettoni Cazzago), una vigna di quattro ettari cintata da mura dell'XI Secolo produce un unico Franciacorta, il 1701 Franciacorta Vintage DOCG, millesimato, in bottiglie numerate, a tiratura limitata, lavorato secondo il metodo classico della rifermentazione in bottiglia.

Accanto al DOCG, 1701 Cuvée Première è un'etichetta prodotta con uve di Franciacorta da vigneti biologici e biodinamici, lavorate con metodo charmat. «Una bottiglia di bollicine semplici e popolari, ma di alta qualità», dicono i produttori.
Silvia e Federico Stefini, appassionati di vino da sempre, hanno scelto questo mestiere abbandonando le precedenti carriere professionali in un'avventura alla ricerca della vera qualità, di vita prima di tutto. Fine Dining Lovers li ha incontrati per scoprire le ragioni della loro scelta e il significato di questa scommessa.

Cos'è per voi la viticoltura?
Federico: I vini sono una passione, ho frequentato corsi di degustazione e amici produttori che hanno sempre aperto le porte delle loro cantine per condividere i piaceri del vino e della compagnia. Nel 2009 mia sorella e io abbiamo preso per mano la produzione che oggi è diventata la nostra 1701.
Silvia: Con mio fratello già da anni ci dicevamo “cerchiamo un vigneto e mettiamoci a fare un po’ di vino”. Poi in realtà non è così facile, oltre a un vigneto servono una struttura, una cantina, del personale, le macchine per la lavorazione, insomma… un’azienda a tutti gli effetti.
Cosa facevate prima?
Federico: Seguivo l’azienda di famiglia, che dal 1976 si occupa di commercio di prodotti siderurgici.
Silvia: Mi sono sempre occupata di comunicazione, prima nelle agenzie e poi "dall’altra parte", come giornalista, fino a quando si è presentata l’opportunità della cantina. Allora ho mollato tutto per la mia passione. Ora in azienda sono io ad occuparmi di marketing, comunicazione e organizzazione di eventi.
Rifareste la stessa scelta?
Federico: sì, è un lavoro meraviglioso, ma non fatemi mai la stessa domanda dopo una giornata passata nelle vigne con la pompa a spalla...
Silvia: senza pensarci nemmeno due volte. Lavorare con la terra, creare qualcosa dalla natura rispettando i suoi tempi è la scelta più bella che abbia mai fatto.

Cosa vi piace di questo mestiere?
Federico: La differenza tra i tempi dell’agricoltura e la frenesia di tutto ciò che accade intorno. La meraviglia è seguire il ritmo della terra senza poterlo variare o accelerare ed essere obbligato a rallentare, aspettare, quasi a raggiungere una condizione meditativa.
Silvia: Forse sono un po’ meno poetica di mio fratello (ride)… Ci sono tante cose che mi piacciono, lavorare con la terra è una di queste, ma anche creare, con il lavoro, qualcosa di tangibile, trasformare una materia in un altra, sentirsi talmente coinvolti da non essere mai in vacanza, affezionarsi alla terra e alla vigna come a un figlio. E poi c'è la libertà di lavorare come voglio. Posso scegliere cosa dire e come dirlo, e la passione per ciò che faccio mi aiuta.
Puntare sulla qualità è quindi ancora possibile? Qual è il significato di questa scommessa?
Federico: I frutti della terra nascono perfetti, l’uomo può rispettarli al massimo oppure rovinarli. La qualità è l’unica via. Noi produttori abbiamo il dovere di restituire alle persone l’amore per il gusto attraverso la valorizzazione delle biodiversità.
Silvia: Quando facevo la giornalista c'era una cosa di cui soffrivo: non si punta più sulla qualità perché si pensa che il pubblico non ci faccia caso. Invece credo che la qualità sia l’unica via, in qualsiasi settore. Non è una questione di possibilità, ma di scelta. Preferisco bere 1 bicchiere di vino buono, sano, non contaminato da pesticidi o altri prodotti di sintesi piuttosto che 10 bicchieri di vino scadente. Il significato di questa scommessa è la coerenza verso se stessi, scegliere la qualità non solo nel prodotto ma anche nella cura della terra, da cui nasce tutto. Noi abbiamo scelto un’agricoltura biodinamica e siamo sicuri che la nostra scommessa sarà vincente. Anche solo perché, nel nostro piccolo, abbiamo tutelato un pezzettino di mondo.
Tre parole per descrivere il vostro lavoro con 1701 Franciacorta.
Purezza, impegno e amore.

Avete dei progetti o delle speranze per il 2014?
Ci piacerebbe molto aprire la cantina ai bambini perché siamo convinti che il rispetto e l’amore per la natura passino innanzitutto dall’educazione. I bambini sono immediati, istintivi, curiosi, quando si mostrano loro le cose invece di spiegargliele solamente, imparano prima e in futuro si ricorderanno il profumo di un grappolo d’uva maturo o il rumore delle foglie tra le mani in autunno.
Un regalo che vorreste ricevere nel 2014?
Federico: un dinamizzatore meccanizzato, oggi mescoliamo per ore a mano centinaia di litri di preparato, armati di bastone di legno e di barrique...
Silvia: decine di uomini belli e muscolosi che mescolino a mano armati di bastone e barrique… scherzo.
Cosa mangeremo nel 2050?
Federico: Sicuramente pillole al sapore di pollo!
Silvia: Ma accompagnate da un ottimo Franciacorta!