L’edizione 2018 di Al Mèni si è aperta con un funambolo in equilibrio sul filo.
Quale inizio più appropriato per il festival gastronomico dedicato a Federico Fellini e all’onirismo di 8 1/2, che ogni estate richiama chef da tutto il mondo a cucinare sotto un tendone da circo, allestito sul lungomare di Rimini? Quest’anno, alla cerimonia di apertura di sabato 23, c’era ancora più folla del solito: stavano tutti aspettando l’uomo del giorno, Massimo Bottura, che della manifestazione è ideatore - e che pochi giorni prima era salito per la seconda volta in cima ai World’s 50 Best.
Ad attenderlo nel tendone il Cirque Bidon, con uno spettacolo musicale e la performance acrobatica del funambolo. Non si stava celebrando solo la vittoria di uno chef ma, come ha ricordato Bottura, “una vittoria di tutti. Si sta svolgendo una Rivoluzione dell’Umanesimo tra i cuochi: stiamo dimostrando che siamo molto più della somma delle nostre ricette”. Insieme a lui c’erano il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonacini e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi a confermare, ancora una volta, quanto l’enogastronomia sia un volano per il turismo nella regione.
E il sostegno delle istituzioni permette di continuare a sognare, portando l’Emilia Romagna nel mondo: si sta lavorando per un’edizione newyorkese di Al Mèni nel 2019.
IL CIRCO DEGLI CHEF

Sabato e domenica 12 chef internazionali e 12 chef locali si sono alternati sotto il tendone preparando piatti da far assaggiare al pubblico.
Apprezzatissimo il taco del messicano Santiago Lastra Rodriguez, preparato non con farina di mais ma con un orzo scozzese, una guacamole di pistacchio siciliano, una maionese di peperoncino e, al posto del pesce, gambi di cavolfiore marinati con garum, impanati e poi fritti.
Chi ha avuto più applausi, però, sono le giovani donne che hanno portato a Rimini i profumi e i sapori dell’Est. La franco-vietnamita Céline Pham ha preparato un riso Venere con sanguinaccio, zucchine marinate e tanto, tantissimo coriandolo. Fresco, speziato e confortevolissimo. Garima Arora, indiana di stanza a Bangkok, ha ricevuto moltissimi applausi per le sue polpette d’anatra. E la ‘regina della cucina georgiana’ Tekuna Gachechiladze ha stupito tutti riunendo in un piatto alcune delle ricette più tradizionali del suo paese: polpette fritte di syrniki, un formaggio tipico della Georgia, accompagnate da una salsa alle mandorle e melograno e una melanzana ripiena di crema alle noci.
LA RIVIERA IN FESTA
Delle manifestazioni gastronomiche si dice spesso: clima festaiolo. Al Mèni, però, è una delle poche dove festa si fa davvero.
Si è fatta festa sabato, sotto le ghirlande luminose di un circo allestito sulla spiaggia, durante la festa Al Mèni Night Out: Bottura preparava gin tonic per tutti, i dj mettevano dischi fino alle tre di notte e gli chef austriaci si appropriavano dell’area giochi dei bambini per grigliare panini ai funghi e salsiccia. La vera essenza Riviera Romagnola. E la mattina dopo, per assorbire l’hangover, c’era il consueto, opulento, immaginifico brunch al Grand Hotel.
E si è fatta festa per tutti i due giorni dell’evento, sotto e fuori dal tendone, dove c’era lo street food d’autore degli chef. Dal Salty Dog di Davide Di Fabio (hot dog di merluzzo, seppie e mazzancolle con salsa piccante) al Tonino di Alberto Faccani (un golosissimo pan brioche farcito di tartare di tonno crudo, burrata, pomodori fondenti e pesto mediterraneo) passando per la pizza salsiccia e cipolla di Berberè e i fritti dei ragazzi di Benso, alla fine il più apprezzato è sempre il cibo di strada, quello unto, godereccio, da mangiare ungendosi le mani mentre le luci della ruota panoramica si accendono illuminando il lungomare.
CONCLUDERE IN BELLEZZA (E BONTÀ)
Insomma, Al Mèni mantiene le sue premesse festaiole. E non solo quelle.
La solidarietà qui non è pura retorica e lo spreco zero, per cui Bottura si adopera nei suoi refettori, non è un mero mantra: Al Mèni ha aderito a Food for Good, l'iniziativa promossa da Federcongressi&eventi, Banco Alimentare ed Equoevento Onlus per recuperare il cibo in eccesso e donarlo ai più bisognosi.