Si è appena conclusa la prima giornata della finale di S.Pellegrino Young Chef 2016. Dalle primissime ore della mattina dieci dei venti finalisti, provenienti da altrettante parti del mondo, sono arrivati al The Mall di Milano per il momento culminante della sfida.
Uno dopo l'altro gli young chefs hanno presentato i loro piatti alla giuria dei Sette Saggi insieme ai mentor, che li hanno supportati nelle sei ore di preparazione ma soprattutto nei mesi precedenti, affinando, perfezionando e personalizzando le ricette.
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Il primo a sottoporre la sua creazione al giudizio dei top chef internazionali è stato Sean Macdonald, finalista del Canada, che ha portato un'Anatra arrostita in padella marinata in succo di finocchio, carote caramellate, finocchi sottaceto, marmellata di datteri e succo di anice stellato. Un piatto dalle note dolci, che lo chef lega al ricordo del padre con "le tasche piene di caramelle".
Ricordi d'infanzia anche per il messicano Daniel Lates (America Latina), che dai genitori biologi ha preso l'amore per la natura e la forte connessione con il territorio in cui è nato e cresciuto. Il suo Quiltamal, una rivisitazione del tamal mesoamericano, si ispira alle coltivazioni di mais in epoca preispanica.
Meno "local" Grégoire Berger, finalista per Africa e Medio Oriente. Lo chef, francese di origine e ora di stanza a Dubai, ha portato un piatto che riassume tutte le esperienze internazionali che ha fatto fino a questo momento: Merluzzo della Patagonia, Ponzu, Patata Ripiena, Carciofo e Tartufo Nero, Shimeji e Polvere di Dragoncello.

Un piatto complesso quanto quello dell'italiano Alessandro Rapisarda. Il suo Risotto alla marinara è una millimetrica costruzione in cui il risotto incontra i sapori iodati del mare - salse di cozze selvatiche, vongole e seppie - e gli aromi vegetali, grazie a una gelatina di clorofilla, crescione e prezzemolo e una finitura di erbe selvatiche e fiori.
Oggi c'era una sola donna in gara, Anne-Sophie Taurines della Svizzera che ha portato un Salmone marinato e affumicato con rucola, mela verde, salsa allo zenzero e fiori. "Vorrei che il piatto fosse come una passeggiata in un giardino" ha spiegato alla giuria "In cui ti fermi, assaggi, annusi. Ogni boccone deve dare un'emozione diversa".

Tre soli ingredienti - ma un grande sfoggio di tecnica - per Matteo Zonarelli, italiano di nascita ma finalista per l'Asia Nord Orientale (lavora a Macao), che ha definito il suo Animelle, Sedano e Nocciole un piatto di "complessa semplicità".
Molto significativo il nome del signature dish del cinese Steven Liu: Union. In un solo piatto lo chef di Pechino ha cercato di unire prodotti e tradizioni gastronomiche di differenti regioni della Cina, dal bambù ai fagioli fermentati al granchio di Shangai.
Ha attinto alla tradizione della sua terra natale anche Tarun Bhatia, finalista dell'Asia Sud Orientale, con il suo Inspirational Daab Chingri, rivisitazione di un piatto tipico a base di gamberi serviti all'interno di una noce di cocco.

Il momento della degustazione si è concluso con il piatto di Mitch Lienhard (Stati Uniti), che ha portato un'Anatra arrosto con arancia speziata e patata dolce, e di George Kataras (Regno Unito e Irlanda). Lo chef di origini greche ha portato un apparente semplice Rombo, piatto dove venivano utilizzate tutte le parti del pesce - pelle croccante, ossa nella salsa - in un'ottica di spreco zero.
Una giornata impegnativa per tutti gli young chefs, che però, come ha commentato il giudice Wylie Dufresne "hanno dimostrato una straordinaria maturità per la loro età. Abbiamo potuto vedere quanto si sono tutti impegnati". Domani è il turno degli altri dieci, e domani pomeriggio ci sarà l'annuncio dei tre finalisti assoluti che si sfideranno sabato sera per il titolo di S.Pellegrino Young Chef 2016.
Non dimenticate che potete seguire l'annuncio del vincitore a questo link.
