Manca pochissimo alla finale regionale di S.Pellegrino Young Chef, in programma a Milano il 21 ottobre. Il concorso che va alla ricerca dei giovani chef più talentuosi del globo, lunedì decreterà chi andrà a rappresentare la region Italia e Sud Est Europa alla Grand Finale del 2020 (dove si sfiderà con gli 11 finalisti provenienti delle altre 11 regioni del mondo).
Lunedì, i dieci finalisti della region Italia e Sud Est Europa (qui l'elenco completo) verranno valutati da una giuria d'eccezione, composta da: Pino Cuttaia, Matias Perdomo, Antonia Klugmann, Marianna Vitale, Janez Bratovž, Ana Grgić, Oana Coantă.
Dopo aver raccolto le emozioni dei finalisti italiani e dei loro mentor, che ci hanno raccontato come si stanno preparando alla competizione, ecco i consigli dei quattro giudici italiani ai finalisti che parteciperanno alla gara.
Pino Cuttaia, chef due stelle Michelin a La Madia di Licata, ricorda che fare il cuoco è un percorso: "Consiglio di togliere piuttosto che aggiungere, ma questa è un’indicazione: credo che un cuoco giovane abbia un’energia in più che magari col tempo diventa sapere. Quell'energia in più può essere l'inventiva, ma anche quel "casino" o quell'interpretazione intelligente. Credo comunque che il talento si percepisca: si vede se qualcuno ha qualcosa in più da dire rispetto agli altri".
Antonio Klugmann, chef stellata de L'Argine a Vencò, ricorda di partire dall’ingrediente: "L’ingrediente è tutto. Oggi il lusso non sta più nell’utilizzo di foie gras o caviale, o nell’acquisto di materie prime costose. Il futuro della cucina sta nello riscoprire gli ingredienti - semplici e bellissimi - del nostro territorio. Un pomodoro maturato alla perfezione, una zucchina, un’alice devono trovare sempre più spazio nell’alta cucina. Si inizia dall’osservazione dell’ingrediente per procedere con tecniche di cottura, prove di stratificazione del gusto e abbinamenti".
Matias Perdomo, chef stellato di Contraste a Milano, ricorda di vivere questa esperienza con gioia: "Affrontatela come l'inizio di un percorso. Ogni giorno è un miracolo e non ce ne sarà un altro uguale. I ragazzi che parteciperanno devono vivere la gara come una sfida con se stessi e riuscire a trasformare la tensione in sorriso perché cucinare vuol dire far star bene colui che mangerà il nostro piatto. E se non stai bene tu, questa magia non riesce. Inoltre consiglio di non cucinare per stupire i giudici, ma fare ciò che si sente davvero proprio, con coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti".
Marianna Vitale, una stella Michelin al Sud di Quarto, Napoli, ricorda che un concorso come S.Pellegrino Young Chef rappresenta l'inizio di un percorso: "Il mio consiglio è di considerare che la gara non è un obiettivo, ma è l'inizio di una strada: bisogna saper guardare oltre la competizione per capire che la vera competizione è quella che verrà dopo".
Non resta che aspettare la gara. Seguiteci per rimanere aggiornati su S.Pellegrino Young Chef.