Ci sarà anche il digital food marketing tra gli argomenti che, i prossimi 15 e 16 aprile, si discuteranno al BE-Wizard! di Rimini. 85 milioni di immagini postate con l'hashag #foodporn nel mondo e, restringendo il campo all'Italia, 100 siti e 25mila blog a tema food che coinvolgono 35 milioni di utenti: con questi numeri, come si può pensare di prescindere dal cibo in un evento dedicato al web marketing?
Saranno tanti i trend relativi alla comunicazione gastronomica online che, per la prima volta, verranno analizzati al BE-Wizard!, e tra questi ovviamente ci sarà la food photography: a parlarne sarà Alessandra Tinozzi, fotografa piemontese tra le più conosciute in Italia, nota soprattutto per i suoi ritratti di chef "sul cuscino".
Avevamo già avuto modo di incontrarla, ma questa volta abbiamo avuto tempo e modo di farle qualche domanda più approfondita.
Cosa ne pensa del boom attuale della food photography?
Un'ossessione che dovrebbe studiare un antropologo. Io non la riesco sinceramente a capire. Anche perché buona parte delle foto che si trovano online sono, diciamola tutta, brutte - dove con brutte intendo che non restituiscono l'appetibilità di un piatto. La fotografia, a ogni livello, ha il linguaggio della composizione e della luce: l'aggravante del cellulare è che non ragioni prima su queste cose ma dopo.
Ma quali consigli può dare a noi amatori che vogliamo comunque fotografare i nostri piatti?
Posizionarsi vicino ad una finestra per una fonte di luce naturale; usare un cavalletto; guardare prima di scattare. Trucchi semplicissimi, che però fanno la differenza.
Lei come ha cominciato a fotografare?
Fotografando cibi industriali - a Nutella, per la precisione. Certo, i criteri usati in quell'ambito sono propri di uno stile pubblicitario molto diverso da quello che utilizzo adesso, ma è stata comunque una bella scuola. Ho passato un lungo periodo che definisco "di solfeggio" all'inizio degli anni Novanta, in cui facevo l'assistente, ma ho capito subito che mi piaceva fotografare le persone, ho partecipato a un corso a New York e da lì è cominciato tutto.
Giampiero Vivalda (Antica Corona Reale, Cervere CN)
E perché ha deciso di dedicarsi agli chef?
Un'illuminazione, un'ossessione improvvisa. Ero in vacanza e ho comprato tutte le guide: Guida Michelin, Guida Espresso ... non sapevo davvero nulla! Ai tempi era considerata una cosa strana interessarsi a loro. Ma non è un interesse "pornografico", non mi interessavano in quanto personaggi pubblici e non mi interessano tuttora: sono stufa di vedere le divise, mi piacciono gli chef in quanto persone creative, artisti.
Qual è stato il primo chef che ha ritratto?
Ho chiamato il Combal.Zero e ho chiesto se potevo fotografare Davide Scabin. Quando sono arrivata era annoiato e di fretta, si aspettava di essere ritratto in modo classico, con toque e mestolo, e invece io l'ho fotografato mentre si strappava via una fotografia dalla bocca. Abbiamo subito instaurato un rapporto di grande sinergia e rispetto reciproco. Da lì sono seguiti Cedroni, Uliassi, Iaccarino ... saltavo da uno all'altro grazie alle loro raccomandazioni. Davo senza calcolo di ricevere.
Sul cuscino: Carlo Cracco
Gli chef italiani sono personalità molto diverse l'una dall'altra. Qual è il filone che segue nel ritrarli?
Non mi piace la sovraesposizione di una maschera: voglio estrapolare la loro parte più intima. Pensi che ho fotografato Iaccarino padre mentre, chinato a quattro zampe, parlava con gli animali della sua azienda ... da lì è nata anche l'idea del ritratto sul cuscino. Li metto spalle a terra, senza possibilità di gesticolare o di fare quegli altri gesti nervosi che facciamo quando veniamo ritratti.
"Il tempo delle uova d’oro”, chef Ivan Milani
Qual è il suo rapporto con la fotografia con l'iPhone?
Io faccio food photography anche con quello, la differenza non è nel mezzo. Esistono app straordinarie, bisognerebbe usarle un po' meglio: con il filtro Instagram le fotografie risultano tutte uguali.
Consigli di account di food photography da seguire?
Su Instagram sicuramente Four Magazine (four_magazine); Le Fooding lefooding; Bon Appétit (bonappetitmag); Cook_inc (cookingmag).
Trovate i lavori di Alessandra qui