Sei mesi ci sembravano tantissimi, ma sono volati, così come gli hamburger fatti di alghe, coccodrillo e zebra, o le dissertazioni su quale padiglione fosse il più bello, quale il più interessante e quale il più sacrificabile.
Cosa ci mancherà di questo Expo Milano 2015?
A pochi giorni dalla chiusura, sull'onda delle ultime file - interminabili - e sull'entusiasmo ritrovato per il cibo da parte di avventori e addetti ai lavori, ecco le cose che ricorderemo con piacere e ironia dell'Esposizione Universale milanese.
ALGHE, ZEBRA, COCCODRILLO E GLI ALTRI HAMBURGER DI EXPO
Alle alghe, al pomodoro, poi al coccodrillo e alla zebra. Mancava l'unicorno, ma insomma, forse non hanno semplicemente fatto in tempo a procurarselo. Se dovessimo votare laa categoria di cibo più sfruttata, manipolata e inventiva, quella sarebbero senza dubbio gli hamburger. Da quello tanto decantato al padiglione olandese - soprattutto il vegetariano alle alghe - a quello di coccodrillo - che per qualcuno sapeva di pollo, per altri di pesce - che si trovava allo Zimbabwe.
Insomma, ci mancheranno questi hamburger, di cui tutti hanno sentito parlare ma che quasi nessuno forse ha mangiato, vista la velocità con la quale le scorte si esaurivano.
FOTOGRAFARE LA FILA DEL PADIGLIONE GIAPPONESE
Una foto pubblicata da Teresa Gallace (@teresa_gallace) in data: 23 Ott 2015 alle ore 01:39 PDT
Le file a Expo Milano si sono intensificate ad agosto, ma una cosa è sempre stata costante in questi sei mesi: l'inteminabile coda al padiglione giapponese. Leggende narrano di istallazioni mirabolanti ecibo senza pari, ma nessuno può confermarlo con certezza. Quello che abbiamo visto è la fila, dalla mattina alla sera, da maggio ad ottobre. Negli ultimi giorni si sono toccate 10 ore di fila - le stesse che avreste impiegato per arrivare da Milano a Tokyo, insomma, come recita un meme visto su Facebook.
LE MILLE STELLE DI IDENTITÀ EXPO S.PELLEGRINO
Massimo Bottura ha aperto, Carlo Cracco ha continuato, poi sono arrivati Antonino Cannavacciuolo, Niko Romito, i Fratelli Cerea e tanti altri. A Identità Expo S.Pellegrino un numero incalcolabile di stelle Michelin ha solcato le cucine per pranzi e cene speciali pensate proprio per il pubblico di Expo. In tanti hanno potuto toccare con mano cucine dal costo spesso inarrivabile e altri hanno scoperto la cucina delle giovani leve della cucina italiana.
Foto: ©Brambilla/Serrani
I SELFIE D'ORDINANZA AL CLUSTER DEL RISO
Una foto pubblicata da Flavia Penso (@weflavia) in data: 9 Mag 2015 alle ore 06:21 PDT
Chi di voi non ha resistito alla selfie specchiata al Cluster del Riso? Nessuno vero? Le pareti specchiateerano state concepite per riflettere le risarie costruite attorno, ma sono diventate uno strumento perfetto per una nuova immagine profilo su Facebook.
LA RETE BRASILIANA
Una foto pubblicata da Rob And The Apocalypse (@rob_and_the_apocalypse) in data: 10 Mag 2015 alle ore 01:24 PDT
L'attrazione delle attrazioni: la rete del padiglione brasiliano. In questi sei mesi di Expo, vecchi e bambini hanno saltato con gioia da una parte all'altra della rete, salvo poi essere fermati dalla guardie che ne vietavano l'utilizzo da tappeto elastico. Divertente per poco, ma pur sempre divertente.
IL PISOLINO AL PADIGLIONE DEL NEPAL
Una foto pubblicata da Corinne🎀 (@imcorinne92) in data: 30 Lug 2015 alle ore 16:41 PDT
Fuggire dalla folla: il dictat dell'Expo soprattutto nel weekend. Il luogo migliore? Il padiglione del Nepal. Dopo la lunga passeggiata per arrivare al suo nucleo, musica rilassante e sdraio ci attendevano per riportarci serenità e riposo. E se avete fatto un sonnellino mentre cercavate la verità su voi stessi e il mondo, sappiate che non siete stati i soli.
GLI INSETTI.. ASPETTA CI SONO STATI?
Presentificare l'assenza: in poche parole gli insetti ad Expo Milano 2015. A maggio sembrava questione di settimane, poi l'estate è passata e di insetti da comprare o assaggiare quasi nulla. Qualcuno giura di averli visti in Belgio, ma di una cosa siamo sicuri: tante parole sugli insetti, e poca sperimentazione davvero. Peccato.
GLI SHOT GRATIS IN RUSSIA
Un padiglione accogliente quello della Russia, che in un percorso fra luci al neon e ampolle da chimico offriva ai suoi visitatori assaggi di bevande - alcoliche e non - e di prodotti locali russi. In un Expo parco di free sample e assaggi i russi hanno fatto la loro porca figura.
L'ODORE DI PATATINE FRITTE DEL BELGIO
Una foto pubblicata da Almachiara (@almachiara_) in data: 18 Set 2015 alle ore 10:38 PDT
Fritte, economiche e buone. Appena scesi dal treno o dalla metro erano una tentazione irresistibile, a cui davvero pochi hanno detto no.
LA DISTESA GIALLA DEL PADIGLIONE CINA
Una foto pubblicata da Mariana Martins (@mariandthecity) in data: 26 Ott 2015 alle ore 00:55 PDT
Fate pure i cinici, ma provate anche voi a non ricordare con un po' di nostalgia la distesa gialla del Padiglione della Cina. Uno degli ingressi più coreografici e romantici di tutta l'Esposizione. Se ci dite che non vi è piaciuto non vi crediamo.
IL CANNOLO DI CASCINA TRIULZA
Altro must per chi varcava le porte di Expo Milano: Cascina Triulza e il suo immenso cannolo a 3 euro preparato al momento, che rappresentava uno degli sfizi dolci più gratificanti ed economici. Il cannolo è stato così amato e venerato che di lì a poco altri padiglioni - anche quelli africani per intenderci - hanno iniziato a proporne la loro versione. Scelte di marketing, certo, discutibili, ma pur sempre di marketing.
Foto: ©magazine.expo2015.org
IL BOSCO DELL'AUSTRIA SALVAVITA DURANTE L'ESTATE
Una foto pubblicata da s i l v i a r e f a l d i (@silxref) in data: 9 Ott 2015 alle ore 00:50 PDT
Chi ha frequentato l'Esposizione Universale quest'estate sa benissimo quanto era difficile sfuggire al caldo asfissiante. C'era però un luogo che ha rappresentato la salvezza: il bosco del padiglione austriaco. Natura - 43.200 mq di superficie fogliare -, 5 gradi in meno rispetto all'esterno e una piacevole passeggiata che culminava con i piatti tipici austriaci.
E SI, ANCHE L'ALBERO DELLA VITA
E si, in fondo siamo dei romanticoni, e all'Albero della Vita non possiamo dire di no. Soggetto di foto, di commenti, di sarcasmo, ma pur sempre un simbolo di questa Esposizione. I progetti per farlo sopravvivere alla chiusura del 31 ottobre sono tanti, noi speriamo di vederlo in qualche altra foto su Instagram in futuro.
Foto: ©Pietro Baroni /Instagram