Tutti l'hanno sentito nominare, alcuni l'hanno visto, nessuno sa esattamente cosa sia.
L'açaí è l'ultima tendenza salutista: basti pensare che nell'ultimo anno, su Google, le ricerche di (e intorno a) açaí-bowls sono più che raddoppiate. Partita dalle Hawaii, la moda ha conquistato tutto la West Coast, da Los Angeles a San Francisco, e lentamente si è fatta strada negli altri Stati arricchendo l'offerta di frullaterie e juice bar o dando vita a locali specializzati, food trucks inclusi. E secondo rapporto Baum+Whiteman fra le undici tendenze del food & beverage del 2016 figura l'açaí -bowl, definito "the next big hipster food".
Ma cos'è, perché ci piace tanto e soprattutto perché dovremmo mangiarlo?
COS'È L'ACAI
È la bacca di un albero che cresce principalmente nello stato del Pará, in Brasile. Per secoli, la dieta principale delle popolazioni native del Brasile si è basata sulle bacche di açaí, ritenendole giustamente ricche di nutrienti. Ancora oggi, in molti villaggi amazzonici rappresentano il 42% dell'apporto calorico totale. In lingua tupì letteralmente significa "[frutto che] piange o espelle acqua". Dal vocabolo dei nativi Tupì - un tempo una delle più importanti popolazioni indigene del Brasile - è poi derivato il portoghese-brasiliano açaí (si pronuncia però "assaí").
A meno che non ci si trovi in Brasile, a poca distanza da un mercato che commercializza le bacche fresche, la purea che tanto piace si trova principalmente congelata o surgelata.
PERCHÈ MANGIARE L'ACAI
Se piacciono tanto non è solo per il bel colore viola scuro o per il sapore - a metà tra il cioccolato fondente e il mirtillo - ma anche per i benefici nutrizionali. La bacca di açaí è ricca di fibre, proteine, carboidrati, vitamine A, B, C ed E, sali minerali (calcio, ferro, fosforo e potassio), acidi grassi insaturi essenziali (Omega 3, 6 e 9), antiossidanti a go-go (al punto da essere una delle migliori fonti al mondo, addirittura fino a venti volte più antiossidanti dell’uva rossa). La polpa di açaí al naturale contiene pochissimi zuccheri: maltosio, fruttosio e glucosio sono presenti da un minimo di 0,1 g a un massimo di 0,8 g per 100 g.
Secondo molti nutrizionisti, la bacca di açaí è il n. 1 superfruit. Le proprietà terapeutiche che ne derivano sono molteplici: aumenta l’energia e la resistenza, supporta il sistema immunitario, favorisce il sonno, combatte l’invecchiamento e le infiammazioni, protegge il cuore.
Attenzione però: 100 grammi di polpa fresca di açaí contengono poco più di 45 kcal, ma lo stesso quantitativo di polpa essiccata in polvere supera abbondantemente le 500 kcal.
COME MANGIARE L'ACAI
Açaí na tigela o açaí in the bowl, come preferite chiamarla: la purea di açaí è il modo più popolare per mangiarla, frullata con polpa di banana e succhi (mela ad esempio) e servita in ciotola o bicchiere con muesli e frutta fresca a pezzi (in Brasile viene aggiunto lo sciroppo di guaranà).
Oltre alla purea, in commercio si trova il succo di açaí, puro o mixato con altri succhi, puree o estratti di frutti rossi, ananas, cocco, banana, mela ma anche mandorle, guaranà, yerba mate, semi di chia, zenzero...
C'è chi con l'açaí prepara una cioccolata calda esotica: si fa con cacao, latte, vaniglia, cannella, peperoncino, miele o sciroppo d'agave. E chi reinventa i cocktail, come la Caipirinha ad esempio, o i long drink energetici (uno per tutti: succo di açaí più banana, ananas, zenzero e succo d'arancia). La polpa di açaí si può anche cuocere: con i fichi secchi o freschi (più zenzero, miele, cioccolato e vaniglia) si trasforma in una marmellata da servire calda o fredda, magari con crostini di pane e formaggio (vegan e non).
Con le bacche di açaí si prepara anche un liquore. Macerate nella Cachaça e ridotte poi in purea, all'infusione si aggiungono radici di zenzero, bucce di arancia e zucchero di canna. Il risultato finale è un liquorino con marcati sentori agrumati, speziati e "cioccolatosi". La bassa gradazione alcolica lo rende perfetto come aperitivo.
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