VIVA - Il Manifesto
La fiamma brucia.
È stupore e colore.
È idea e sentimento.
Gioia di creare e fame di fare.
Al sembrare preferisco l’essere.
Audace, speciale, ribelle.
Anticonformista, entusiasta, reale.
Essere.VIVA
Luce, colore, materia, arte, vita. Sono le parole che segnano la svolta di Viviana Varese. Come vi avevamo già annunciato, la chef stellata, alla regia del ristorante situato all'ultimo piano di Eataly Smeraldo, dal 6 settembre ha salutato Alice e ha dato il benvenuto a VIVA, acronimo del suo nome e cognome che sigla la nuova insegna.
Eccola tornare sulle scene, dopo la chiusura estiva per il restyling, con un ristorante rinnovato nel look, nel concept e nell'assetto societario - ora in società c'è la chef indiana Ritu Dalmia. All'inaugurazione, una vera e propria festa che ha coinvolto tutto il secondo piano del food store di Oscar Farinetti, lo scorso 5 settembre, sono intervenuti una trentina di chef internazionali e pasticceri: colleghi e amici che hanno celebrato il nuovo corso del ristorante della chef di origini campane, con piatti cucinati per l'occasione o, semplicemente, passati per un saluto: da Claudio Sadler a Isa Mazzocchi, da Carlo Cracco ad Andrea Aprea, ai pasticceri Gianluca Fusto e Andrea Besuschio, per citarne alcuni.
Photo Credit: Azzurra Primavera
Una svolta segnata non solo dal cambio del nome del ristorante, ma anche dall'impostazione della location, che si è trasformata in uno spazio dal design ricercato, dove le sfumature di colore sono protagoniste, assieme a un forte connubio con l'arte. Un arcobaleno per celebrare le diversità del mondo che si declina nelle luci iridescenti di Artemide che dominano piccoli salotti, arredi Knoll, posate Gio Ponti e una spettacolare cucina a vista che è un pezzo unico disegnato da Molteni. L'interior design è stato studiato personalmente dalla chef, che ha affidato una parete all'amico artista Marco Nereo Rotelli, che ha creato un'opera composta da piccole opere 20x20 cm, declinate nei toni del blu.
Assieme alla giovane designer Gala Rotelli, poi, la chef ha ideato una serie di vasi di diverse dimensioni e colori in vetro soffiato di Murano, realizzati dalla storica vetreria artistica Massimiliano Schiavon.
Le novità sul fronte enogastronomico? Non mancano. Sempre più forte il legame della Varese con la terra e con il tema vegetale. Ecco allora le verdure che arrivano dal suo orto sperimentale nel Parco Sud di Milano, che si amplia con due serre e due campi biologici, che segue con Claudio Mori. Con Davide Caremi, invece, il foraging e le erbe spontanee entrano nella cucina della chef, che rafforza anche la presenza e l'utilizzo di presidi Slow Food.
Photo credit: Serena Serrani - Francesca Brambilla
In brigata, al fianco di Viviana Varese, che continua a puntare sui giovani, ci sono conferme e nuove figure. Oltre a collaboratori "storici" come la sous chef e capo pasticcera Ida Brenna e il sous chef Matteo Carnaghi, ecco nuovi talenti in sala: il direttore Luis Diaz, eletto il Miglior giovane maître d’Italia nel 2017 al concorso Emergente Sala, e Gianluca De Marco, secondo maître di sala. Una giovane sommelier, Federica Radice, racconterà la carta dei vini, ampliata fino a 700 etichette, con una buona selezione di Champagne e di vini francesi a cura degli esperti Michele Marcucci e Andrea Farinetti.
Tra le novità, segnaliamo anche l'introduzione della figura di una bartender, Jessica Rocchi, che curerà i signature drink del nuovo cocktail bar. Chi lo desidera, infine, potrà concludere il pasto anche con una tisana bio, selezionata da Roberto Merluzzi di Arte del Ricevere.