Se cercate un (vero) Fusion Bar per le strade di Roma - e non è facile - allora Yugo è il locale che fa per voi: niente fronzoli, dritto al sodo con uno stile minimal ed elegante.
È l'ultima scommessa dello chef due stelle Anthony Genovese, che in questo nuovo format dimostra ancora una volta la propria originalità e la propria capacità di reinvertarsi.

A due passi dal Quirinale le arti culinarie della nostra terra si incontrano con quelle del lontano Oriente, affilando similarità e differenze e creando sapori nuovi.
Con le sue arcate a mattoni antichi, cemento vivo e intonaco nero, qui tutto è fusion, dai cocktail ai piatti passando per l'architettura, in una cura al dettaglio che, come insegnano bene i giapponesi, è fondamentale.
Entrando da Yugo non bisogna aspettarsi solo un posto piacevole dove bere o mangiare bene, ma un vero e proprio viaggio - di sensazioni, colori e profumi - che vi porteranno in Vietnam, Cina, Giappone e nello stesso momento tra le terre della Puglia e della Calabria.

Percorsi gastronomici, e non solo menù degustazione, quelli che Genovese propone insieme al mastro bartender Patrizio Boschetto: Tre Mete (40 euro con cocktail) o Cinque Mete (60 euro con due cocktail), sono i percorsi che passano dagli occhi e intessono trame sulla lingua.
Nella filosofia zēn non esiste il concetto di vuoto, esiste solo la potenzialità di riempirlo.
Essenzialità è la parola d'ordine. Ecco perché il menù alla carta è diviso in sei piccoli mondI, da tre soli piatti ciascuno, in versione normale o da assaggio, per permettere a tutti di provare nuove esperienze. Ognuno con la propria identità, in un'espressione di puro minimalismo.
Il Crudo è l'esaltazione dell'autenticità, da cui spicca il gambero bianco con acqua di pomodoro su un letto di noodles che ricordano gli spaghetti alla chitarra fatti a mano dalle nonne la domenica (10/18 euro). Un matrimonio perfetto di pochi ed eccellenti ingredienti.

Il Fresco è forse l'esperimento più interessante, quello che tende più la mano all'Oriente: il pollo con pak choi e arachidi (8/14 euro) ha un sapore pieno, mentre la tataki di manzo con salsa al the verde e granita di sakè (12/20 euro) è un omaggio raffinato alla cottura preferita dai samurai.
E ancora i Rolls, dove l'uramaki di gambero rosso incontra azzardatamente (anche troppo) la nostra burrata (12 euro), il Dim con i morbidi bun al vapore ripieni di granchio fritto e salsa agrodolce (12 euro) e i Fritti, in cui il trono spetta all'uovo croccante con alghe, sesamo e spinaci rossi. Croccante fuori, morbido in mezzo, liquido dentro. Food Porn livello massimo.


Infine c'è il Fuoco, quelle cotture dove protagonista è la fiamma che avvolge le padelle: qui le spuntature di maiale con riso thai e tamarindo (12/18 euro) esplodono in sapori nettissimi.
Non dimenticatevi però di essere in un bar, e che i cocktail sono stati creati da un mixologist che ha saputo unire raffinatezza e sperimentazione: Patrizio Boschetto.
Lasciatevi guidare dall'istinto, chiedete il suggerimento giusto, o affidatevi alle mani del giovane bartender Daniele Petriconi, che ama osare e sa mettervi nel bicchiere esattamente il sapore e gli aromi che avevate in testa. Se amate il gin profumato, il Deja' sarà perfetto, con Tanqueray, Carpano e Cynar aromatizzato ai fiori d'arancio (12 euro); se invece è la vodka la vostra base ideale, allora il Rosemary con Stolichnaya, rosmarino, limone e Tonica Fever-Tree (12 euro) fa al caso vostro.

Dall'aperitivo al dolce, da Yugo si viene coccolati, si lasciano i pensieri fuori dalla porta, ci si concentra sulle chiacchiere e sui sapori. Perché con un servizio eccellente, i piatti di Anthony Genovese, i cocktail e le selezioni di sakè, l'unica cosa che dovete fare è sedervi, spegnere il telefono e lasciare che il palato vi racconti storie che fino a un attimo prima sembravano lontane.
Cade la foglia,
Rosa sul bicchiere
Cantano i fuurin.
Cosa Yugo
Dove Largo Angelicum, 2, Roma
Orari 12.30-15, 19.30-2.00
Tel. 066794549