"L'insalata è per lei?", "Per la signora un vino fruttato?": sono solo alcune delle domande che una donna non vorrebbe mai (più) sentire al ristorante. Il pregiudizio di genere, in relazione al rapporto delle donne con il cibo, è molto più diffuso di quanto possiamo immaginare.
Pensate a un mondo plasmato secondo gli stereotipi e i pregiudizi sessisti: il genere femminile dovrebbe mangiare poco, bere solo vini rosé o drink a bassa gradazione alcolica, e non pagare il conto. Ma sappiamo bene che non c'è nulla di più falso.
Quali sono i pregiudizi di genere più diffusi a tavola? Li abbiamo elencati qui di seguito, in occasione dell'8 marzo, Giornata internazionale della donna: una data dall'alto valore simbolico.
E a voi, è mai capitato di essere vittime di pregiudizi di genere legati al cibo, al vino o in generale alla tavola o al vostro lavoro in ambito gastronomico? Segnalateci i pregiudizi di genere in cui vi siete imbattute o imbattuti, come commensali, ma anche come chef, sommelier, bartender...
Le frasi che le donne non vogliono più sentire a tavola
Il vino lo assaggia lui?
Ebbene sì. Molti danno per scontato che il vino debba per forza essere assaggiato dalla componente maschile presente allo stesso tavolo di una donna. Ma perché mai? Le donne forse non possono avere un buon palato o essere esperte? Ogni volta che viene pronunciata questa frase, lo spirito di una sommelière muore.
Quanto mangi per essere una donna!
Prego? Cancelliamo per sempre questa frase e nessuno si farà del male. Si scherza, naturalmente, ma sul serio qualcuno pensa ancora che una donna debba mangiare poco e niente, in virtù del suo genere?
L'insalata è per la signora?
"No, la carbonara è per me, l'insalata per lui". Ecco al risposta che non avremmo mai voluto dare (perché non avremmo mai dovuto rispondere a una domanda del genere).
La carne è per lui, giusto?
Vedi sopra. Idem con patate, per restare in tema. Diciamo pure che ne abbiamo abbastanza dello stereotipo che vuole la donna poco carnivora, a differenza degli uomini.
L'analcolico è per la signora e la birra per lui, giusto?
No, sbagliato. Anche una donna può bersi una pinta di birra, e magari essere seduta allo stesso tavolo di un uomo che invece ha preferito ordinare un drink alcol free.
Un bel rosé per la signora e un rosso robusto per il signore?
Ancora con questa storia del vino femminile, che secondo i pregiudizi più comuni è rosé, fruttato e delicato, mentre all'uomo si propone un nettare robusto e di carattere? No dai, questa è davvero vecchia.
La pietanza che ha ordinato è molto abbondante: le faccio una mezza porzione?
Magari una donna l'ha ordinata proprio per quello. La prossima volta che sentite una frase così, svelate un segreto a chi l'ha pronunciata: anche una donna può provare fame ed essere in grado di mangiare una porzione abbondante.
Ma come, la signora non lo mangia un bel dolce?
Dulcis in fundo. Che non vogliamo chiudere la cena con il più diffuso pregiudizio sui dessert e sui piaceri zuccherini? Secondo gli stereotipi i dolci sono un affair da donne. Ma che davvero?
8 marzo, la campagna social #ilgustononhagenere
A proposito di pregiudizi di genere sul rapporto tra donne e cibo o donne e vino, oggi, 8 marzo, tutti possono partecipare alla campagna social #ilgustononhagenere lanciata da tre donne: Mariachiara Montera, consulente di content marketing e content creator, ma anche podcast host e founder delle Food Masterclass, Rossana Borroni, project manager e social advertising expert, sviluppa strategie di digital marketing per il settore turistico, enogastronomico e culturale, sommelier e appassionata di antropologia alimentare e Valentina Merzi, illustratrice, fotografa e direttrice artistica delle sezione Arti Visive del Festival Camino Contro Corrente.
Come partecipare al progetto? "L’8 marzo rivendichiamo lingue, corpi, fame e sete: condividi l’illustrazione dell’iniziativa sul tuo feed o nelle stories di Instagram. Se ti va, racconta il pregiudizio legato al cibo e al vino col quale ti scontri di più, nel tuo lavoro, nelle cose che leggi, nei dialoghi con gli altri", spiegano le ideatrici.
Dunque basta condividere l'immagine della campagna social disponibile qui e realizzata da Valentina Merzi (cui vanno attribuiti i credits), con l’hashtag #ilgustononhagenere e, volendo, taggare le ideatrici dell'iniziativa.
La campagna #ilgustononhagenere, inoltre, sostiene Cuoche Combattenti, un progetto di imprenditoria sociale di Palermo che ha come obiettivo l’emancipazione economica delle donne vittime di violenza di genere, invitando ad acquistare qualcuno dei loro prodotti alimentari.