Non il classico blog di cucina, ma un racconto sul cibo che è anche un po' la ricerca della propria storia. Under the Tree è il magazine online fondato nel 2012 da Miriam Lepore (a sinistra nella foto in alto) e Giulia Tibaldi: rispettivamente giornalista e fotografa, si sono incontrate scovando online il lavoro dell'altra. "E' stato subito un colpo di fulmine", spiega Miriam: "Da lì è nata la voglia di creare qualcosa insieme e l’esigenza di partire dal cibo, dalle nostre radici, da ciò che volevamo imparare dalle nostre nonne e mamme e mettere su carta perché non andasse perso".
Prima i menu in free download (a tema, suddivisi per stagione), cucinati e fotografati per essere messi a disposizione sul sito. Quindi le boxes - menu cartacei spediti in un cofanetto in legno - e ancora i piatti preparati nelle case di persone speciali per il duo, così da raccontarne le ricette: "Il risultato è una sorta di narrazione sociale collettiva - aggiunge Miriam - un racconto di coetanei che portano in tavola quello che hanno raccolto nei loro viaggi, i loro desideri, passioni".
Abbiamo rivolto a Miriam e Giulia nove domande, per conoscerle meglio e scopire i sapori del loro progetto.
Cosa rappresenta per voi il food blogging?
Poteva diventare un lavoro, abbiamo deciso di lasciare che fosse una passione: un po’ per restare “indipendenti” un po’ per continuare a correre su due binari.
Com’è cambiato, secondo voi, il modo di raccontare il cibo sul web?
Oggi il pubblico è talmente abituato a cliccare qua e là che - fortunatamente - non si accontenta più della ricettina vista e rivista o della foto flashata fatta di notte con il cellulare. Questo non vuol dire che il mondo del foodblogging è meno genuino, ma che se si vuole avere uno spazio si devfare qualche sforzo in più.
Se foste un piatto, quale sarebbe?
Miriam: Una parmigiana di cardi.
Giulia: Carciofi ripieni.
Qual è il primo sapore che ricordate?
Miriam: Il dolce del Ferrero Rocher. Mia madre mi ha impedito l’assunzione di dolci finché ha potuto: poi, un giorno, una sua amica di nascosto mi ha dato un cioccolatino. Si mormorano lacrime di commozione al primo morso.
Giulia: Il toast al prosciutto passato nel latte. Comfort food dell’infanzia.
Qual è stata l’esperienza legata al gusto più incredibile della vostra vita?
Miriam: L'incredibile mousse al cioccolato con praline realizzate con diversi cru di cacao (14, se non ricordo male), aceto balsamico, sale e fiori. Il tutto servito dentro un vasetto per fiori: mi ha riconnesso con la terra.
Giulia: Un’esperienza negativa: una zuppa di carne di pecora in un mercato sulle Ande peruviane…a colazione!
Cosa non mangereste mai?
Miriam: Non sono molto aperta in cucina, lo ammetto. Tutto ciò che galleggia mi fa un po’ impressione, a parte i tortellini (di cui trovate qui per la ricetta condivisa da Miriam).
Giulia: Carne di balena.
Il cibo di cui morireste?
Miriam: Pizza. Lo so, è poco fantasioso. Ma pizza (buona, vera, napoletana che esce dai bordi del piatto) tutta la vita.
Giulia: Carciofi, melanzane, zucca e patate.
Chiudete gli occhi e pensate al piacere della tavola: cosa vedete?
Tutti seduti, risate, passarsi i piatti e le pietanze. E’ quello che abbiamo voluto creare con Under the tree mag: l’immagine dello stare bene insieme, della convivialità. Del cibo come unione.