I lunghi periodi di siccità, le fatali bombe d’acqua e le temperature sopra la media in ogni stagione dell’anno sono solo alcuni degli effetti tangibili del cambiamento climatico. Tutti ne stiamo pagando le conseguenze, chef compresi. Se il mondo vitivinicolo da tempo ormai notifica vendemmie anticipate, i coltivatori sono in difficoltà di fronte a raccolti rovinati da grandinate improvvise, mentre cuochi e ristoratori devono sempre più fare i conti con un pianeta che si è trasformato.
L’alluvione nelle Marche, che la notte del 15 settembre ha messo in ginocchio Senigallia e le campagne circostanti, è solo l’ultimo degli episodi atmosferici “anomali”. Un evento repentino, che nel giro di poche ore ha messo a soqquadro la città marchigiana, nota destinazione gastronomica, trasformandola in un lago di fango. “Tutta la vicinanza e la solidarietà per le famiglie e le aziende marchigiane colpite dalla terribile alluvione. Nonostante ci siano molte aziende sott’acqua e che hanno riportato danni ingenti, gli agricoltori sono pronti a fare la propria parte e aiutare la popolazione in questo momento di emergenza, ma questa tragedia dimostra ancora una volta l’urgenza di avviare un piano di manutenzione strutturale del territorio, che si sta mostrando sempre più fragile e indifeso di fronte ai cambiamenti climatici”, ha dichiarato il giorno dopo la Cia-Agricoltori Italiani.
Ma come stanno vivendo il cambiamento climatico gli chef? Ecco il racconto del mondo che muta attraverso la loro lente.
Cambiamento climatico e cucina: gli appelli di chef e agricoltori italiani
Cia-Agricoltori Italiani: un'opera di manutenzione del territorio è fondamentale
“I disastri provocati dal moltiplicarsi degli eventi estremi, con inondazioni, frane, allagamenti, dimostrano quanto sia diventato necessario agire, senza perdere altro tempo, visto che oggi il rischio idrogeologico in Italia coinvolge il 10% della superficie nazionale e riguarda 6.633 comuni. Vuol dire che quasi un cittadino su dieci si trova in aree esposte al pericolo”, spiega il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini. “Per questo ora diciamo basta. Non sono più rinviabili interventi infrastrutturali, a partire dalla rete idraulica, così come adeguate politiche di prevenzione del territorio nazionale, tanto più con questo clima impazzito, a cui affiancare una puntuale azione di vigilanza e di controllo delle situazioni a rischio. Una nuova politica di tutela ambientale che non può prescindere dal presidio degli agricoltori, la cui opera di manutenzione del territorio è fondamentale, soprattutto nelle aree interne”, conclude.
Mauro Uliassi e l’appello sui social: “Occorre trovare soluzioni”
Mauro Uliassi, chef tre stelle Michelin al ristorante che porta il suo nome a Senigallia, dodicesimo nella lista di The World’s 50 Best Restaurants 2022, non ha avuto danni a seguito dell’alluvione, ma su Instagram ha raccontato quello che sta vivendo la sua terra, lanciando un appello:
“Sul mare, al centro delle Marche, a metà di tutta la costa adriatica, raggiungibile in meno di un’ora da ben cinque regioni; invidiata dalle altre città e presa come esempio di vivacità imprenditoriale. Senigallia bella sempre, in tutte le stagioni: con il sole, con la pioggia, ventosa o con la nebbia, oppure sotto la neve. Solo qui a S’nigaja avremmo potuto sviluppare il nostro percorso professionale. Ora è tutto capovolto, schiacciato, ferito dalla furia dell’acqua e del fango, una furia tremenda. Le vite spezzate, le case perse, le attività in ginocchio, il centro storico massacrato. Non so se ci siano e quali siano le responsabilità per eventi così improvvisi ed eclatanti. Ma sono passati appena otto anni dalla scorsa alluvione, e a quanto pare solo ora si è capito che un evento come quello di giovedì 15 settembre può ripetersi in qualsiasi momento. Occorre immediatamente che l’intelligenza umana, i comuni, la politica, lo stato entrino in gioco per trovare delle soluzioni. In bio trovate il link alla raccolta fondi della Caritas per sostenere Senigallia e aiutare tutte le persone in difficoltà”.
Paolo Brunelli e i danni dell’alluvione a Senigallia
Il maestro marchigiano Paolo Brunelli, fuoriclasse del gelato che richiama ogni anno a Senigallia migliaia di appassionati, ha documentato il grave danno riportato nel suo negozio di via Carducci, completamente distrutto a seguito dell’alluvione del 15 settembre. "L’interno di Brunelli Senigallia ….. un disastro…siamo forti però", commenta sotto il video girato.
Moreno Cedroni: "Oggi è tempo di ricostruzione"
Anche Moreno Cedroni, lo chef della Madonnina del Pescatore, due stelle Michelin sul lungomare di Marzocca, prende posizione in merito all'alluvione di Senigallia e a tutti gli episodi atmosferici anomali e disastrosi, diffondendo il link per le donazioni in favore degli alluvionati. Ecco cosa scrive su Instagram: "Eventi catastrofici come quello accaduto nelle Marche con l’esondazione del Misa, dipendono in buona parte anche dall’uomo e dallo sfruttamento delle risorse del pianeta. Il proseguimento della vita sulla terra dipende esclusivamente da noi e da cosa faremo negli anni immediatamente a venire. Senigallia e le Marche, silenziose e operose, si rialzeranno con una consapevolezza diversa; noi troveremo delle soluzioni per convivere al meglio con il mondo, ma oggi intanto è tempo di ricostruzione. E, per ricostruire luoghi, posti e nuove memorie, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti". Per donare, ecco il link al sito.
Massimo Bottura e Lara Gilmore documentano il nubifragio a Modena
Il 30 agosto, un’altra nota famiglia del mondo gastronomico ha documentato i danni scaturiti dal violento nubifragio che si è abbattuto su Modena: Massimo Bottura e Lara Gilmore lo hanno raccontato attraverso le immagini del giardino devastato di Casa Maria Luigia. Gli alberi secolari abbattuti, a testimoniare la furia della natura e la violenza della tempesta. “Non so da dove iniziare a contare i danni”, commenta Lara Gilmore, di fronte agli alberi abbattuti.
Terra Arida: la dolce denuncia dello chef Daniele Lippi e del pastry chef Andrea Cingottini
Si chiama Terra Arida il dolce creato dallo chef Daniele Lippi di Acquolina Ristorante a Roma, una stella Michelin, assieme al pastry chef di Velo Andrea Cingottini. Un dessert nato all’inizio di settembre per raccontare l’attualità e sensibilizzare i clienti a un approccio etico e sostenibile nei confronti dell’ambiente. “La siccità è figlia del cambiamento climatico e dell’indifferenza dell’uomo. Contestualizzato all’interno del Menu Anabasi Catabasi, dal greco “terra e mare”, si ispira alla coesistenza di mare e terra. "Questo è il mio modo per sensibilizzare i nostri clienti attraverso la cucina, per dimostrare loro che ognuno di noi può e deve fare la sua parte per salvaguardare il pianeta”, spiega lo chef.
Il dessert è esplicativo in ogni suo senso. Dapprima la presentazione, su un cavalletto, di una diapositiva che ritrae un terreno spaccato dalla siccità, a seguire il dolce da gustare: un bouquet di fiori secchi con tartelletta di tuberi, cremoso al polline e miele. La terra è sotto forma di meringa acida “crepata”, liquirizia, spuma di radici, vaniglia e cioccolato bianco, con alla base sorbetto di aglio nero e aceto. Un dolce dove prevale il “sottoterra”, con bulbi e radici, come per sottolineare che sotto i nostri piedi ci sia vita e, in quanto tale, vada preservata.