Tra Paesi che ancora non hanno deciso una strategia chiara e quelli che affrontano i primi casi di coronavirus, è sempre più evidente la tendenza, con l'esempio della Cina prima e dell'Italia poi, di chiudere le attività aperte al pubblico. Tra i primi a farne le spese ristoranti, bar e tutti i luoghi che incentivano la socialità.
Da Paese a Paese, ma anche di ora in ora, cambiano le reazioni e le soluzioni trovate. Di fronte alla scelta o all'obbligo di chiudere, in molte nazioni le associazioni di ristoratori chiedono agevolazioni fiscali e aiuti economici ai rispettivi governi. Alcuni ristoranti, anche stellati, propongono la consegna a domicilio o addirittura il drive-thru, munendo gli addetti alle consegne e al contatto con il pubblico di mascherina, guanti e tutto ciò che serve per lavorare in sicurezza così da offrire continuità ai dipendenti così come ai propri clienti. Abbiamo provato a capire come sta reagendo il mondo della ristorazione, nei Paesi coinvolti.
Fine Dining con il Drive-Thru a Seattle
Prima ancora che gli Stati Uniti cominciassero a predisporre le chiusure di scuole e altri locali pubblici, Canlis a Seattle, ha deciso di chiudere il suo servizio di ristorazione principale e offrirà invece ai suoi clienti tre altre opzioni: il Bagel Shed, una colazione da asporto, un'opzione Drive On Thru per hamburger e un servizio di consegna dei pasti chiamato Family Meal.
Sul loro sito si legge: "A Seattle non serve mangiare bene. Invece, questa è un'idea per creare posti di lavoro in modo sicuro. Abbiamo questo, Seattle.”
Consegne a domicilio dei ristoranti stellati
Il ristorante Tre Stelle Michelin Da Vittorio a Bergamo ha sospeso tutte le attività di ristorazione in linea con le direttive ufficiali, ma non ha rinunciato ad un servizio di consegna a domicilio.
I fratelli Cerea che possiedono il ristorante hanno progettato tre menù speciali per il loro servizio di consegna a domicilio con una scelta di pesce, carne e vegetariano consegnati direttamente alle case del cliente.
La pizza italiana in Danimarca arriva a casa gratis
MaMeMi, pizzeria italiana a Copenaghen, seguendo le direttive del governo Danese, ha chiuso le porte al pubblico, mantenendo però le consegne a domicilio, gratuite.
Il Noma chiude del tutto
Il ristorante di René Rezdepi ha deciso di chiudere per un mese, almeno. L'annuncio è arrivato via Instagram: "Cari amici, vi ringrazio. Con tutto ciò che sappiamo e continuiamo ad imparare e con le prove scientifiche che ci spingono a ridurre i contatti sociali non essenziali, stiamo prendendo la decisione più difficile di chiudere temporaneamente il ristorante Noma almeno fino al 14 aprile".
Francia e Spagna seguono l'esempio italiano
Quarantena anche per la Spagna e la Francia. Entrambi i Paesi hanno chiuso scuole, ristoranti, bar, cinema, teatri e rimandato gli eventi pubblici. Tra gli annunci di chiusura più emozionanti c'è sicuramente quello dello chef Mauro Colagreco.
Lo chef, annunciando la chiusura temporanea di Mirazur, ha trovato il tempo per una riflessione più ampia: "Speriamo che questi tempi difficili ci aiutino a prendere coscienza di questa comunità mondiale, che viviamo tutti sullo stesso pianeta. Un tempo di raccoglimento per riflettere e riallacciare i nostri sentimenti di umanità più profondi e il nostro amore per la bellezza della vita. Continueremo a inviarvi notizie il più regolarmente possibile sui nostri social network. Rimanete al sicuro! In attesa di rivedervi al più presto"
Dalla misurazione della temperatura alle consegne a domicilio negli Stati Uniti
Sichuan Impression, una catena di ristoranti di cucina cinese, ha inizialmente utilizzato termometri a infrarossi per verificare i propri clienti nelle sue tre sedi in Alhambra, Tustin e West Los Angeles. Da qualche ora hanno deciso di chiudere al pubblico e mantenere attiva unicamente la consegna a domicilio.
Tom Douglas chiude 12 ristoranti a Seattle
Uno dei più noti chef di Seattle, Tom Douglas, ha temporaneamente chiuso 12 dei suoi 13 ristoranti dopo che le prenotazioni sono scese fino al 90% da quando l'epidemia di coronavirus ha cominciato a diffondersi.
New York in quarantena
Anche il sindaco di New York ha optato per la quarantena della città e dunque con la chiusura delle attività commerciali superflue in momenti come questo. I ristoranti della Grande Mela però, visto che in città non c'è l'abitudine di cucinare a casa, restano aperti per le consegne a domicilio o per il drive-thru.
Dominique Crenn
Il Crenn Dining Group rimane aperto e la chef americana Dominique Crenn ha sottolineato le meticolose misure igieniche in vigore nei suoi ristoranti come sempre "in un business simile, ma con un approccio di vigilanza extra"; "Vigilare, essere pulito, prendersi cura di voi" In un post pubblicato il 15 marzo, la chef ha lasciato intendere di stare organizzando le consegne a domicilio: "La nostra passione è per l'ospitalità e siamo stati in grado di mantere un livello massimo nei nostri ristoranti. Ora stiamo esplorando come possiamo essere ospitali anche a casa vostra. Il nostro team sta lavorando proprio ora sulla creazione di oggetti deliziosi per voi e la vostra famiglia."