Alcuni vedono la viticoltura biodinamica come un tipo di agricoltura super naturale e super complicata. Altri ritengono che sia puro marketing. Altri la considerano alla stregua di una religione, o forse semplicemente una scusa per mettere un prezzo maggiore sull'etichetta. Sui vini biodinamici non si può dire molto che non sia già stato detto. Alcuni amano il concept, altri semplicemente amano odiarlo.
Il movimento del vino biodinamico ha subito la sua dose di pregiudizi in passato. Ora che alcuni dei migliori vini del pianeta vengono prodotti con le pratiche biodinamiche, l'atteggiamento generale si sta modificando. La questione, tuttavia, continua a suscitare interrogativi. Ammetto di non comprenderla del tutto. Per lungo tempo non volevo scervellarmi troppo sull'argomento.
La Biodynamic Association lo descrive come un "olistico, ecologico ed etico alla coltivazione, al giardinaggio, al cibo, alla nutrizione". Le pratiche biodinamiche nascono intorno agli anni Venti con il filosofo austriaco Rudolf Steiner: i contadini suoi compatrioti presero i suoi consigli, li applicarono et voilà, un secolo dopo stiamo bevendo vino biodinamico.

Biodinamica: come nascono i vini biodinamici
Nella biodinamica una fattoria è un organismo in grado di autosostentarsi in cui fertilizzanti chimici e pesticidi non vengono utilizzati. Un ecosistema sano e differenziato significa buone vibrazioni per le vigne. Gli agricoltori biodinamici usano spray omeopatici, preparazioni di letame fermentato ed erbe per armonizzare e vitalizzare le vigne, così si iniziano a produrre vini biodinamici. I calendari vengono utilizzati per seguire i cicli della luna e dei pianeti. Ci sono giorni da frutta, radici, foglie o fiori, e ognuno di questi giorni è più adatto a raccogliere, potare o altre azioni. Ad esempio, il vino avrà un sapore migliore se lo bevi nei giorni da frutto. In aggiunta al lato agricolo della biodinamica, c'è un aspetto di sostenibilità economica e sociale.
Mi sono incontrato con un produttore di vino italiano per vedere se poteva far capire, a me profano, la biodinamica. "Abbiamo fatto alcuni esperimenti negli anni Novanta ma non funzionavano" spiega Clemens Lageder, produttore dell'Alto Adige. "Poi nel 2004 mio padre ha deciso che dovevamo convertire tutte le vigne al biodinamico. Mia nonna era stata cresciuta con la filosofia della biodinamica ma una cosa è un giardino, una cosa 50 ettardi di vigne. Quando mio padre si è unito alla compagnia negli anni Settanta ha sempre avuto il sogno che un giorno si sarebbe convertito alla biodinamica".

Pregiudizi sulla biodinamica
Le persone tendono a giudicare la biodinamica molto in fretta. "Molti pensano che se converti le tue vigne alla biodinamica perdi gran parte del raccolto, le tue vigne si ammalano e non producono bene" racconta Ladeger ."Ma non si tratta della pianta, bensì delle persone che lavorano nei vigneti. Quando abbiamo iniziato con la biodinamica la cosa più difficile era motivare i nostri impiegati. Andiamo da loro e diciamo: 'Tutto quello che hai imparato da tuo padre, a scuola e negli ultimi 20 anni, semplicemente dimenticalo'. Diciamo loro basta pesticidi, usiamo il compost. Diciamo loro dei corni di vacca ripieni di letame che mettiamo sottoterra, per poi tirarli fuori e spruzzarli in dosi omeopatiche nei vigneti. Ci riuniamo alle cinque di mattina per dinamizzare la preparazione. Ovviamente tutti pensano che sei pazzo. Motivarli a fare questo passo con noi è stata la cosa più difficile. Molti se ne sono andati".
Probabilmente me ne sarei andato anche io. Se ti concentri solo su luna, pianeti e preparazioni, sembra davvero una cosa fuori dal mondo.
Ricreando la biodiversità
“La base della biodinamica è tornare a un organismo chiuso” continua Lageder, “Rudolf Steiner ne parlava durante l'industrializzazione dell'agricoltura. E cosa ha portato l'industrializzazione? Negli ultimi cento anni abbiamo perso biodiversità. L'obiettivo della biodinamica è sempre stato ricrearla. Quando parliamo di viticoltura, lo vediamo come qualcosa di diverso dal resto dell'agricoltura, mentre ne è una parte e non dovremmo mai guardare a una sola cultura. Per me il maggior obiettivo dell'agricoltura biodinamica è creare diversità".
Abbracciare l'intera idea di biodinamica è difficoltoso. Non posso propriamente dire di essere una groupie ma è difficile obbiettare quando assaggi alcuni di questi vini. Non dico che tutti i vini biodinamici siano grandiosi, assolutamente, ma mi ritrovo ad aspettarmi di più da un vino se è biodinamico. Dicono che "i grandi vini vengono fatti in in vigna". In questo caso, fare di tutto per quei piccoli preziosi acini dovrebbe essere la priorità numero uno.
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