Elio Fiorucci è l'imprenditore, stilista e talent scout milanese che ha cambiato il modo di vestire di un'intera generazione. Tra il '67 e il '74 aprì due negozi a Milano: uno in Galleria Passarella, con le novità in arrivo da Carnaby Street a Londra, e uno spazio in via Torino presto eletto a luogo di ritrovo per una gioventù dallo stile anticonvenzionale. Più che un marchio il suo è un modo di pensare, guidato dal motto "fantasia al potere".
Dal 2003, quando ha venduto il negozio di Galleria Passarella al gruppo svedese H&M, si dedica a Love Therapy: un progetto di piccoli accessori, abbigliamento e t-shirt dove ricorre il marchio dei due nanetti simili a quelli di Biancaneve.
Si apre così una nuova fase della vita di Elio Fiorucci in cui anche il cibo assume un ruolo sempre più centrale, soprattutto dopo la scelta della cucina vegetariana: Fine Dining Lovers l'ha intervistato per capirne di più.
Quali sono stati i più grandi cambiamenti nell’approccio verso il cibo negli ultimi anni?
In passato non mi sono mai preoccupato molto dell’alimentazione, ma con il tempo ho acquisito una nuova consapevolezza e una maggiore attenzione per la salute del nostro pianeta, che parte dal rispetto: la mia conversione al vegetarianesimo è avvenuta lentamente ma maturava da parecchio tempo. Ci sono dei libri che ti cambino la vita: la lettura di Se niente importa - Perchè mangiamo gli animali? di Jonathan Safran Foer mi ha convinto che abbiamo una responsabilità individuale verso il nostro sistema di alimentazione che non può favorire la tortura degli animali. Perché ritengo che si può provare piacere anche senza la carne, non è poi una grande rinuncia con tutti i piaceri che il mondo ci offre.
Love Therapy, il suo ultimo progetto, è soprattutto una filosofia: che legame ha con il cibo?
La Love Therapy è un pensiero di libertà naturalmente presente dentro ognuno di noi ma sempre frenato dalla paura. Ho imparato che la fine della paura è l'inizio di una nuova vita. I giovani che mi seguono lo sanno: la Love Therapy è anche cibo perché riguarda tutto ciò che non crea dolore ed è buono sul nostro pianeta.
Lei ha abbracciato l'idea di una cultura alimentare più sana: qual è un pasto ideale per lei, oggi?
Sono molto attratto dalla cucina vegana, ma non sono vegano purtroppo. Cerco di essere vegetariano perché penso che quello che l'uomo sta facendo agli animali è terribile. Da anni cerco di fare una spesa consapevole, a base di frutta e verdura. Ogni persona ha un obiettivo, il mio è di raggiungere i veganesimo. I vegani sono le persone migliori, sanno rinunciare ai propri piaceri e abitudini per il bene di tutti, sono dei moderni santi. A colazione: latte e integratori. A pranzo: legumi o pasta e verdure. A cena solo una tazza di latte: un medico mi ha detto che se non si mangiasse la sera si vivrebbe più a lungo. Se penso al mio pasto ideale, penso subito a un piatto di spaghetti al pomodoro.
Crede in un cibo etico? Cosa mangeremo nel futuro?
Assolutamente sì, togliere la vita o costringere altri animali ad una vita dolorosa non credo possa giovare alla nostra salute fisica e mentale. Spero che lentamente gli uomini imparino a limitare il consumo di carne: solo vivendo nel rispetto di tutti gli esseri viventi c’è un futuro. Io non condanno chi mangia carne, anche nella mia famiglia qualcuno continua a farlo, credo sia una scelta personale, tuttavia credo anche che il cibo dell'uomo non è giusto se porta dolore alle altre creature.