L’appuntamento è proprio ai piedi della pista Gran Risa, dove si svolge lo slalom gigante della Coppa del Mondo, in un immenso igloo dalle pareti trasparenti: in Alta Val Badia tutto è pronto per lo show cooking S.Pellegrino Acqua Panna, evento organizzato nell’ambito della Chef’s Cup 2014 che porta a cucinare in alta quota sette chef da tutto il mondo.
Sotto le Dolomiti tutto è pronto per un viaggio nell’alta cucina italiane e internazionale. Diamo un’ultima sbirciatina al menu della serata chiedendoci con quale piatto iniziare e la scelta ricade sulla creazione dello chef argentino - cresciuto in Spagna ma trasferitosi a Mosca - Adrian Quetglas, chef di The Sad Restaurant: l’uomo che ha dato una bella spolverata alla cucina russa più ancien regime. Il suo piatto è uno dei più complessi del menu, eppure sul finire regala una leggerezza e una freschezza insperati: un’alga Nori resa croccante diventa contenitore di una tartare di trota atlantica e un finto uovo di quaglia creato con latte di cocco e pennellato d’oro in cui, invece di un banale tuorlo, Quetglas ha inserito un gel di erbe aromatiche e lime (trovate qui la ricetta completa). Il tutto servito sopra una sezione di tronco d’albero. Un piatto che contiene tutto: tecnica, genio e personalità.

Basta spostarsi di una postazione ed ecco al lavoro Philip Sajler del Perfect Catering di Praga: lo chef, diventato una vera stella nella Repubblica Ceca, ha pensato a un ingrediente simbolo della sua città - il prosciutto di Praga - e lo ha servito in sfoglie con una mousse di rafano, cetrioli sottaceto, un ragout di rape rosse condite con una vinaigrette alla senape.
Il viaggio continua nello stand di Jefferson Rueda del Ristorante Attimo di San Paolo, dove lo chef è impegnato a versare una sorta di crema scura nelle ciotole: è il
Si continua con lo chef Ondrej Slanina, dello Chateau St. Havel, che per il suo piatto punta su echi nordiche: dopo aver sistemato con lunghe pinze i filetti di trota affumicata sopra una purea di sedano, un aiuto cuoco aggiunge una nuvola di spuma all’ aneto e radici al forno. Il piatto che più fa discutere è però quello dello chef belga Wout Bru, del ristorante Chez Bru in Provenza. La sua scelta di servire su un crostino tostato frattaglie di piccione sotto forma di paté (qui la ricetta completa) è coraggiosa: un piatto che non lascia vie di mezzo, o lo si ama follemente o lo si respinge. L’insieme è una vera e propria “fucilata” smorzata dal cardamomo e dalla purea di patate all’olio di oliva: un piatto di alta cucina.
Norbert Niederkofler, ideatore dell’evento è soddisfatto: “La contaminazione positiva tra culture diverse, ecco il tema su cui abbiamo puntato e che gli chef hanno messo in pratica creando un legame ideale tra la loro terra e l’Alto Adige attraverso una serie di ingredienti. Questo è il vero spirito della Chef’s Cup”.