La ristorazione meneghina è fatta di grandi nomi, certo, chef famosi e piatti iconici, ma in realtà è fatta soprattutto di grandi locali, che in un modo o nell'altro hanno portato innovazione alla città.
Un libro cerca di analizzare il panorama milanese dando conto delle evoluzione degli ultimi 20 anni. Innovare nella Ristorazione. Storie e protagonisti per le vie di Milano (Historica Edizioni) è un volume scritto da Alessandro Coltro e Jessica Malfatto, che hanno intervistato gestori, chef e proprietari di 20 locali che, ognuno in modo diverso, hanno dato un nuovo volto a Milano.
Ma queli sono i ristoranti che hanno fatto la differenza?
Ve ne citiamo qualcuno, alcuni insospettabili, mentre per il resto vi lasciamo alla lettura del libro.
28 Posti
Dietro il successo di 28 Posti, ristorante zona Navigli che da subito ha deciso di lavorare al meglio delle sue possibilità, c'è la domanda: "Per quante persone possiamo riuscire a fare quello che vogliamo, come lo vogliamo?". È stata questa la domanda che si sono posti Silvia Orazi e Gaetano Berni, i due soci che hanno deciso di aprire il locale, che fra le altre cose si è legato al Carcere di Bollate nella cui falegnameria hanno avuto vita gli arredi della sala.
Bys
Un locale in centro con uno chef allievo di Gualtiero Marchesi, Massimo Bonci. Aperto nel 2013 unisce arte, spettacolo e ovviamente cucina facendo dna vetrina per i giovani artisti emergenti, insomma, un luogo diverso nella zona di Milano degli uffici e del business. All'interno del ristorante c'è anche una piccola boutique dove sono in vendita i pezzi di giovani artisti che hanno in qualche modo attinenza con la cucina.
Dry
La loro pizza può anche non piacervi, ma Dry ha senza alcun dubbio contribuito a dare una rinfrescata al panorama ristorativo milanese. Il locale nasce dalla voglia di creare una pizzeria diversa: l'accostamento con ottimi cocktail è stato il percorso principale, seguito poi dal lavoro su topping e impasto e dalla cura per il design che hanno fatto il resto. Dry nasce a sei mesi dall'apertura di Pisacco, fratello maggiore sempre in via Solferino. La location, il menu e il buon bere hanno creato in pochi mesi un nuovo punto di riferimento per i foodie - e non - milanesi. Un modello replicabile, a Milano o all'estero, dicono i fondatori nel libro.
Osteria Brunello
Tunde Pecsvari è ungherese; i più la conoscono per il Bento Sushi in Garibaldi, ma nel 2008 ha deciso di buttarsi in un'altra avventura con l'Osteria Brunello. Cucina italiana capace di presentare piatti tradizionali in chiave moderna al posto di una trattoria tradizionale, l'Osteria Brunello per l'attenzione alla comunicazione oltre che per i piatti. I clienti vengono assistiti creativamente dal personale di sala e anche fuori, grazie a social network e mail.
Ottimo Massimo
Mangiare al Duomo ad una cifra ragionevole ma soprattutto mangiare piatti genuini e buoni: Ottimo Massimo è un fast gourmet che democratizza la qualità e offre il giusto rapporto qualità prezzo in una zona che ci ha abituato a bar costosi che servono panini immangiabili. "Volevamo creare un fast gourmet che avesse la peculiarità di essere accessibile e democratico, offrendo un prodotto di qualità, senza esagerare con i prezzi".
E adesso che conoscete meglio queste cinque realtà date un occhio al libro.
Lo trovate anche su Ibs a circa 13 euro.