È stata la petizione più “cliccata” e condivisa, che ha avuto il merito di aver unito il mondo della ristorazione italiana. In pochi giorni ha raggiunto 1800 firme e l’obiettivo era di 5000 firme ma, visto il successo, ora è stato portato a una meta più elevata: 7500 firme.
Tra i protagonisti di questa importante iniziativa, Associazione Cibodimezzo (Brescia) APCI - Associazione Professionale Cuochi Italiani (Nazionale), RI.UN. Ristoratori Uniti supportati da Ambasciatori del Gusto, AMPI – Accademia Maestri Pasticceri Italiani, Associazione Le Soste, Club Richemont, JRE Italia – Jeunes Restaurateurs d’Italia, Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Euro–Toques Italia, Qualità Abruzzo – Gli Artigiani del Gusto.
Insomma, l’Italia della ristorazione è più unita che mai. Così abbiamo voluto intervistare il promotore della petizione, Paolo Maioli, esperto di comunicazione digitale e creatore dell’Associazione Cibo di mezzo.
Come è nata la petizione che sta unendo l’Italia della ristorazione?
Ho visto l’appello dei ristoratori toscani e mi sono subito incuriosito, ho pensato che si potesse applicare anche alla Lombardia. In pochissimo tempo abbiamo raggiunto 1800 firme, e così ho iniziato a ricevere le telefonate di altri presidenti di associazioni e di membri del settore. Ho proposto loro di non “disperdere” il lavoro già fatto e di dimostrare che, davvero, l’unione fa la forza. Si sono dimostrati tutti disponibili alla collaborazione.
Un cambio epocale…
Sì la crisi ci ha davvero unito. Non si può negare che l’associazionismo in Italia è sempre stato un po’ “polverizzato”. Oggi abbiamo capito che solo insieme possiamo fare massa critica per far sentire la nostra voce. È una bella conquista, che speriamo di non dimenticare in futuro, anche post Covid-19.
Quali saranno i prossimi passi della petizione?
La petizione è stata diretta a Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Stefano Patuanelli Ministro dello Sviluppo Economico, Giuseppe Speranza, Ministro della Salute, Attilio Fontana Presidente della Regione Lombardia, Lara Magoni Assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda, Alessandro Mattinzoli Assessore allo Sviluppo Economico e Giulio Gallera. Arriverà a breve sui tavoli di lavoro del Governo. Saremo decisi e risoluti perché si abbia una risposta concreta e fattiva. Non è più il tempo delle parole.
Paolo Maioli e lo chef Stefano Cerveni
Quali sono le sue proposte per il post Covid-19?
Io vorrei estendere il “Modello Cibo di Mezzo”, l’Associazione che ho creato nel 2017 e che oggi conta 16 ristoranti associati e 60 produttori con oltre 10.000 persone coinvolte in un anno. Vi spiego come funziona. Il primo passo è selezionare piccoli-medi produttori locali. Già questo richiede tempo e fatica, ma, guardando negli occhi le persone, si crea una rete di fiducia stabile e sicura, che diventa importantissima nei momenti di crisi.
E poi?
Poi mettiamo i produttori in contatto con i ristoratori selezionati dall’Associazione, per fare in modo che mettano realmente i prodotti locali sulle loro tavole. Creiamo due menu convenzionati che legano ristoratore-produttore. Uno da 60 euro di 5 portate, con due vini abbinati e uno da 100 euro di 7 portate con 3 vini abbinati. Tutto incluso. Stiamo avendo un grandissimo successo.
Il terzo passo?
Il feedback. Teniamo monitorati i commenti e le richieste dei clienti che partecipano alle cene e diamo un feedback preciso al ristoratore, che ne fa tesoro e conosce in modo diretto il parere dei clienti.
Questo modello può essere applicato post Covid-19 in altre parti di Italia?
Assolutamente sì. Non nego che creare questa solida rete di ristoratori-produttori locali sia faticoso, ma abbiamo visto come, in un momento di crisi, questa creazione di soliti legami sia stata vitale. Oggi ad esempio ho mandato a tutti coloro che sono iscritti alla nostra newsletter “Cibo di Mezzo”, una lista completa di produttori locali che non si sono “fermati” e che continuano a fornire i loro prodotti, attraverso un servizio acquisto online e di delivery. Così gli associati possono sapere con certezza quali prodotti possono avere a disposizione senza intoppi in questo momento di crisi. Dall’altra, i produttori hanno garantita una “base” di clientela.
Altre idee per la ripartenza?
Stiamo pensando a un grande evento a Brescia, che coinvolga ristoratori e produttori locali, e non solo. Sarà importante festeggiare l’uscita dalla crisi, lanciando un messaggio di speranza, uniti nella “ripartenza”. Ho grande fiducia nel futuro: la risposta aggregativa e compatta alla petizione è stata solo il punto di partenza. Sono certo che faremo tesoro di questa esperienza anche per i progetti futuri.