Ocheesee Creamery è una piccola latteria in Florida che ha fra i suoi clienti soprattutto persone che desiderano prodotti naturali, senza additivi. Fino a qui tutto ok, almeno se non si tiene conto di una legge federale secondo la quale, visto che Ocheese non aggiunge vitamina A al suo latte, la Florida ha il diritto di proibire alla latteria di definire il suo latte scremato (nonostante lo sia).
Un ispettore ha dunque ordinato, come racconta il professor Linnekin della George Mason University nel suo libro Biting the Hands that Feed Us, uscito lo scorso settembre, che il latte non venisse più venduto proprio perché non conteneva gli additivi obbligatori: insomma, il latte scremato di Ocheesee è "troppo naturale".
Questo esempio è solo uno dei casi più bizzarri che riguardano le leggi su alimentazione e bevande, e che non hanno nulla a che fare con la salubrità del cibo, ma anzi creano solo spreco alimentare.
LA DATA DI SCADENZA DEL LATTE
L'Harvard Food Law and Policy Clinic, ha co-prodotto un breve documentario chiamato Not Really Expired (Non scaduto davvero), che parla dell'enorme problema dello spreco di latte in Montana. La legge dello stato ordina che la data di scadenza sia non oltre i 12 giorni dopo la pastorizzazione ma, come affermano anche gli scienziati di Harvard, in molti stati il latte è buono ed è venduto anche 21 o 28 giorni dopo la pastorizzazione.
Dopo 12 giorni il latte non può essere venduto e i negozi sono obbligati a buttarlo via, non gli è permesso nemmeno donarlo. A peggiorare la situazione, non possono neanche riciclare i cartoni del latte, ma devono buttare la confezione intera nella spazzatura.
Nutrire i maiali
Nell'Unione Europea è vietato usare avanzi alimentari per nutrire i maiali, in seguito al caso dell'Afta Epizootica del 2001. Tuttavia, con le tecnologie usate per anni nell'Asia Orientale, il cibo avanzato può essere convertito in maniera assolutamente sicura in mangime per i maiali, cosa che salverebbe circa 1.8 milioni di ettari di terreno, un'area vasta almeno metà della Germania.
Un esempio è la terapia del calore degli avanzi, processati sia con fuoco diretto che per iniezione di vapore.
Con il fuoco diretto gli avanzi alimentari sono bonificati direttamente con le fiamme, mentre le iniezioni di vapore prevedono che il vapore sia diretto alla base di un carico di avanzi, in modo che sia uniformemente riscaldato filtrando attraverso tutto il cibo. Ma nonostante queste tecniche scientificamente valide, il divieto continua, anche se sono state varate altre iniziative per combattere lo spreco alimentare.
LO SPRECO ALIMENTARE AL SUPERMERCATO
Nel febbraio 2016 in Francia è passata la prima legge al mondo che obbliga i supermercati a combattere il surplus alimentare donando gli avanzi. L'Italia ha seguito in agosto, rendendo più facile la donazione del cibo da agricoltori, ristoratori e altre attività.
Nonostante queste leggi siano state accolte con molto entusiasmo, Fine Dining Lovers parlando con Selina Juul, che ha fondato il movimento Stop Wasting Food, ha scoperto che il problema fino ad ora è stato affrontato solo in superficie, e non si è ancora parlato dei problemi alla radice: la sovraproduzione di cibo.
Drink alcolici
Sugli alcolici le leggi sono davvero molto diverse fra loro. Si parte dalla Svezia, dove lo stato ha il monopolio dei negozi di liquori per drink che superano il 3,5% di alcol. Ironia della sorta, un nuovo gelato chiamato N1CE Cocktail contiene il 5% di alcol ma può essere venduto liberamente visto che non è sottoforma di liquido.
Dopo la Svezia, andiamo nella vicina Russia, dove la birra è stata definita bevanda alcolica solo nel 2011, mentre nel 2017 le bottiglie di plastica per gli alcolici da 1,5 litri, dimensione che non si trova da nessun'altra parte nel mondo, saranno per la prima volta vietate.
Bernd van der Meulen, professore che si occupa di cibo e legge alla Wageningen University, ha riscontrato un altro problema sul marketing e l'alcol. Come ha spiegato a Fine Dining Lovers: "Una disposizione che mi causa il malditesta è il divieto di dire su un'etichetta che il cibo può curare una malattia. Questo divieto si applica anche in situazioni dove le proprietà curative sono supportate da solide evidenze scientifiche. Nello stesso senso è vietato dire che una bevanda alcolica ha dei benefici sulla salute".