È stato presentato oggi, 18 maggio 2021, il Rapporto Ristorazione 2020 curato da Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei pubblici esercizi. Per l’occasione, alla presenza del Ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, è stato fatto un bilancio del settore sull’anno della pandemia, che ha messo a dura prova la ristorazione.
Un anno che è stato definito come una vera e propria “guerra” da parte del settore, che ha pagato duramente l’emergenza sanitaria, perdendo il doppio dei posti di lavoro creati dal 2013, con il rischio di non avere nessuna vera ripresa prima del 2022.
Rapporto Ristorazione Fipe 2020, i dati
“Per un anno e tre mesi abbiamo vissuto in funzione della curva epidemiologica: è passata l’idea che i ristoratori fossero i portatori del contagio in Italia, senza nessuno studio scientifico alla base; da quando i ristoranti hanno riaperto, c’è stato un crollo dei contagi dal 5% al 2%, e questo dimostra che considerare bar e ristoranti ‘untori’ non ha senso”, ha detto Luciano Sbraga, Direttore Centro Studi Fipe-Confcommercio.
“Da ottobre 2020 è iniziato lo stillicidio di aperture e chiusure e le colorazioni delle zone. In totale abbiamo avuto 192 giorni di misure restrittive, 50 giorni di zone rosse e 68 giorni di zone arancioni: ma come si fa a gestire un’azienda così? L'organizzazione del lavoro è stato il problema principale che hanno dovuto affrontare le aziende”, ha proseguito.
“Abbiamo perso 243 mila posti di lavoro da quando è iniziata pandemia, di cui la metà ha perso lavori a tempo indeterminato. Tanti si sono dimessi per avere il trattamento di fine rapporto perché non potevano vivere con una cassa integrazione che arrivava a rilento: molti sono giovani e sono donne. L’impatto sui consumi è stato devastante: abbiamo perso tantissimo, siamo tornati al 1994, cioè a 920 euro di spesa pro capite”, ha aggiunto Sbraga. Il risultato? Oggi abbiamo oltre 22 mila imprese in meno.
Qui di seguito trovate, per punti, tutti i dati del Rapporto sulla Ristorazione. Quest’anno Fipe-Confcommercio ha deciso di affiancare al consueto report un’indagine sui prossimi mesi e le prospettive di ripartenza, realizzata in collaborazione con Bain & Company e TradeLab.
- Crolla l’occupazione in Italia a seguito della pandemia: penalizzati soprattutto “alloggio e ristorazione” che hanno perso 514 mila posti di lavoro (unità di lavoro). Tra il 2013 al 2019 ne avevano creati 245 mila.
- Cambiano i consumi degli italiani: si mangia di più in casa, obbligatoriamente, ma la bilancia è in deficit. Cresce di 6 miliardi di euro la spesa alimentare tra le mura domestiche, ma crolla di 31 miliardi di euro quella in bar e ristoranti.
- Il 97,5% delle imprese ha registrato nel 2020 un calo di fatturato. Per oltre 6 ristoratori su 10 la riduzione ha superato il 50% del volume d’affari dell’anno precedente.
- Duro il giudizio sui ristori: secondo una ricerca condotta Fipe-Format Research, per l’89,2% degli imprenditori, i sostegni sono stati inutili o poco efficaci.
- Sfiducia ai massimi storici per il mondo dei Pubblici esercizi. Nel 2010 le nuove imprese avviate erano oltre 18 mila, nel 2020 sono state solo 9.190. Nel primo trimestre 2021 crolla l’indice di fiducia sul futuro per gli imprenditori della ristorazione rispetto allo stesso periodo del 2020: -68,3%.
- Oggi l’84,3% degli imprenditori scommette su una ripresa del settore, subordinata però alla fine dell’emergenza. Secondo gli intervistati da Fipe-Confcommercio, il 2021 sarà ancora un anno di fatturati in calo, mediamente del 20%. Il 66% dei responsabili di grandi aziende della filiera (industria, distribuzione e ristorazione) prevede una ripresa non prima del 2022-2023, mentre il 27% pensa che solo nel 2024 ci sarà una vera inversione del trend.
- La filiera prova a guardare al futuro: il rilancio del settore, secondo gli esperti, passerà da un potenziamento dei servizi digitali, food delivery in testa, e da una maggior attenzione su qualità dei prodotti, originalità nell’offerta, marketing e sostenibilità.
Rapporto Ristorazione Fipe 2020, il bilancio
“Si tratta del decimo rapporto sulla ristorazione, e non a caso abbiamo scelto di presentarlo oggi: il 18 maggio dello scorso anno era stato il giorno della ripartenza dopo un lungo lockdown, quando pensavamo di uscire dalla pandemia. Si tratta di un rapporto che sembra un bollettino da tempi di guerra: dopo un anno il Rapporto fotografa un settore devastato, e proietta un futuro con tante ipoteche, con nuove incertezze e con qualche speranza in più. Di sicuro, sarà un settore molto diverso dal passato: siamo consapevoli che il Paese è stato chiamato ad affrontare un’emergenza sanitaria senza pari e pure che nessun indennizzo avrebbe mai supportato al 100% il settore", ha commentato Lino Stoppani, Presidente Fipe-Confcommercio, dopo la presentazione del Rapporto.
E ha aggiunto: "Le misure applicate, però, non sono bastate: 22 mila imprese chiuse è un numero importante. Ai danni economici si sono aggiunti danni sociali: 350 mila occupati in meno creano nuove povertà e la dispersione del settore che fa del servizio il fattore premiante; la fuga dal settore non garantisce più il lavoro. Il vero rischio è la criminalità, l’infiltrazione della associazioni malavitose nel settore”.
“Le risposte che il Governo ha dato nel corso del tempo sono frutto della difficoltà di interpretare il fenomeno: è stato complicatissimo. Per quanto riguarda gli aspetti di attualità, il Governo sta cercando di dare un quadro di certezze, anche laddove ci fosse una scelta non condivisibile di chiusura… Insomma, non voleva dire ‘riapriamo e giorno dopo chiudete’, e questo è stato il criterio che ha ispirato molte decisioni. Alla fine, le decisioni sono la sintesi di posizioni diverse: è necessario dare delle certezze con un calendario, che è quello che conosciamo. Mi rendo conto che il settore che rappresentate è stato molto colpito, con il caso emblematico delle discoteche e delle sale da ballo, per cui non esiste ancora una data di riapertura (anche se si ipotizza un green pass, con cui poter accedere alle discoteche, che forse per il settore è l’unica via di fuga). Invece, per quanto riguarda i cosiddetti ‘sostegni’, con il prossimo decreto legge ci sarà una misura che ho voluto sugli esodati: a settembre, o in autunno, chi non ha ricevuto sostegni, li riceverà”, ha commentato il Ministro Giorgetti.
E ha concluso: “Le ricette per il futuro sono investire nel digitale e nella formazione, ma il pubblico esercizio ha anche un'importante dimensione sociale: non riesco a immaginare i nostri paesi e le nostre città privi di luoghi di aggregazione; l’idea che sia tutto da asporto e delivery è comodo, ma non può essere il futuro”.
La campagna di comunicazione “Il solito”
Per l’occasione, è stata presentata in anteprima anche la nuova campagna comunicazione voluta da Fipe-Confcommercio in collaborazione alcuni brand iconici del settore Ho.Re.Ca e Bain & Company. Si chiama #ilsolito e interpreta il desiderio degli italiani di tornare a frequentare i locali della proprie città, la voglia di tornare alle vecchie abitudini. È questa l’idea del video che Fipe ha realizzato con il supporto di Coca-Cola, Lavazza, Perfetti Van Melle e Sanpellegrino.
La campagna #Ilsolito, il cui concept è stato ideato e prodotto dall’agenzia creativa YAM112003, non solo fa riferimento ai prodotti che gli italiani amano e consumano, ma allo stesso tempo vuole evocare il gesto quotidiano, l’esperienza della socialità, il rapporto di fiducia con l’esercente.
Tutti aspetti che un anno di restrizioni e le rinunce non hanno fatto dimenticare agli italiani, che, al contrario, hanno questo forte desiderio di tornare alla normalità e di socialità. Come ha spiegato Lino Stoppani, “Entrare in un locale conosciuto e chiedere ‘il solito’ è un gesto normale per gli italiani, ma l’anno appena trascorso ha dimostrato che non è affatto scontato. L’estate sarà un banco di prova importante per ripartire in sicurezza: siamo pronti ad offrire ai nostri clienti ‘il solito’ per costruire insieme una nuova normalità, sostenibile per le imprese, garantita per i consumatori”.
“Abbiamo deciso di supportare la campagna #ilsolito per dare il nostro contributo, nella delicata fase della riapertura, ai nostri clienti e al settore dei pubblici esercizi duramente colpito dalle chiusure imposte dall’emergenza Covid-19. Sosteniamo da tempo il mondo del fuori casa con politiche commerciali e iniziative concrete, a livello italiano e internazionale, come #supportrestaurants, la campagna pensata per favorire la ripresa dei luoghi dell’ospitalità e ristabilire un clima di serenità e fiducia, affinché le persone ritrovino il piacere della buona tavola, in piena sicurezza. La nuova campagna di Fipe-Confcommercio sposa perfettamente questo approccio e, insieme ad altre attività che stiamo sviluppando, contribuisce a supportare la ripartenza del comparto del fuori casa”, - ha commentato Stefano Marini, Amministratore Delegato del Gruppo Sanpellegrino.
“Sviluppare questa campagna di comunicazione è stata una grande sfida a causa di uno scenario in continua trasformazione. La nostra idea nasce per raccontare la relazione, così intensa e personale, che noi italiani coltiviamo con bar, trattorie e ristoranti. Un’attitudine che in questa nuova normalità ci fa ancor più apprezzare le solite persone, le solite abitudini, i soliti posti, quelli in cui torniamo perché un po’ ci assomigliano. Il solito è uno scambio di felicità che contribuisce a definire la propria identità, le cose abitudinarie forse sono quelle che più ci sono mancate durante la pandemia. Da qui si sviluppa il concept creativo. Anche se diversamente da prima, riappropriamoci di ciò che è più prezioso per noi: riprendiamoci #ilsolito", ha commentato Laura Corbetta, Founder e CEO di YAM112003. E ha concluso: “È stato un lavoro molto intenso anche per noi, ma abbiamo capito che, mettendo insieme aziende e istituzioni, possiamo costruire qualcosa di importante, e la comunicazione può rappresentare una grande leva strategica”.